La clematide è una pianta rampicante perenne del genere Clematis e della famiglia delle Ranunculacee. Le varie specie producono viticci con cui si ancorano a muri, reti, pergole e cancelli.
Classificazione – Genere: Clematis; famiglia: Ranuncolacee.
Origine – Si tratta di un genere cosmopolita, diffuso in tutto il globo fatta eccezione per l’Antartide.
Habitat – In natura la clematide cresce nei rovi e nei boschi delle zone temperate dell’emisfero nord del mondo.
Usi – Le specie spontanee e quelle coltivate sono famose per la produzione spettacolare di fiori; sono piante adatte all’abbellimento di staccionate e balconi e come coprisuolo.
Etimologia – Il nome, attribuito a Dioscoride, deriva dalla radice greca klema cioè viticcio o pianta volubile.
Altri nomi – I nomi variano a seconda delle specie; la Clematis alpina, per esempio, è nota anche come vitalbino dei sassi; la Clematis vitalba è nota anche come vitalba o viorna; la Clematis flammula è detta anche fiammula o viticcio; la Clematis viticella è conosciuta come clematide paonazza, viticella o vitalbino.
Curiosità – In Nuova Zelanda la Clematis vitalba rientra nella lista degli “unwanted organism” (organismo non gradito) e non può essere propagata, distribuita o venduta. Rappresenta infatti, a causa della sua crescita rapida e vigorosa, una minaccia per le specie native.
Indice

Stupendi fiori rosa di Clematis Nelly Moser
Clematide – Specie principali
Le diverse specie di clematidi possono essere caduche o sempreverdi, erbacee o legnose, e si possono suddivise in tre gruppi a seconda del periodo di fioritura.
- Clematidi a fiori precoci, molto vigorose, con liane robuste, che fioriscono a fine inverno-inizio primavera sui rami dell’anno precedente. Le più note di questo gruppo sono la Clematis montana (proveniente dall’Himalaya e alta fino a 10 metri, con fiori bianchi e rosa) e la Clematis alpina (dai caratteristici fiori penduli azzurri).
- Clematidi a fiori primaverili, che ad aprile-maggio producono fiori molto grandi di diversi colori, e possono avere una seconda fioritura estiva sui nuovi germogli.
- Clematidi a fioritura estiva, con fiori di diversi colori che iniziano a sbocciare a giugno e continuano fino all’autunno.
Clematide – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – A seconda della varietà, questa pianta può raggiungere dai 2 metri e mezzo fino ai 10 metri di altezza.
Tempo altezza massima – Dipende dalle specie; alle specie che raggiungono i 10 m di altezza possono occorrere anche 20 anni per raggiungere il massimo sviluppo.
Esposizione – L’esposizione ideale per le clematidi è in pieno sole, almeno per alcune ore al giorno, altrimenti non producono fiori. La base tuttavia deve essere ombreggiata per proteggere le radici. Temono il vento, ma non il freddo, soprattutto le varietà decidue, che in inverno perdono tutta la chioma.
Temperatura – Tollerano temperature comprese tra -15 e 37 °C.
Terreno – Il terriccio dev’essere fresco e soffice, alcalino, profondo, ben drenato ma evitando gli eccessi di torba, e ricco di sostanze organiche. È possibile coltivare una clematide in vaso, avendo cura di rinvasarla ogni due anni.
Fioritura – La fioritura avviene da marzo a ottobre; si veda il paragrafo Specie principali per ulteriori dettagli.
Annaffiatura – Vanno mantenute umide per garantire la salute dell’apparato radicale, e quindi una crescita rigogliosa, perciò è necessario annaffiare regolarmente (ogni 10 giorni circa) da marzo a ottobre. Poiché le radici sono la parte che necessita di più acqua, è possibile impiantare nel terreno di fianco alla pianta un tubo in profondità, attraverso il quale fornire acqua alle radici in maniera mirata, senza disperderla.
Concimazione – La concimazione avviene mescolando all’acqua dell’annaffiatura del concime liquido per piante da fiore, ricco di potassio per tutta la primavera. In alternativa, una buona concimazione organica può essere ripetuta a inizio autunno e inizio primavera.
Potatura – La potatura è necessaria solo se si ha bisogno di contenere e guidare la crescita della clematide e va fatta dopo la fioritura per le clematidi a fiori precoci, prima della fioritura per quelle degli altri due gruppi. In entrambi i casi vanno eliminati tutti i rami secchi.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione può essere ottenuta per semina o per talea. La semina va effettuata a marzo, ponendo i semi in vasi molto piccoli, per poi rinvasare i germogli appena spuntati in vasi leggermente più grandi (8 cm circa), da tenere sempre protetti e al caldo; in primavera le piantine possono essere spostate in vasi più grandi all’aperto, poi in autunno essere messe a dimora anche in piena terra, con un adeguato strato di concime. Le talee invece vanno prelevate in estate, scegliendo segmenti di rami maturi lunghi circa 15 cm e trapiantandoli in contenitori protetti con un miscuglio di sabbia e torba, per poi procedere con le altre fasi come nella semina. Un terzo metodo di moltiplicazione, più lento, è quello per propaggine: in primavera si interrano i fusti, che dopo un anno avranno sviluppato proprie radici e potranno essere separati dalla pianta madre.
È importante non mettere a dimora le clematidi troppo a ridosso del muro o altro supporto su cui si vuole farle crescere, ma ad almeno 40 cm di distanza, affinché non abbiano le radici in un terreno asciutto e abbiamo spazio a sufficienza per crescere. Basterà poi inclinare le piante verso il supporto per farle sviluppare nella direzione desiderata.
Malattie – Le clematidi possono essere colpite dal wilt (letteralmente in inglese, appassire) o appassimento della clematide, un disseccamento rapido del fusto raro ma grave, che richiede di tagliare tutti i rami fino alla base, aspettando la crescita di nuovi. LA malattia è provocata da un fungo, Phoma clematidina, Temono inoltre molti parassiti, in particolare afidi e forbicine, e sono soggette anche all’attacco delle lumache (ecco come allontanarle da orto e giardino). Possono inoltre essere sensibili all’oidio, che ricopre di muffa biancastra i fiori e le foglie, e al ristagno idrico, che provoca marciume radicale.

La clematide viene anche detta “gioia del viaggiatore” per la sua fioritura colorata sulle strade di campagna
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, clematide ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.