L’echinacea è una pianta della famiglia delle Asteracee (Composite) Tubiflore dalle cui radici si ottengono estratti per la cura delle malattie da raffreddamento in quanto sono dotati di proprietà antagoniste della ialuronidasi.
Classificazione – Genere: Echinacea; famiglia: Asteracee.
Origine – Le specie del genere Echinacea sono originarie del Nord America.
Habitat – Le piante di Echinacea hanno una grande adattabilità a diverse condizioni ambientali; crescono in modo spontaneo sia nelle zone di pianura che ad alta quota (fino ad oltre 1.500 m di altitudine), privilegiando aree aperte e soleggiate.
Usi – Si tratta di una pianta interessante sia per il giardinaggio, sia in fitoterapia.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal greco echînos, che significa riccio, porcospino e, per estensione, spinoso: riferimento alle squame spinose del ricettacolo.
Curiosità – Nel Nord America, l’echinacea è nota anche come elk root, ovvero radice dell’alce; secondo la leggenda, infatti, i nativi americani siano venuti a conoscenza delle proprietà della pianta attraverso l’osservazione degli alci che quando erano in cattive condizioni ruminavano i fiori della pianta.
Indice

In Europa l’uso dell’echinacea risale al XVIII secolo mentre i nativi americani la conoscevano molto tempo prima. Nel 1870 Meyer la usò per creare il Mayer’s Blood Purifier che doveva essere un rimedio utile per la purificazione del sangue. In Europa l’echinacea venne riconosciuta come pianta officinale solo nel 1916.
Echinacea – Specie e cultivar
Esistono dieci specie di echinacea che vivono spontanee nel Nord America (E. angustifolia, E. atrorubens, E. levigata, E. pallida, E. paradoxa, E. purpurea, E. simulata, E. serotina, E. tennessensis, E. sanguinea); quelle importanti dal punto di vista fitoterapico sono l’angustifolia e la purpurea.
Per il giardinaggio si utilizzano spesso cultivar o ibridi appositamente creati per aumentare la scelta cromatica o la produttività della fioritura. Ecco alcune echinacee molto adatte per formare bordure erbacee o macchie di colore in aiuole o in giardini informali:
- Echinacea ‘Art’s Pride’: si tratta di un ibrido e sinonimo di ‘Orange Meadowbrite’. Ha fogli basali leggermente dentate e foglie del fusto lunghe e affusolate. Da metà estate e per tutto l’autunno fiorisce con capolini arancione brillante e con i dischi bruno-arancione. Può raggiungere un’altezza compresa tra i 60 e i 90 cm.
- Echinacea angustifolia: questa specie ha foglie più strette e inizia a fiorire a inizio estate e produce capolini color rosa o porpora, raramente bianchi, con il disco a forma di cono, di colore arancione-marrone. Può raggiungere anche il metro di altezza.
- Echinacea purpurea: la più coltivata nei giardini, ha fusti leggermente sfumati di rosso che fiorisce dall’inizio dell’estate a fine autunno. I dischi sono color oro-bruno. Si possono scegliere tra le innumerevoli cultivar: la ‘Bright Star’ ha capolini rosso porpora, la ‘Robert Bloom’ ha capolini color malva-cremisi, la ‘Rubinglow’ ha fiori color rosso acceso, la ‘White Lustre’ e la ‘White Swan’ sono tra le poche echinacee ad avere i capolini bianchi, in genere con i dischi arancione-bruno. Le cultivar ‘Fragrant Angel’ e ‘Ruby Giant’ hanno la particolarità di avere il fiore profumato.
Echinacea in giardino – Coltivazione
L’echinacea ha molto successo in giardino non solo per la bellezza delle fioriture, ma anche per la facilità di coltivazione, la rusticità (tollera altrettanto bene inverni rigidi ed estati calde e afose) e la resistenza a parassiti e malattie. In giardino l’echinacea può essere associata ad altre perenni da pieno sole che mettano in evidenza la sua bella fioritura, come le innumerevoli possibili scelte di salvia o lavanda. Si ricordi però che l’echinacea non è una pianta adatta ad essere coltivata in vaso e che in genere è messa a dimora esclusivamente in piena terra. Nonostante alcune echinacee possano raggiungere anche i 60-90 cm di altezza, anche le specie più vigorose non necessitano di tutori grazie al loro stelo robusto.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Le echinacee sono tutte a portamento eretto e possono andare dai 40 ai 90 cm d’altezza. In genere, gli ibridi o le cultivar selezionate per il giardinaggio hanno uno sviluppo più compatto e contenuto.
