Come annaffiare le orchidee? Quando farlo? Quante volte? Quale acqua dovrebbe essere utilizzata? Sono queste alcune delle domande ricorrenti da chi ha deciso di curare una o più orchidee, piante fra le più apprezzate per la loro bellezza.
Innanzitutto è necessario ricordare che esistono moltissime specie di orchidee, senza contare i numerosissimi ibridi e che potrebbero esserci alcune differenze fra una tipologia e l’altra; tuttavia è possibile dare indicazioni generali su come annaffiare le orchidee a prescindere dal loro genere e che comunque devono sempre interpretate cum grano salis perché diverse possono essere le variabili in gioco fra cui, per esempio, il substrato di coltivazione utilizzato, la temperatura della zona dove si trova la pianta, dall’andamento della stagione ecc.
Non ci sono quindi regole particolarmente rigide, ma indicazioni generali che andranno adattate alla situazione particolare.
Come annaffiare le orchidee – Il substrato di coltivazione e le temperature
Il substrato di coltivazione delle orchidee ha una certa importanza sull’annaffiature delle orchidee; per esempio, se l’orchidea si trova in un substrato che tende a trattenere molto l’umidità dovrà essere irrigata meno spesso di un’orchidea che magari è coltivata in un substrato formato solo da scaglie di corteccia. Per fare un esempio pratico; una pianta coltivata nel bark dovrà essere irrigata più spesso di una coltivata nello sfagno; il primo materiale, infatti, tende ad asciugarsi più rapidamente del secondo.
Quindi, per decidere se arrivato il momento dell’annaffiatura, si possono controllare con un dito le condizioni del substrato; l’ideale è bagnarlo quando risulta abbastanza asciutto, ma non completamente. Chi coltiva le orchidee in contenitori trasparenti può regolarsi anche sul colore dell’apparato radicale; se asciutte, le radici tendono a schiarire.
Ovviamente, anche le stagioni e le conseguenti temperature hanno il loro peso nelle modalità di irrigazione delle orchidee.
In estate, soprattutto in alcune zone del Paese le temperature possono essere particolarmente elevate e potrebbe essere necessario procedere con le irrigazioni anche ogni 3 giorni; nella stagione invernale potrebbe bastare un’irrigazione settimanale. Se proprio vogliamo dare dei numeri, possiamo dire che, indicativamente, nei periodi più caldi, seconda dei casi possono servire dalle due alle quattro irrigazioni settimanali, mentre nei periodi freddi, un’annaffiatura può essere sufficiente.
Si deve poi tenere presente che la gran parte delle orchidee sono originarie di Paesi tropicali, caratterizzati da un clima caldo-umido e, anche se si sono ben adattate ai nostri climi, è utile assicurare loro un microclima con il giusto grado di umidità; per far ciò saranno utili nebulizzazione intorno alle piante e sopra le foglie una o due volte al giorno avendo cura di non farlo durante il periodo più caldo della giornata.
Per garantire un buon grado di umidità può essere utile sistemare il contenitore dell’orchidea su un sottovaso con dell’argilla espansa con un po’ d’acqua; questa non toccherà le radici, ma, evaporando, garantirà un giusto grado di umidità.
La cosa che è importante ribadire e che le orchidee, come del resto tutte le altre piante, temono molto i ristagni idrici che possono causare marciume radicale e/o favorire infezioni fungine. Molte volte è più l’eccesso di acqua che la sua scarsezza che crea i maggiori problemi a fiore e piante.
L’irrigazione per immersione
Un metodo che molti suggeriscono per garantire il giusto apporto idrico alle orchidee è quello dell’immersione. Consiste nell’immergere nell’acqua, per circa 30-40 minuti, il contenitore dove si trova l’orchidea per poi dopo farlo sgocciolare e asciugare mettendolo all’aperto per circa 60-90 minuti per poi riposizionarlo nella sua zona abituale. Questa metodica consente di idratare correttamente l’apparato radicale e al contempo di evitare i dannosi ristagni idrici.
Come annaffiare le orchidee – Quale acqua utilizzare?
Pur senza voler spaccare il capello in quattro, è opportuno evitare di annaffiare regolarmente le orchidee con acqua ricca di cloro o di carbonato di calcio. L’ideale è l’acqua piovana oppure l’acqua demineralizzata (per esempio quella utilizzata per stirare o quella che si recupera dalle asciugatrici o dai condizionatori).