Con il termine Cymbidium si fa riferimento a un genere di piante epifite, litofite e terrestri appartenenti alla famiglia delle Orchidacee diffuse soprattutto in Cina, in India, in Africa e in Australia. Si ricorda che si definiscono epifite quelle piante che vivono su altre piante, non per trarne nutrimento (non svolgono quindi attività parassitaria), ma per utilizzarle come sostegno; le litofite crescono sulle rocce con l’apparato radicale ricoperto da muffe, licheni o altri residui vegetali; le piante terrestri (spesso dette terricole) crescono con le radici ancorate al suolo.
Il nome Cymbidium deriva da un termine greco, kombos, che significa cavità; il riferimento è alla forma del labello, ovvero, in ambito botanico, la formazione labbriforme di una parte del fiore. Il sostantivo maschile italianizzato del genere è cimbidio.
Molte di queste orchidee sono dotate di pseudobulbo, organo che deriva dall’ingrossamento di una porzione del fusto; serve alla pianta per accumulare acqua ed energia sotto forma di carboidrati.
Il primo a descrivere formalmente il genere è stato Olof Peter Swartz, botanico e tassonomista svedese; Schwarz ne pubblicò la descrizione nel 1799 nell’opera Nova acta Regiae Societatis Scientiarum Upsaliensis.
Cymbidium – Le specie più note
Esistono decine di specie di Cymbidium (più di 90), tra quelle più note si possono ricordare le seguenti:
- aloifolium
- bicolor
- devonianum
- eburneum
- finlaysonianum
- hookerianum
- insigne
- lowianum
- sinense
- tracyanum.
Le orchidee appartenenti a questo genere sono particolarmente apprezzate (sono infatti particolarmente decorative) e la loro coltivazione risale a tempi antichissimi; fra le varie tipologie di orchidea utilizzate come piante da interno sono tra le meno esigenti e, peraltro, pur non essendo esenti da avversità, risultano meno delicate di orchidee appartenenti ad altri generi.
Una curiosità, la specie Cymbidium hookerianum è utilizzata per scopi culinari nel Bhutan; tradizionalmente, infatti, è cucinata in un curry piccante e questo piatto particolare, considerato una vera e propria prelibatezza, è detto olatshe.
Descrizione e immagini
Di seguito una breve descrizione delle orchidee più note.
Cymbidium aloifolium – Può essere epifita o litofita; ha pseudobulbi avvolti dalle foglie basali. L’infiorescenza si sviluppa durante il periodo primaverile e può raggruppare poco meno di 50 fiori dal colore giallo scuro che si sviluppano all’estremità di fusti penduli che possono raggiungere i 70-75 cm. È diffusa soprattutto nei Paesi dell’Asia sud-orientale. Ama le posizioni ombreggiate, ma comunque luminose.
Cymbidium aloifolium
Cymbidium bicolor – È una pianta epifita che cresce sulle latifoglie. Ha pseudobulbi ellissoidali con foglie spesse e coriacee bilobate all’apice. Fiorisce nel corso delle stagioni primaverile ed estiva, con un’infiorescenza che porta circa 20-25 fiori profumati di circa 4-5 cm di colore rosso con bordi verdi. È diffusa in alcuni Paesi dell’Asia; è preferibile coltivarla in vasi con terriccio fertile; è opportuno posizionarla in un ambiente luminoso evitando però i raggi solari diretti.

Cymbidium bicolor
Cymbidium devonianum – È una pianta epifita o litofita con pseudobulbi di piccola dimensione e dalla forma ovoidale avvolti da brattee che portano al loro apice poche foglie spesse e coriacee. Fiorisce nel corso delle stagioni primaverile ed estiva, con un’infiorescenza che porta dai 15 ai 25 fiori di colore variabile e di dimensioni che vanno dai 3 ai 4,5 cm. È diffusa in alcuni Paesi dell’Asia. Le modalità di coltivazione sono pressoché le medesime della specie C. bicolor.