Tempo altezza massima – 4 anni.
Esposizione – L’echinacea va coltivata in pieno sole; tollera anche la mezz’ombra, ma la fioritura sarà meno generosa.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra i -10 e 37 °C.
Terreno – Il terreno dev’essere fertile, ricco di humus e ben drenato. Le echinacee non amano la vicinanza stretta con altre specie; quindi, nel porle a dimora occorre riservare abbastanza spazio alla loro espansione. La zona dev’essere aperta e ben arieggiata.
Fioritura – Da fine maggio agli inizi di ottobre
Annaffiatura – Durante il periodo vegetativo di crescita, è importante non eccedere mai, evitando assolutamente ristagni idrici o terreni eccessivamente umidi, che le echinacee non tollerano.
Concimazione – La concimazione è utile per stimolare la fioritura; va fatta una volta sola a inizio primavera, con un concime a lenta cessione per piante fiorite o un concime organico alla base della pianta.
Potatura – La potatura non è strettamente necessaria. Alcuni preferiscono tagliare gli steli che hanno portato i fiori, altri lasciano le infiorescenze sulla pianta in quanto molto decorative anche in inverno.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione avviene per semina in primavera quando le temperature hanno raggiunto i 15 gradi. Per approfondire: Echinacea – Semina
Si possono dividere i cespi a primavera o in autunno, operazione necessaria dopo qualche anno dall’impianto quando si esaurisce la capacità della pianta di fiorire. Il momento più indicato per dividere la pianta di echinacea è la primavera (marzo per gran parte delle regioni d’Italia). Si deve individuare un buon punto di divisione, normalmente a metà del cespo. Con una manovra abbastanza decisa si separano le due parti e si estrae dal terreno (o dal vaso) la parte che si vuole mettere altrove. L’operazione non è particolarmente stressante per la pianta perché è fatta nel momento in cui naturalmente la pianta ritorna a crescere.
Più difficile la propagazione per talea, da farsi dall’autunno a inizio inverno.
Malattie – L’echinacea è una pianta robusta, resistente a malattie e parassiti. Può essere soggetta all’attacco di chiocciole e lumache: nel caso, si consulti l’articolo Come allontanare le lumache da orto e giardino.

Quando il fiore sfiorisce, prima che cadano tutti i petali, anche il bottone centrale cambia colore, fino a diventare completamente nero

L’analisi del DNA applicata per determinare il numero di specie di echinacea (nell’immagine la cultivar ‘Cheyenne Spirit’) ha concluso che, delle 40 popolazioni geneticamente diverse di echinacea studiate, ci sono dieci specie distinte
L’echinacea in fitoterapia – Proprietà e impiego
L’E. angustifolia era quella usata dagli indiani d’America e studiata dalla scuola di medicina eclettica nata negli Stati Uniti nella metà del XIX sec.
Gli studi sulla pianta ripresero attorno al 1930 e sono giunti ai giorni nostri. L’E. purpurea fu studiata soprattutto da ricercatori tedeschi alla fine degli anni ’80 del secolo scorso e attualmente è la più venduta anche se non ci sono motivi scientificamente validi per affermare che sia migliore dell’E. angustifolia. Anzi, gli unici studi che ne hanno dimostrato la superiorità sono stati condotti su animali.
Per capire come usare l’echinacea, rivolgiamoci ad alcune interessanti ricerche.
Lo studio di Melchart et al. (1998) ha rilevato che nel gruppo che assumeva placebo il 37% manifestò sintomi di raffreddore durante i tre mesi dell’esperimento contro il 32% di chi aveva assunto E. angustifolia e il 29% di chi aveva assunto E. purpurea.
