L’Erica arborea è un arbusto sempreverde a portamento eretto che appartiene alla grande famiglia delle Ericacee; che può raggiungere i 4 m di altezza, ma normalmente non supera i 2 m; deve il suo nome specifico al fatto che può assumere un portamento arboreo; ha diversi nomi comuni fra cui bruga, scopa, scopone. Il nome comune scopa è usato per indicare anche un’altra specie di erica, l’Erica scoparia.
L’Erica arborea è un’ottima pianta mellifera; la porzione basale del suo fusto – la cosiddetta radica – è durissima è impiegata in ebanisteria; con essa sono fabbricate anche pipe di grande pregio. In passato la si utilizzava per la produzione di carbone, come copertura per i tetti e per la fabbricazione di scope (le cosiddette “granate di stipa”, ancora prodotte, anche se con numeri molto meno importanti di una volta).
Una sua interessante caratteristica è quella di essere una pianta pirofita, ovvero resistente all’azione del fuoco, gli incendi ne distruggono la parte epigea, ma la pianta rimane vitale ed è in grado di emettere nuovi polloni.
È una pianta diffusa in tutta l’area mediterranea e anche nel nostro Paese, la si trova infatti in quasi tutte le regioni italiane, fatta eccezione per il Friuli Venezi Giulia e la Valle d’Aosta; predilige i terreni silicei; è presente soprattutto nelle zone collinari, ma è possibile trovarla anche nelle zone di montagne fino a un’altitudine di circa 1.200 m.

Fiori di Erica arborea; la pianta può raggiungere i 4 m di altezza, ma normalmente non supera i 2 m.
Erica arborea – Descrizione
L’Erica arborea è una pianta arbustiva sempreverde che si caratterizza per la presenza numerosa di rami che generalmente hanno un portamento eretto; la corteccia è di colore rossastro; le foglie, aghiformi sono di colore verde e scuro e sono molto coriacei.
I fiori, molto numerosi, sono di piccole dimensioni e penduli, di color bianco-crema; il periodo della fioritura è il trimestre marzo-maggio. I frutti sono delle capsule che contengono molti piccoli semi.
L’Erica arborea è piuttosto simile a un’altra specie di erica, l‘Erica scoparia che però, fra le altre cose, raggiunge dimensioni inferiori e ha rami sempre glabri, al contrario della specie arborea i cui rami sono pubescenti (coperti da una fitta e morbida peluria) quando sono giovani.
Utilizzi erboristici
L‘Erica arborea è impiegata anche in ambito erboristico; il decotto ottenuto dalle sommità fiorite è considerato antireumatico, disinfettante e diuretico e spesso è consigliato per il trattamento di forme lievi di cistite.
Alla pianta sono attribuite proprietà diuretiche e antisettiche e il decotto dei fiori è usato come rimedio per le cistiti. Le foglie giovani sono appetite da pecore e capre.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.