La convallaria è una pianta erbacea perenne; il genere Convallaria fa parte della famiglia delle Asparagacee.
Classificazione – Genere: Convallaria; famiglia: Asparagacee.
Origine – Il genere comprende piante erbacee perenni rizomatose di origine europea e asiatica.
Habitat in Italia – Boschi ombrosi della zona submontana.
Usi – Tappetti erbosi e bordure.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal latino convallis che significa convalle, pendio.
Altri nomi – La Convallaria majalis è nota anche come mughetto o Giglio delle convalli.
Indice

Il mughetto (Convallaria majalis) è la pianta più conosciuta del genere Convallaria
Convallaria majalis e Convallaria japonica
Le specie più note sono la Convallaria japonica e la Convallaria majalis. La prima è di origine asiatica, ha fogliame fitto e sottile, simile ad alti fili d’erba, e portamento tappezzante, per questo viene usata per creare tappeti erbosi, posizionando la diverse piante a distanza di circa 10 cm l’una dall’altra e attendendo qualche anno, dato che la loro crescita è lenta; la seconda invece è più nota con il nome di mughetto (rimandiamo all’articolo corrispondente per gli approfondimenti), cresce spontanea nei boschi delle Prealpi, è una tipica pianta da sottobosco, ha foglie lanceolate e produce bei fiori bianchi a campanella ricurvi.
Convallaria – Coltivazione
Vita – Piante perenni.
Dimensioni – Le piante appartenenti a questo genere sono dimensioni ridotte, in quanto raggiungono un’altezza massima di circa 40 cm.
Tempo altezza massima – 2 anni.
Esposizione – Per tutte le specie l’esposizione ideale è all’ombra, vicino agli alberi, in un terreno umido. Amano quindi il freddo ma tollerano il caldo, purché non siccitoso e se non esposte in pieno sole.
Temperatura – Le piante di questo genere tollerano temperature comprese tra -15 e 37 °C.
Terreno – L’apparato radicale rizomatoso va ben interrato in posizione orizzontale, in un terriccio acido, in modo che assuma dal terreno l’acqua e il materiale organico di cui necessita. Nei terreni aridi e calcarei la convallaria non trova spazio per il proprio apparato rizomatoso.
Fioritura – Da metà aprile a fine maggio.
Annaffiatura – Nonostante il loro terreno debba sempre essere umido, però, bisogna fare attenzione a non bagnare anche le foglie e i fiori. L’annaffiatura è inoltre necessaria solo nei periodi caldi.
Concimazione – Se posizionate vicino agli alberi, le convallaria traggono nutrimento dall’humus prodotto dalle foglie che cadono a terra, perciò non è necessario concimarle, se non in caso di indebolimento o per infoltire le foglie della japonica e stimolare la fioritura nel mughetto. Il periodo ideale per la concimazione è in autunno o a fine inverno, e il concime consigliato è la cornunghia, di origine animale, a lento rilascio e molto ricco di azoto, che previene la formazione di muffe e funghi nel terreno.
Potatura – Grazie alle dimensioni ridotte e alla crescita lenta, queste piante non richiedono potatura.
Moltiplicazione e impianto – Le convallaria si propagano per seme o, più efficacemente, con la suddivisione dei rizomi da effettuarsi in autunno.
Malattie – Le convallaria infatti sono molto rustiche, ma possono soffrire di malattie fungine legate all’umidità del loro ambiente, eventualmente affrontabili con appositi spray fungicidi. Temono inoltre il ristagno idrico, che può causare marciume radicale. Per evitarlo, poiché queste piante assorbono l’acqua lentamente, è opportuno applicare l’irrigazione a goccia invece di quello a pioggia.
Convallaria japonica nana
Una varietà particolare di Convallaria japonica è la convallaria nana, che non raggiunge i 30 cm di altezza ma è molto fitta, adatta a delimitare bordure fiorite. Bisogna tenere a mente però che, pur somigliando a un normale manto erboso, la convallaria nana non è calpestabile.
Essa è adatta ai tappeti erbosi posti all’ombra, anche sotto grandi alberi come le conifere. Poiché produce bacche di un intenso blu, la Convallaria japonica nana è adatta per bordature di aiuole con fiori.

I piccoli fiori bianchi della Convallaria japonica nana sono poco significativi e si notano difficilmente
Poiché ama l’ombra, può crescere bene nel sottobosco che le garantirà un colore verde molto fitto. Le piante giovani vanno posizionate a circa 10 cm l’una dall’altra per permettere un agevole allargamento sia del rizoma sia del fogliame. In genere ci vogliono 2-3 anni per avere il tappeto erboso nel massimo splendore.
L’irrigazione ottimale è quella a goccia per mantenere umido il terreno in modo da facilitare il recupero dall’acqua tramite il rizoma. L’irrigazione a pioggia è sconsigliata soprattutto nelle ore più calde.
Il vantaggio di averla sotto grandi alberi è che la concimazione non è necessaria perché sono i resti delle foglie cadute che andranno a nutrire la convallaria nana. Nel caso fosse necessaria una concimazione, si consiglia di utilizzare fertilizzanti a lento rilascio specifici per piante con rizoma come la cornunghia, un concime di origine animale molto ricco di azoto (si ottiene per torrefazione dagli scarti delle unghie e delle corna e della lavorazione della carne).
La convallaria nana è molto sensibile a un’eccessiva irrigazione che può creare una muffa in grado di attaccare la pianta; in tal caso sarà necessario un apposito fungicida. Il marciume radicale è un altro problema quando il terreno non drena abbastanza l’acqua.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, convallaria ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.