Le differenze non sono significative (una protezione del 20% può non essere statisticamente significativa su un campione di 300 volontari divisi in tre gruppi come quello dell’esperimento). Il dosaggio dell’estratto di echinacea usato era però più basso (1:11) rispetto a quello di altri studi (1:5) che avevano dimostrato l’efficacia della pianta (come quello di Brauning, 1992).
Lo studio di Brinkeborn et al. (1999) studiò l’effetto dell’Echinacea purpurea ai primi sintomi di raffreddore su 199 volontari. Fu efficace nel 68% dei casi (240 mg di estratto al giorno per circa otto giorni). Anche lo studio di Hoheist et al. (1997) mostrò un’efficacia del 60% dell’Echinacea purpurea in pazienti colpiti da raffreddore; inoltre solo il 40% dei pazienti così curati subì una recidiva, contro il 60% di chi assunse placebo.

Linneo denominò l’echinacea Rudbeckia (O. Rudbeck era un botanico svedese del XVII sec.). Il genere fu poi rinominato da Moench (1794) come Echinacea (dal greco echinos, riccio) con riferimento alla struttura dei semi somiglianti appunto a un riccio.
Come per tutti i prodotti fitoterapici occorre distinguere fra certezze e ipotesi. La pianta è stata proposta come panacea per moltissime patologie, ma la ricerca seria finora ha accertato tre impieghi degni di nota:
- prevenzione delle malattie da raffreddamento;
- cura di tali patologie;
- cicatrizzazione delle ferite.
L’ultima proprietà non è particolarmente interessante perché esistono molte altre sostanze (fra cui l’aloe vera) che meglio assolvono al compito.
Controindicazioni
L’utilizzo è generalmente controindicato in caso di contemporanea assunzione di farmaci; il principio attivo, infatti, può interagire con alcuni enzimi deputati al metabolismo di alcuni farmaci. Dal momento che su tali interazioni non è stata fatta totalmente chiarezza, la somministrazione di echinacea in caso di assunzione di altre sostanze medicinali deve essere fatta sotto sorveglianza medica.
Attenzione: anche la Rudbeckia lanciata viene chiamata echinacea, ma è una pianta tossica; è opportuno assicurarsi sempre del tipo di echinacea che si assume.
Echinacea: la dose efficace
L’assunzione andrebbe fatta rispettando dosi minime; per l’E. angustifolia tali dosi sono 1 g di estratto puro 1:5 di radice e rizoma per la prevenzione e 3 g in presenza di sintomi. L’assunzione di dosi inferiori riduce notevolmente i benefici. Purtroppo molti integratori sul mercato, per ragioni di costi, propongono dosi piuttosto basse. Appare ragionevole fare cicli di 10-15 giorni durante la stagione fredda seguiti da interruzioni per un periodo equivalente. Durante tale interruzione è possibile utilizzare altre sostanze immunostimolanti (vedasi per esempio l’arginina).
È però necessario ricordare che l’interpretazione di numerose ricerche, fra cui quelle precedentemente citate, porta a concludere che assumere echinacea per lunghi periodi non previene significativamente i malanni stagionali; sembra infatti che l’organismo, dopo un certo periodo, reagisca annullando l’effetto della pianta; inoltre si deve tener conto che assumere echinacea ai primi sintomi è una misura efficace nel 60% dei casi contro un 40% della sostanza placebo: non sembrano numeri particolarmente interessanti perché entrano nell’ambito del trucco del placebo, soprattutto tenendo conto che il raffreddore è una patologia che si risolve da sé.
Cosa ci si può aspettare quindi dall’uso dell’echinacea? Qualche risultato lo si può ottenere, ma le difficoltà sopra citate le fanno preferire integratori di più recente formulazione, come per esempio i probiotici.
A chi serve
Rifacendosi a quanto riportato precedentemente, l’assunzione di echinacea (consigliata la variante angustifolia) è utile per la prevenzione delle malattie da raffreddamento quali tosse, sinusite e raffreddore.
Per quanto riguarda invece la cura di tali patologie, è opportuno ricordare che l’assunzione del principio attivo ai primi sintomi risulta efficace nel 60-70% dei casi.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, echinacea ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba.