La duranta è una pianta perenne arbustiva sempreverde a portamento rampicante o strisciante; Il genere Duranta, che comprende una circa trentina di specie, fa parte della famiglia delle Verbenacee.
Classificazione – Genere: Duranta; famiglia: Verbenacee.
Origine – Il genere è originario dell’America centrale e meridionale.
Habitat – Zone costiere rocciose o sabbiose con pieno sole.
Usi – La duranta è usata sia come pianta singola, in piena terra o in vaso, sia insieme ad altre specie per creare siepi, oppure, nel caso delle specie rampicanti, per creare spalliere.
Etimologia – Il nome del genere, Duranta, è un omaggio a Castore Durante (1529-1590), medico, botanico e poeta italiano, autore del celebre Herbario Nuovo.
Curiosità – La Duranta erecta, una delle specie più note è considerata una specie invasiva in Australia, Cina, Sud Africa e in diverse isole del Pacifico.

I fiori blu della Duranta erecta sono seguiti da frutti gialli lunghi fino a un centimetro
Duranta – Coltivazione
La duranta presenta steli semilegnosi alla base, erbacei in cima, con il colore che parallelamente vira dal grigio al verde pallido. Le foglie sono lanceolate e dentellate, verde chiaro e perenni, tranne che in zone dal clima molto rigido, dove questo arbusto si considera semisempreverde. Dalla primavera fino all’autunno inoltrato la duranta produce fiori a grappoli penduli, ciascuno con 5 petali di colore blu o viola, con margini bianchi, molto profumati. Dopo la fioritura si sviluppano bacche giallo-oro, velenose per l’uomo e per cani e gatti, ma commestibili per gli uccelli.
La specie più nota è la Duranta repens, a portamento strisciante o eretto (in questo caso detta Duranta erecta e alta fino a 6 metri), con fiori che possono andare dal viola all’azzurro al bianco.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 2,5-3 m circa; larghezza: 2 m.
Tempo altezza massima – 10 anni circa.
Esposizione – L’esposizione ideale per garantire a una duranta buona salute e una fioritura rigogliosa è in un luogo soleggiato, ma se si vive in una regione molto calda è meglio prediligere la mezz’ombra, purché la pianta riceva la luce diretta del sole almeno 4-5 ore al giorno (non quelle centrali), altrimenti produrrà molte foglie ma pochi fiori. Si tratta di un arbusto che teme molto il freddo, quindi se si vive in una zona con inverni molto rigidi è meglio coltivarlo in vaso, in modo da poterlo spostare al riparo quando le temperature scendono troppo, evitando così i danni che le gelate possono causare all’apparato radicale. Sia in estate sia in inverno, la base della duranta va protetta con una leggera pacciamatura di foglie secche e, in inverno, può essere necessario aggiungere teli traspiranti sulla parte aerea.
Temperatura – Riesce a sopravvivere a temperature comprese tra -5 e 40 °C.
Terreno – Il terreno più indicato per la duranta è soffice, ricco di sostanze organiche e ben drenato, anche se questa pianta si adatta bene al comune terriccio da giardino. Non deve essere interrata in un terreno argilloso e compatto, invece, perché non riuscirebbe a svilupparsi liberamente.
Fioritura – A partire dalla primavera fino ad autunno inoltrato.
Annaffiatura – Le annaffiature devono essere regolari e frequenti durante l’estate, sporadiche in primavera e autunno, mentre possono essere sospese in inverno, salvo periodi di particolare siccità. In generale vale la regola di annaffiare solo quando il terreno ha completamente assorbito l’acqua di irrigazione precedentemente fornita. Se coltivata in vaso, la duranta richiederà maggiore quantità di acqua anche in inverno.
Concimazione – La concimazione va fatta una volta al mese diluendo del concime liquido per piante da fiori nell’acqua di irrigazione, oppure ogni due mesi con concime granulare a lento rilascio.
Potatura – La duranta va sottoposta a potatura a fine inverno oppure tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, sia per dare alla pianta la forma desiderata, sia per recidere i rami incrociati o rovinati che possono soffocare le parti retrostanti. La potatura favorirà la produzione di rami nuovi se i vecchi vengono recisi fino a 1/3 della loro lunghezza.
Rinvaso – Se coltivata in vaso, questa pianta va rinvasata ogni tre anni circa, o comunque quando le radici crescono al punto da fuoriuscire dai fori di scolo sotto il vaso. Al rinvaso, il terriccio va sostituito interamente.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione della duranta può avvenire per seme o per talea. La semina si effettua in primavera, con terriccio specifico in un contenitore protetto, poi quando le nuove piantine sono abbastanza robuste possono essere messe a dimora in vasi singoli o in piena terra. Questo metodo però non garantisce esemplari identici alla pianta madre, per ottenerli bisogna ricorrere alla talea: nel mese di marzo vanno prelevate porzioni di steli, private delle foglie e messe a radicare in un composto di sabbia e torba mantenuto sempre umido fino all’attecchimento delle nuove radici e alla comparsa delle nuove foglie; a questo punto le nuove piantine possono essere trapiantate in singoli vasi più grandi e, dopo che si saranno irrobustite a sufficienza, messe a dimora definitiva. La messa a dimora in piena terra deve essere fatta in primavera, ai primi caldi.
Malattie – La duranta è sensibile agli attacchi di parassiti quali afidi e cocciniglia e alle malattie fungine provocate dal ristagno idrico, per questo è importante che il terreno sia drenante e le annaffiature non eccessive. Per combattere i parassiti esistono, oltre ai comuni antiparassitari, anche rimedi naturali, come l’antiparassitario all’ortica o all’aglio.

Il nome della duranta deriva da quello del botanico del ‘500 Castore Durante
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, duranta ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.