Il crespino (Berberis vulgaris) è una pianta arbustiva del genere Berberis, facente parte della famiglia delle Berberidacee. Il genere Berberis comprende molte centinaia di specie di arbusti, sia sempreverdi sia decidui.
Classificazione – Generis: Berberis; famiglia: Berberidacee.
Origine – I berberis sono originari delle regioni temperate e subtropicali di Europa, Asia, Africa, Nord America e Sud America.
Habitat in Italia – L’habitat naturale del crespino è quello collinare e montano, dai duecento fino ai milleottocento metri sul livello del mare; è una pianta spontanea presente in quasi tutte le regioni del nostro Paese, a eccezione di quelle più meridionali e delle isole maggiori.
Usi – Il crespino è conosciuto anche per le sue proprietà fitoterapiche, in particolare dei suoi frutti. Tuttavia, è coltivato con molta fortuna nei giardini per la bellezza e i colori cangianti delle sue foglie. Si tratta di una delle piante più indicate per comporre siepi antintrusione.
Etimologia – L’etimologia del termine Berberis è controversa, secondo la tesi maggiormente diffusa deriverebbe dal nome arabo del frutto, barbaris, ma non tutti gli autori sono concordi. L’epiteto specifico, vulgaris, deriva da vulgus, volgo; il riferimento è alla sua notevole diffusione.
Altri nomi – Crespino comune.
Indice

Il Berberis thunbergii nella varietà ‘Golden Ring’ ha foglie purpuree con il bordo giallo che virano sul rosso in autunno
Crespino – Specie
Nella pratica del giardinaggio, oltre al crespino comune, si utilizzano altre specie particolarmente indicate per la loro versatilità e per il fogliame ornamentale, particolarmente apprezzato per i colori autunnali. Alcune specie sono coltivate per il giardino roccioso, altre invece hanno un portamento nano non superando in metro di altezza. Di seguito una breve descrizione.
- Il Berberis thunbergii è il cosiddetto crespino giapponese: è un albero deciduo molto fitto coltivato per il suo fogliame verde intenso nella parte superiore e verde blu in quella inferiore. In autunno le foglie virano su un rosso deciso. È una delle specie più usate per creare siepi. Ne esiste anche una versione nana che non supera i sessanta centimetri di altezza. La cultivar ‘Aurea’ ha foglie di un giallo brillante.
- Il Berberis x stenophylla è un arbusto sempreverde molto vigoroso dai rami arcuati.
- Il Berberis darwinii (crespino di Darwin) è originario del Cile e dell’Argentina, molto apprezzato per il colore rosso arancione dei fiori.
- Il Berberis aggregata (crespino rosa), originario della Cina, è una delle specie a fioritura più tarda: a inizio estate produce delle pannocchie di fiori giallo pallido, seguiti da frutti rossi.
- Il Berberis microphylla, noto anche come calafate, è un arbusto semideciduo (perde le foglie solo nei climi più freddi) originario del Cile e dell’Argentina. Si contraddistingue per i fiori arancioni –giallo scuri e per i frutti, bacche porpora scuro. Soprattutto nei giardini anglosassoni è molto usata la versione nana, Berberis microphylla ‘Pygmaea’, compatta e senza spine, che in Italia si trova soprattutto nei negozi on line.
Quasi tutte le specie di crespino sono spinose e tutte le parti della pianta, se ingerite, possono provocare un leggero mal di stomaco. Le spine sono particolarmente urticanti, ma rendono il crespino un’ottima soluzione per le siepi difensive. I frutti della pianta sono eduli e i fiori poco appariscenti sono però utili per l’apicoltura. In giardino attira gli uccelli e la fauna selvatica.

I frutti rossi del crespino
Crespino – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: circa 3 metri; larghezza: circa un metro.
Tempo altezza massima – 5 anni circa.
Esposizione – Il crespino è una pianta molto rustica che cresce bene in pieno sole; tollera anche la mezz’ombra, ma non la copertura di altre piante o di edifici.
Temperatura – Vista la sua rusticità, il crespino tollera temperature anche molto rigide.
Terreno – Per quanto riguarda il terreno, si adatta sia terreni acidi sia quelli basici (pH compreso tra 5 e 8). Può essere messo a dimora anche in terreni argillosi, facendo attenzione però di evitare i ristagni idrici. In estate riesce a sopportare la carenza idrica, in quanto non necessita d’irrigazione copiose.
Fioritura – Il crespino fiorisce nel periodo primaverile-estivo.
Annaffiatura – Nel primo anno d’impianto le annaffiature dovranno essere regolaari e abbondanti, evitando però i ristagni idrici. A seguire, la pianta può vivere bene anche con la sola acqua piovana, se non per qualche irrigazione di soccorso durante periodi di prolungata siccità.
Moltiplicazione e impianto – Generalmente il crespino viene messo a dimora partendo da piccole piantine, nel periodo che va da settembre ad aprile per le versioni sempreverdi, è da ottobre a marzo per quello decidue. A seconda delle zone termiche conviene comunque evitare l’impianto nei mesi più freddi dell’anno. È possibile anche fare talee semi legnose alla fine dell’estate.
Concimazione – La pianta non necessita di particolari operazioni di concimazioni: potrà essere sufficiente la consueta concimazione autunnale con un prodotto a lenta cessione.
Potatura – Si pota in genere dopo la fioritura, se si rinuncia alla produzione di bacche. I rami spinosi rendono l’operazione pericolosa, quindi al potatura dovrà essere fatta con guanti e dovute protezioni alle braccia e al volto.
Malattie – Il crespino è una pianta molto resistente alle malattie e parassiti: gli unici degni nota sono gli attacchi di oidio e afidi. La pianta è un ospite intermedio della ruggine del grano, pertanto non è consigliabile la sua coltivazione nelle aree agricole dove sono coltivati cereali.
Il crespino in fitoterapia
Il crespino (Berberis vulgaris) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Berberidacee. Si presenta sotto forma di arbusto dalla corteccia grigiastra; cresce nei pascoli, nelle zone aride di montagna e ai margini dei boschi.
Del crespino vengono utilizzati foglie, corteccia della radice e frutti.
La fitoterapia attribuisce al crespino numerose proprietà, questa pianta infatti viene considerata come tonica, astringente, febbrifuga e diuretica. Tradizionalmente viene consigliato per il trattamento di disturbi di tipo gastrointestinale (dispepsia, diarrea, gastrite e flatulenza).
I componenti principali degli estratti del crespino sono alcuni alcaloidi (berberina, oxicantina, berbamina, jatrorrizina e magnoflorina).
Uno dei principi attivi contenuti nella pianta, la berberina, ha suscitato un certo interesse per le sue presunte proprietà ipocolesterolemizzanti e ipoglicemiche; fu uno studio del 2004 pubblicato su Nature Medicine (Kong, Wei J, Abidi et al. – Berberine is a novel cholesterol-lowering drug working through a unique mechanism distinct from statins) che portò tale alcaloide sotto la luce dei riflettori; sembra infatti che la berberina sia in grado di ridurre i livelli di colesterolo con un meccanismo diverso da quello delle note statine; i ricercatori stanno quindi valutando la possibilità di una sinergia fra queste ultime e berberina.
Altri studi sono concentrati sulle capacità ipoglicemizzanti della berberina; alcuni esperimenti sembrano indicare una certa efficacia in soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2. Ovviamente sono necessari ulteriori conferme prima di poter parlare di comprovata efficacia.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.