Cymbidium devonianum
Cymbidium eburneum – È considerata una delle più belle orchidee del genere Cymbidium; è originaria dell’India; è una pianta epifita che fiorisce tra la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile. Dagli pseudobulbi, avvolti alla base da molte foglie, si formano, durante la stagione primaverile degli steli lunghi non più di 30 cm con due fiori di colore bianco con talvolta striature molto leggere di color porpora. Dalla sua ibridazione con il Cymbidium lowianum è stato creato, nel 1889, il primo ibrido del genere, denominato Cymbidium eburneolowianum. Non è molto facile da coltivare.
Cymbidium eburneum
Cymbidium finlaysonianum – È una pianta epifita o litofita con pseudobulbi di forma conica od ovoidale ricoperti da foglie. L’infiorescenza porta diversi fiori di circa 5-6 cm di diametro leggermente profumati. È diffusa soprattutto nel sud-est asiatico. Preferibilmente dovrebbe essere coltivata in serra in vasi con substrato di corteccia e perlite.

Cymbidium finlaysonianum
Cymbidium hookerianum – Pianta epifita o litofita ha pseudobulbi ovoidali con grandi foglie. Fiorisce a partire dalla fine dell’inverno con un’infiorescenza lunga fino a circa 70 cm che porta dai 6 ai 15 fiori, piuttosto grandi e molto profumati. È originaria dell’Asia orientale. È meglio coltivarla in vasi con terriccio fertile, in zone luminose, ma riparate dai raggi diretti del sole.

Cymbidium hookerianum
Cymbidium insigne – Pianta epifita originaria del sud-est asiatico. Ha pseudobulbi di forma ovoidale con foglie le cui dimensioni si riducono man mano che si procede verso l’alto. Fiorisce dall’autunno alla primavera con un’infiorescenza molto lunga (100-150 cm) con molti fiori (poco meno 30), non profumati, piuttosto appariscenti e di circa 8 cm di diametro. Ama le temperature fresche.

Cymbidium insigne
Cymbidium lowianum – Originaria dell’India, della Cina, del Myanmar, della Tailandia e del Vietnam. Fiorisce a partire dalla stagione invernale fino a quella primaverile con 15-30 fiori di grandi dimensioni (circa 10 cm di diametro). Dovrebbe essere coltivata in serra fredda con luce da media a intensa, preferibilmente in vasi con corteccia e perlite.

Cymbidium lowianum
Cymbidium sinense – Pianta prevalentemente epifita, può anche essere litofita. Ha pseudobulbi di forma ovoidale. Fiorisce di norma dall’autunno alla primavera con un’infiorescenza basale che porta circa una ventina di fiori profumati con un diametro di circa 5 cm. Andrebbe coltivata in zone a mezz’ombra, ben arieggiate, in un substrato caratterizzate da un buon drenaggio, per esempio un terreno argilloso oppure in un mix di perlite (40%), ghiaia (25%) e corteccia (35%).

Cymbidium sinense
Cymbidium tracyanum – Pianta prevalentemente epifita, raramente litofita; è originaria dell’Asia orientale. Ha pseudobulbi di forma ovoidale avvolti alla base da guaine portanti foglie di colore chiaro. La fioritura va dall’autunno all’inizio della stagione invernale con un’infiorescenza lunga dai 90 ai 130 cm circa portante dai 10 ai 20 fiori, molto grandi, appariscenti e profumati. Preferibilmente va coltivata in contenitori con terriccio fertile in aree luminose, evitando l’esposizione diretta ai raggi solari.

