L’erica carnea (Erica carnea) è una specie di erica originaria dell’Europa centrale.
Nell’Italia settentrionale (e nella Toscana) si trova fino a 2.000 m (prati, pascoli aridi, pendii sassosi e soleggiati e nelle parti soleggiate dei boschi soprattutto di conifere).
Viene detta anche erica carnicina e scopina.
Il primo nome pubblicato per la specie fu Erica herbacea; tuttavia, il nome Erica carnea è così ampiamente utilizzato a differenza della prima denominazione, che il Congresso Internazionale botanico del 1999 accettò il nome più diffuso.
L’epiteto specifico latino carnea deriva dal colore dei fiori e significa “carne viva”.
È molto diffusa come pianta ornamentale per la sua fioritura invernale; sono state selezionate oltre cento cultivar con variazione del colore di fiori e foglie. A differenza della maggior parte delle specie di Erica, che sono tipicamente calcifughe, tollera terreni leggermente alcalini e acidi, rendendo più facile la crescita in molte aree. Come altre specie del genere Erica, è spesso vista come tappezzante tra le piantagioni di conifere nane.
Indice

La Toscana è l’unica regione dell’Italia centrale dove l’erica carnea è presente
Erica carnea – Coltivazione
L’Erica carnea è una pianta spontanea perenne molto coltivata a scopo ornamentale, tanto che le cultivar hanno molto spesso caratteristiche assai diverse dalla pianta spontanea. Il fusto è sottile e legnoso ricoperto da piccole foglie aghiformi di colore verde vivo. Il fusto è strisciante arrivando al massimo a 40 cm di altezza. I fiori riuniti in grappoli apicali sono di colore rosa, più o meno carico, con la forma della corolla a botte. La specie è facilmente riconoscibile da altre del genere perché dalla sommità della corolla si intravedono otto stami scuri e uno stilo più lungo.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Al massimo 50 cm di altezza, in larghezza qualche decimetro.
Tempo altezza massima – 4 anni.
Esposizione – L’erica non presenta particolari difficoltà nella coltivazione, è però importante garantirle ambienti freschi e dotati di una buona ventilazione; pur amando la luce, non gradisce l’irraggiamento solare diretto.
Temperatura – Sopporta molto bene il freddo, ma già a 25 °C soffre; le varie cultivar sono un po’ più resistenti al caldo, ma soffrono comunque la siccità e in estate dovrebbero essere a mezz’ombra.
Terreno – L’erica è una pianta che contrappone botanici a esperti del giardinaggio (alcuni addirittura ritengono che il nome della specie derivi dalla Carnia, mentre in realtà deriva dal colore color carne dei fiori). Infatti, le eriche in natura vivono su suoli calcarei, mentre nei giardini preferiscono il terreno acido tanto che è consigliabile aggiungere torba per diminuire il pH. Il terreno di coltivazione deve essere un terreno adatto a piante acidofile e conviene metterla a dimora accanto ad altre piante acidofile, come azalee, rododendri o ortensie. Essendo una pianta che teme molto la siccità è opportuno che il substrato di coltivazione sia costantemente umido e fresco; ovviamente devono essere evitati i sempre dannosi ristagni idrici.
Fioritura – Nelle zone dove è spontanea fiorisce da gennaio a giugno, mentre le cultivar fioriscono (ognuna con proprio periodo) da novembre ad aprile, quindi con fioritura tipicamente invernale. Appena la temperatura aumenta (sopra i 20 °C), i fiori di erica tendono ad appassire con una certa rapidità.
Annaffiatura – Si dovrà irrigare la pianta regolarmente, ma in modo moderato. Si garantiscano inoltre frequenti nebulizzazioni alla chioma. Se l’acqua di irrigazione è eccessivamente calcarea, è opportuno che due o tre volte l’anno si concimi il terreno con concime rinverdente a lento rilascio.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione più semplice si effettua da seme, ma si può utilizzare anche la tecnica della talea. All’inizio del periodo primaverile oppure quando siamo giunti al termine di quello estivo, dai rami laterali si dovranno prelevare alcune talee lunghe circa 5-6 cm; si tolgano le foglie eventualmente presenti nella parte bassa e si pongano le talee in vasi contenenti torba umida e sabbia di taglio grossolano. Dopo l’inserimento delle talee, il contenitore andrà ricoperto con un foglio di plastica trasparente. I vasi vanno posti in una zona ombreggiata e in cui la temperatura oscilli fra i 19 e i 25 °C. Il substrato deve essere mantenuto costantemente umido; ci si ricordi di utilizzare acqua demineralizzata o, al limite, acqua piovana. Quotidianamente il foglio di plastica va tolto per verificare l’umidità del substrato, per arieggiare le talee e, ovviamente, per rimuovere l’inevitabile condensa che si sarà formata sulla plastica.
Non appena faranno la loro comparsa i primi germogli, si dovrà rimuovere definitivamente il foglio di plastica e si dovranno porre i contenitori in una zona più ricca di luce; ci si ricordi però di non esporre mai le talee d’erica all’irraggiamento solare diretto. Quando le talee avranno raggiunto un’altezza pari a 7-8 cm, si potranno trapiantare nei contenitori definitivi a gruppi di due o tre.
Concimazione – Per quanto concerne la concimazione periodica si consiglia l’utilizzo bisettimanale di fertilizzanti da mescolare con l’acqua delle annaffiature; le fertilizzazioni dovranno essere effettuate sia nella stagione primaverile che in quella estiva.
Potatura – Annualmente è necessario eseguire una potatura atta a rimuovere tutte le infiorescenze sfiorite e a ridurre la lunghezza dei rami.
Malattie – Un ultimo cenno va alle avversità che possono interessare questa pianta, le più fastidiose sono gli attacchi che può subire da cocciniglia (che va combattuta con anticoccidici) e ragnetto rosso (che va avversato incrementando l’umidità dell’ambiente e utilizzando prodotti acaricidi).
Coltivazione in vaso
Se coltivata in vaso, sarebbe anche utile sostituire annualmente il terreno in cui si trovano le piante, rimpiazzandolo con terriccio fresco per piante acidofile.
Erica carnea – Cultivar
Le oltre 100 cultivar da giardino si distinguono per alcuni parametri, in particolare il colore dei fiori e del fogliame. Ecco le cultivar più diffuse.
- Dimensione max inf. a 35 cm: ‘Ann Sparkes’, ‘Eileen Porter’, ‘King George’, ‘Snow Queen’.
- Dimensione max dai 35 ai 50 cm: ‘Altadena’, ‘Atrorubra’, ‘Aurea’, ‘December Red’, ‘Foxhollow’, ‘Golden Starlet’, ‘Loughrigg’, ‘Myretoun Ruby’, ‘Pink Spangles’, ‘Ruby Glow’, ‘Springwood White’, ‘Tybesta Gold’, ‘Vivellii’, ‘Winter Beauty’.

Erica carnea in fiore
Da citare anche una mutazione naturale dai fiori molto chiari, a volte totalmente bianchi (Erica carnea var. albina).
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.