Il cisto (cistus) è un arbusto sempreverde della famiglia delle Cistacee con vistosi fiori bianchi o rosa formati da cinque grandi petali, tipico della macchia mediterranea. Le foglie invece hanno forma lanceolata e sono ricoperte da una sottile peluria.
Classificazione – Genere: Cistus; famiglia: Cistacee.
Origine – Sono piante originarie del bacino del Mediterraneo.
Habitat in Italia – Coste marine e zone montuose.
Usi – Il cisto è utilizzato come pianta ornamentale. Ha anche utilizzi cosmetici e fitoterapeutici.
Etimologia – Il nome del genere, Cistus, deriva dal termine greco kistys, vescichetta, in riferimento alle capsule seminali del frutto che, aprendosi di scatto, espelle i semi. L’epiteto specifico della specie più nota, monspeliensis, fa riferimento alla città francese di Montpellier.
Altri nomi – I nomi variano a seconda delle specie; il Cistus monspeliensis, per esempio, è noto anche come cisto marino, cisto sardo o cisto di Montpellier; il Cistus albidus è noto anche come cisto bianco; il Cistus laurifolius è conosciuto anche come cisto maggiore; il Cistus ladanifer è chiamato cisto ladanifero, mentre il Cistus salvifolius è detto anche cisto femmina o brentina.
Curiosità – Il cisto è una pianta mellifera, grazie alla quale le api producono un’ottima qualità di miele.
Indice

Cistus monspeliensis (cisto di Montpellier)
Cisto marino e altre specie
Esistono molte specie di cisto, ma il più famoso è il Cistus monspeliensis, noto anche come cisto marino, cisto di Montepellier o cisto sardo, perché si trova nelle zone costiere e in particolar modo in Sardegna. Questa specie ha portamento cespuglioso ed è molto resistente alla siccità, con le foglie che diventano marroni durante i periodi di caldo intenso, ma tornano verdi alle prime piogge. Dal cisto marino si estrae inoltre una resina, il ladano, usata nei profumi come fissativo.
Altre specie di cisto sono:
- Cistus albidus, dai fiori rosa e lilla e dal fogliame tendente al grigio.
- Cistus ladanifer, diffuso nel Nord Africa e nell’Europa sud-orientale, dotato di una resina sulle foglie che tiene lontani gli insetti.
- Cistus laurifolius, il più resistente al freddo, con fiori bianchi e foglie grigio-bianco
- Cistus salvifolius, con foglie simili a quelle della salvia e fiori bianchi con base gialla.

Il cisto è una pianta mellifera, grazie alla quale le api producono un’ottima qualità di miele
Cisto – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Le dimensioni variano molto a secondo della specie; l’altezza può variare da 30 cm a 2 m; la larghezza è mediamente di 1,5 m.
Tempo altezza massima – Alcune specie raggiungono il loro massimo sviluppo dopo circa una decina di anni, altre molto più rapidamente.
Esposizione – Poiché il cisto teme il freddo, l’esposizione ideale è in un luogo soleggiato e al riparo dai venti. In inverno è necessario proteggere la base della pianta con una pacciamatura di paglia e foglie secche.
Temperatura – Il cisto teme molto le gelate, mentre è piuttosto resistente alle alte temperature.
Terreno – Il cisto va coltivato preferibilmente in piena terra, perché soffre i rinvasi. Richiede temperature miti e un terreno acido o ricco di silicio.
Fioritura – La fioritura del cisto avviene da aprile a giugno e ogni fiore dura solo un giorno, ma l’arbusto continua a rifiorire costantemente per tutto il periodo vegetativo.
Annaffiatura – Le annaffiature sono necessarie solo in primavera ed estate e non devono essere troppo frequenti. La rusticità di questa pianta non richiede neanche una particolare concimazione.
Concimazione – La concimazione ottimale è all’inizio della primavera con concime organico.
Potatura – La potatura invece va effettuata a marzo per eliminare i rami secchi nelle piante adulte e stimolare la ramificazione in quelle più giovani.
Moltiplicazione e impianto – La riproduzione del cisto può essere ottenuta tramite i semi, procedendo con la semina a marzo, ma senza la garanzia di avere nuove piantine uguali alla pianta madre: potrebbe nascere un ibrido. Se si desidera ottenere piante specifiche, è meglio ricorrere alla talea, da prelevare in estate e da trapiantare in un misto di sabbia e torba mantenuto protetto fino allo sviluppo delle radici: solo a quel punto, in primavera, sarà possibile trasferire la nuova pianta in vaso, e dopo un anno metterla a dimora in piena terra.
Malattie – Il cisto teme gli attacchi degli afidi e il marciume radicale causato da un’irrigazione eccessiva.

Il fiore di cisto dura una sola giornata
Cisto – Proprietà
Il cisto viene utilizzato in ambito cosmetico come fissativo, ma anche in ambito fitoterapico, per le sue proprietà antinfiammatorie date dall’elevata concentrazione di polifenoli: aiuta a combattere febbre, diarrea, gastrite e candida, e il suo olio essenziale è molto idratante per la pelle; nello shampoo, infine, agisce come antiforfora.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, cisto ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.