Cymbidium tracyanum

Cymbidium tracyanum
Cymbidium – Cura
Esposizione – Le orchidee Cymbidium hanno generalmente bisogno di molta luce, ma non devono essere esposte ai raggi solari diretti. Sono piante piuttosto resistenti in grado di sopportare temperature anche basse, ma d’inverno è opportuno spostarle in casa avendo cura di assicurare alla pianta una certa umidità.
Temperatura – Possono esserci differenze fra le varie specie che, come detto, sono piuttosto numerose; in linea generale, il range ottimale va tra i 15 e i 18 °C, anche se possono sopportare abbastanza bene temperature più alte o più basse.
Terreno – Esistono in commercio substrati specifici per le orchidee, spesso si tratta di una miscela di torba bionda e corteccia di pino. Si tratta comunque di piante che si adattano bene anche ad altri substrati; l’importante è soprattutto assicurare loro un buon drenaggio (per esempio un mix di corteccia, 50%, argilla espansa, 25%, terriccio, 25%.
Animali e bambini – Le orchidee del genere Cymbidium sono ritenute fiori sicuri.
Annaffiatura – Le piante del genere Cymbidium devono essere annaffiate regolarmente, ma mai troppo abbondantemente. Per regolarsi è consigliabile verificare l’umidità del terriccio; se si nota che è quasi asciutto si può procedere con l’annaffiatura. Il ristagno idrico deve essere accuratamente evitato. È bene che nel sottovaso sia presente dell’argilla espansa. Le irrigazioni devono essere più frequenti nella stagione estiva.
Moltiplicazione – La moltiplicazione può essere effettuata per talea (si preleva una talea di circa 10 cm e la si posizione in un contenitore con terriccio specifico per orchidee; si formeranno radici aeree che andranno poi messe a dimora in un substrato leggero) oppure per seme, ma si tratta di una tecnica che richiede molto tempo e che risulta più difficile.
Rinvaso – Le orchidee Cymbidium non amano particolarmente il rinvaso che può essere eseguito ogni due-tre anni circa in un vaso un po’ più grande del precedente.
Concimazione – A partire da marzo, l’orchidea Cymbidium va concimata ogni tre settimane circa con concime specifico (facilmente reperibile online o nei negozi specializzati) da diluire nell’acqua delle irrigazioni. In linea di massima si può seguire questo schema:
- fase di ripresa vegetativa: concime NPK con formula 30:10:10 (vale a dire 10 parti di azoto, 10 di fosforo e 10 di potassio)
- periodo di fioritura: concime NPK con formula 10:30:20
- altri periodi: concime NPK con formula 20:20:20.
Per il dosaggio si seguano le indicazioni riportate sull’etichetta del prodotto. È opportuno che le concimazioni siano fatte quando il substrato di coltivazione è inumidito allo scopo di evitare un’eccessiva concentrazione di sali minerali, un’evenienza che potrebbe far soffrire l’apparato radicale.
Periodicamente (in modo indicativo ogni sei irrigazioni concimanti) si effettui un’irrigazione senza aggiunta di fertilizzante. Per approfondimenti si veda Concimi per orchidee.
Fioritura – Dipende dalle varie specie; in linea di massima dal tardo autunno fino a primavera.
Potatura – Utilizzando cesoie debitamente disinfettate, si procede con la potatura delle parti danneggiate o essiccate.
Malattie – Le orchidee Cymbidium non sono fra le più delicate; ciò non significa che non possano verificarsi problemi; alcuni di questi sono riconducibili a una gestione non impeccabile (errori nell’esposizione alla luce, irrigazioni eccessive o, al contrario, troppo scarse). Un problema che molti lamentano è il marciume radicale, generalmente causato da irrigazioni troppo abbondanti e ravvicinate. Fra le possibili avversità si ricordano gli afidi, il ragnetto rosso, la cocciniglia e la botrite. Anche le limacce e le chiocciole possono rovinare la pianta. Si consulti per approfondimenti l’articolo Malattie delle orchidee.
Cymbidium – Significato del fiore
Un’orchidea Cymbidium è consigliata come regalo alla sposa nel giorno del 28esimo anniversario di matrimonio (nozze d’ambra).
Per quanto riguarda il significato delle altre orchidee in florigrafia si consulti l’articolo Significato dei fiori.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, guzmania ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.