Cotoneaster è un genere che raccoglie più di 200 specie di piante arbustive perenni della famiglia delle Rosacee.
Classificazione – Genere: Cotoneaster; famiglia: Rosacee.
Origine – Il genere è originario di Europa, Asia e Africa settentrionale.
Habitat – Nelle zone di origine, l’habitat naturale del cotoneaster è rappresentato dai boschi delle zone montuose.
Usi – Le specie più vigorose di cotoneaster raggiungono le dimensioni di piccoli alberi, ma quelle più utilizzate nei giardini italiani sono le varietà di cotoneaster adatte per realizzare siepi o bordure miste. Alcune varietà hanno un portamento prostrato e si possono utilizzare come tappezzanti o alla base di alberi d’alto fusto.
Etimologia – Il nome del genere, Cotoneaster, deriva dall’unione del termine greco kydonéa, cotogno, e dal suffisso dispregiativo astér dando vita al nome comune cotognastro.
Altri nomi – Cotognastro, cotonastro.
Indice

Nel Cotoneaster lacteus i fiori crescono alla sommità dei rami e i frutti rossi permangono sulla pianta per tutto l’inverno
Cotoneaster – Specie principali
Le varie specie di cotoneaster sono tutte piante rustiche che sopportano molto bene il freddo, anche se preferiscono una buona protezione dai venti. Alcune specie di cotoneaster sono naturalizzate e si possono trovare anche allo stato selvatico. Quelli più comuni nei giardini italiani sono di tipo arbustivo: il Cotoneaster lacteus, il salicifolius, l’horizontalis, il franchetii e il dammeri.
A differenza di questi, il Cotoneaster frigidus è invece un vero e proprio albero, deciduo, dal portamento colonnare o espanso. La corteccia è grigia e si sfalda. Produce fiori bianchi raccolti in grappoli densi. Sono seguiti da frutti rossi penduli. Questa specie si distingue per le foglie dal margine dentato, verdi nella pagina superiore e grigie e pelose in quella inferiore. Può raggiungere un’altezza massima di dieci metri.
Vediamo ora le specie arbustive più comuni.
- Cotoneaster lacteus – Il Cotoneaster lacteus è un fitto arbusto sempreverde che deve il suo nome ai fiori di colore bianco latte chi nascono in estate sulle cime dei rami. La fioritura è molto copiosa ed è seguita dalla comparsa di frutti rossi che rimangono sulla pianta per tutto l’inverno.
- Cotoneaster salicifolius – Anche il Cotoneaster salicifolius è un tipo di cotoneaster sempreverde originario della Cina. La varietà più famosa è lo Gnom che viene usato come tappezzante; le altre varietà invece possono raggiungere anche i cinque metri di altezza.
- Cotoneaster horizontalis – Come dice il nome, è coltivato esclusivamente come tappezzante. Si tratta di un arbusto deciduo che produce in primavera fiori bianchi con sfumature rosa. Può raggiungere al massimo l’altezza di un metro . Si ricopre in autunno di bacche variamente colorate (giallo, rosse).
- Cotoneaster franchetii – Si tratta di un arbusto sempreverde o semi deciduo dotato di un portamento molto espanso, con rami a forma arcuata. Si distingue per le foglie più piccole rispetto agli altri cotoneaster, di colore grigioverde e bianche nella pagina inferiore. Viene utilizzato isolato oppure per formare macchie nei prati.
- Cotoneaster dammeri – Si tratta della specie più comune presente dei nostri giardini. È un arbusto sempreverde a portamento prostrato che raggiunge al massimo l’altezza di sessanta centimetri. I fiori bianchi solitari sono seguiti da frutti rossi. Il fogliame si distingue per il verde lucido. Può essere usato con successo come coprisuolo in zone aride e difficili del giardino o nel giardino roccioso.

Le bacche rosse di un Cotoneaster dammeri
Cotoneaster – Coltivazione
Vita – Piante perenni.
Dimensioni – Variano a seconda delle specie; alcune di queste sono arbusti, altre sono piccoli alberi.
Tempo altezza massima – La crescita è molto lenta e in alcuni casi possono occorrere più di 15 anni perché alcune piante arrivino al loro massimo sviluppo.
Esposizione – Le specie sempreverdi tollerano anche la mezz’ombra, mentre quelle decidue crescono bene nelle posizioni più luminose e assolate.
Temperatura – I cotoneaster tollerano temperature comprese tra -15 e 40 °C.
Terreno – Il terreno deve essere moderatamente fertile e ben drenato, anche se tollera periodi di siccità e di carenza idrica.
Fioritura – Il periodo di fioritura varia a seconda delle varie specie; alcune fioriscono in primavera, in altre si ha una fioritura autunnale che si protrae anche in inverno.
Annaffiatura –Il terreno non deve avere ristagni idrici e le irrigazione possono essere contenute, limitate solo ai periodi più caldi dell’anno.
Moltiplicazione e impianto – Il cotoneaster può essere messo a dimora in qualunque periodo dell’anno ad eccezione di quelli più freddi. Per la moltiplicazione in genere si usa la tecnica della propaggine.
Concimazione – Il cotoneaster non è una pianta molto esigente: è sufficiente una concimazione organica all’inizio della primavera e a fine autunno.
Potatura – La potatura non è un’operazione molto complessa e si limita al taglio dei rami secchi o per dare una forma più ordinata all’arbusto.
Malattie – Sfortunatamente la pianta è abbastanza sensibile ad attacchi di parassiti come cocciniglie e bruchi di farfalle. È soggetto anche al colpo di fuoco batterico, una malattia causata da un batterio, l’Erwinia amylovora, molto pericoloso che attacca molte specie delle Rosacee e che può compromettere la vita della pianta. La malattia è così pericolosa che vige in Italia l’obbligatorietà degli interventi di eliminazione delle piante infette. Il cotoneaster è sensibile anche agli attacchi di armillaria, un fungo che causa il marciume radicale.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.