La Cornus sanguinea, o sanguinella, è un arbusto del genere Cornus della famiglia delle Cornacee, che deve il suo nome al colore rosso vivo delle sue foglie in autunno. È molto diffuso in Europa centrale e Asia minore. Cresce spesso vicino a foreste e corsi d’acqua e può raggiungere un’altezza massima di 5 metri. Esistono anche varietà nane, ideali per i piccoli giardini.
La fioritura della Cornus sanguinea avviene fra maggio e giugno, con piccoli fiori bianchi e profumati che attirano le api, poiché questo arbusto è anche una pianta mellifera.

In estate la Cornus sanguinea produce frutti (drupe) verdi, che diventano neri a maturazione e non sono commestibili per l’uomo, ma vengono mangiati dagli uccelli e da alcuni piccoli mammiferi.
Cornus sanguinea – Coltivazione
Esposizione – L’esposizione ideale è in un luogo raggiunto dal sole almeno qualche ora al giorno, e questa pianta si adatta bene a tutti i climi e a tutte le temperature, teme solo i venti gelidi. Se possibile, è utile mettere a dimora la sanguinella vicino a specchi d’acqua, poiché è abituata ad ambienti umidi.
Terreno – Non necessita di molte cure specifiche, ma predilige un terreno calcareo, non troppo compatto e sempre umido, pur sopportando bene la siccità.
Annaffiatura – Le annaffiature sono indispensabili solo in estate, nelle altre stagioni sono sufficienti le piogge, salvo in caso di periodi particolarmente siccitosi (oltre 15 giorni).
Moltiplicazione e impianto – La Cornus sanguinea si propaga spontaneamente e molto velocemente anche senza l’intervento dell’uomo, tanto che è considerata anche una pianta infestante. Per questo è molto utilizzata per rinverdire zone in cui le altre piante faticano a svilupparsi o per creare siepi.
La moltiplicazione della sanguinella può avvenire per semina o per talea. La semina si effettua in primavera interrando i semi in vasi tenuti in luogo riparato e con terriccio specifico; quando i nuovi germogli si sono irrobustiti a sufficienza, possono essere rinvasati in vasi singoli e solo dopo un paio d’anni si procede alla messa a dimora definitiva. La talea invece si effettua in estate, prelevando porzioni di rami di circa 10 cm e interrandoli in un miscuglio di sabbia e torba in luogo freddo ma riparato fino alla radicazione, dopo la quale si procede al rinvaso e solo dopo un paio d’anni alla messa a dimora definitiva. Le nuove piante avranno la prima fioritura dopo il terzo anno di vita.
La Cornus sanguinea può essere coltivata anche in vaso, ma richiede maggiori attenzioni: nel periodo vegetativo (tarda primavera-estate) va annaffiata con regolarità, unendo all’acqua del concime liquido, va potata più di frequente e va rinvasata ogni 2 anni sostituendo completamente il terriccio.

I polloni basali della Cornus sanguinea sono molto resistenti e vengono usati per fabbricare ceste
Concimazione – La Cornus sanguinea non richiede invece concimazione, perché cresce bene anche in un terreno poco fertile. Al momento della messa a dimora, è possibile semplicemente arricchire il terreno con dello stallatico in quantità moderata.
Potatura – La potatura della Cornus sanguinea è necessaria solo per guidare l’impetuosa crescita cespugliosa di questo arbusto, per prelevarne i polloni basali (rami che si sviluppano dalla base del fusto) o per rimuovere antiestetici rami secchi, e va fatta dopo la fioritura. È importante inoltre eliminare eventuali erbe infestanti che possono crescere alla base della pianta.
Malattie – La Cornus sanguinea, infine, teme gli attacchi degli afidi e del ragnetto rosso, da combattere con insetticidi specifici.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, cornus ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.