Edgeworthia è un genere di arbusto caducifoglie appartenente alla famiglia delle Timeleacee; ne fanno parte poche specie perenni.
Classificazione – Genere: Edgeworthia; famiglia: Timeleacee.
Origine – Il genere è originario della Cina.
Habitat – In natura è presente nelle foreste, su pendii arbustivi e in terreni secchi e sabbiosi, spaziando dalle aree costiere fino al limitare dei corsi d’acqua nelle valli.
Usi – Le piante di edgeworthia sono molto usate per decorare giardini o terrazzi, grazie alle loro dimensioni modeste e ai loro fiori molto particolari e profumati. In Giappone, la specie Edgeworthia chrysantha è sfruttata nell’industria cartiera.
Etimologia – Il nome del genere è una dedica al botanico irlandese Michael Pakenham Edgeworth (1812-1881) e alla sorellastra Maria Edgeworth (1768-1849), famosa scrittrice anglo-irlandese. L’epiteto specifico della specie più conosciuta, chrysantha, deriva dal greco chrysós, oro, e da ánthos, fiore, dai fiori color giallo oro.
Altri nomi – In Italia l’edgeworthia è detta anche bastone di san Giuseppe perché raggiunge il picco di fioritura a metà marzo, quando si festeggia San Giuseppe; la pianta è nota anche come arbusto della carta.
Indice

Edgeworthia chrysantha
Edgeworthia chrysantha
La specie più coltivata di questo genere è l’Edgeworthia chrysantha, originaria della Cina e conosciuta anche come “pianta della carta” perché utilizzata per fabbricare carta in Giappone. In passato, i giapponesi usavano questa carta in particolare per produrre banconote, che risultavano molto resistenti e di difficile falsificazione, ma oggi è stata sostituita in questo impiego dalla canapa di Manila.
Nella medicina tradizionale cinese, invece, i fiori dell’Edgeworthia chrysantha vengono utilizzati per curare malattie degli occhi, la corteccia e le radici con funzione antinfiammatoria.
Questa specie di edgeworthia ha la caratteristica distintiva di ramificare in 3 estremità per ogni ramo, e i rami sono inoltre estremamente flessibili. I fiori sono generalmente bianchi, ma in alcune varietà possono essere gialli o rossi.

L’Edgeworthia chrysanta è la specie più comunemente coltivata
Edgeworthia – Coltivazione
I rami dell’edgeworthia sono eretti o contorti, legnosi, e durante il periodo della fioritura si ricoprono di folti mazzetti di fiori bianchi o gialli di forma tubolare e con corolla a stella. La particolarità è che la fioritura avviene da gennaio a marzo, quindi quando la pianta ha già perso tutte le foglie, rendendo molto spettacolare il contrasto tra i fiori rigogliosi e i rami nudi.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 1,5-2 m circa; larghezza: 2 m circa.
Tempo altezza massima – La crescita è molto lenta; possono passare quasi 20 anni prima che la pianta raggiunga il suo massimo sviluppo in altezza.
Esposizione – L’esposizione ideale per l’edgeworthia è in un luogo soleggiato per molte ore al giorno, nonostante ciò la pianta tollera bene il freddo ma non il vento gelido, perciò se si vive in una regione con inverni rigidi e ventosi è bene piantare questo arbusto in una zona riparata del giardino oppure in vaso, in modo da poterlo spostare al riparo all’occorrenza. Inoltre per proteggere le radici dal gelo è necessario preparare una pacciamatura di foglie secche o paglia con cui ricoprirle, sia in vaso sia in piena terra.
Temperatura – Tollera temperatura comprese tra -15 e 37 °C.
Terreno – Il terreno prediletto dall’edgeworthia è acido, sciolto, ricco di sostanze organiche e ben drenato, meglio se mischiato a sabbia.
Fioritura – La fioritura avviene da gennaio a marzo.
Annaffiatura – Le annaffiature devono essere regolari tutto l’anno per gli esemplari di edgeworthia coltivati in vaso, avendo cura di fornire acqua nuova solo quando il terreno ha assorbito quella dell’annaffiatura precedente ed è completamente asciutto; per gli arbusti coltivati in piena terra, invece, le annaffiature sono necessarie solo durante periodi di caldo intenso e siccità e durante il periodo vegetativo. In estate si consiglia di nebulizzare con acqua anche le foglie e di annaffiare al mattino o alla sera, quando il sole non rischia di bruciare le parti bagnate della pianta.
Concimazione – La concimazione va effettuata alla fine dell’autunno e a inizio primavera, distribuendo alla base della pianta dello stallatico maturo o del concime granulare a lenta cessione.
Potatura – La potatura non è strettamente necessaria per l’edgeworthia, che richiede solo di eliminare i rami secchi o danneggiati dal freddo.

I piccoli fiori bianchi tubolari dell’Edgeworthia chrysantha delicatamentee profumati
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione dell’edgeworthia si effettua per talea in primavera o per divisione dei cespi in autunno. La messa a dimora definitiva va fatta a fine inverno in una buca ampia il doppio del pane di terra della pianta e facendo attenzione a maneggiare con delicatezza le radici, molto sensibili.
Malattie – A parte le radici delicate, l’edgeworthia è una pianta molto robusta, non è quindi molto soggetta ad attacchi di parassiti o malattie, ma in estate è bene prestare attenzione all’eventuale comparsa di acari che lasciano macchie marroncine sulle foglie e ne causano il disseccamento, ma se riconosciuti in tempo possono essere facilmente debellati con abbondanti nebulizzazioni dirette di acqua.
Coltivazione in vaso
In caso di coltivazione in vaso, è necessario rinvasare la pianta in primavera quando le radici iniziano a fuoriuscire dal fondo del vaso, procurando un vaso più grande in cui trasferire la pianta insieme al suo pane di terra, da integrare con terriccio nuovo e sabbia. L’edgeworthia, tuttavia, ha un apparato radicale molto delicato, quindi è consigliabile evitare i rinvasi frequenti (mettendola a dimora in vasi ampi) e i trapianti, per quanto possibile.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, edgeworthia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.