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Chaenomeles japonica


La Chaenomeles japonica è un arbusto deciduo di origine asiatica della famiglia delle Rosaceae, alto al massimo 2 metri, simile al melo, con fusto scarsamente ramificato, con fiori rosa molto profumati che sbocciano a fine inverno sulla pianta nuda, priva di foglie, perciò sono molto appariscenti.

Per il colore dei suoi fiori, questo arbusto viene anche chiamato “fior di pesco”, anche se come forma essi sono più simili a quelli del melo. Le foglie compaiono a fine fioritura e sono ovali e verde scuro. A fine primavera compaiono i frutti, simili a piccole mele cotogne, commestibili ma duri e molto asprigni, perciò mangiati di solito cotti o in marmellate, per le quali sono molto funzionali, dato che contengono tanta pectina. Se conservati al buio, questi frutti resistono molti mesi senza avvizzire, perciò possono anche essere usati per profumare armadi o stanze. Esistono però anche varietà di fior di pesco sterili, se non si desidera avere frutti inutilizzati in giardino.

La Chaenomeles japonica è ottima per creare siepi miste (l’abbinamento classico è con la forsizia, che fiorisce nello stesso periodo), ma può anche essere utilizzata come rampicante, dato che i suoi rami sono molto flessibili e lunghi, e coltivata come bonsai.

Chaenomeles japonica – Coltivazione e cura

La coltivazione della Chaenomeles japonica è molto facile, perché è una piantarustica, che si adatta a qualsiasi clima e a qualsiasi terreno. Sono da evitare però i terreni ricchi di calcio, perché possono causare la clorosi fogliare. L’esposizione ideale è al sole o al massimo in mezz’ombra, garantendo però qualche ora di luce al mattino, in un terreno molto lavorato e ben drenato, arricchito con stallatico.

Questo arbusto sopporta bene la siccità, quindi va annaffiato abbondantemente solo alla messa a dimora, per il resto si accontenta dell’acqua piovana, salvo in caso di mancanza anomala di pioggia per periodi molto lunghi, se si nota che il terreno è molto secco. In autunno la Chaenomeles japonica entra in riposo vegetativo, quindi non va annaffiata. Sopporta temperature anche molto rigide, quindi non necessita di protezioni durante l’inverno.

La Chaenomeles japonica tollera molto bene anche l’inquinamento, quindi è adatta alla coltivazione in città.

La potatura della Chaenomeles japonica va fatta ogni anno dopo la fioritura, per eliminare i fiori appassiti e i rami danneggiati o vecchi, e regolare lo sviluppo intricato dei rami, per evitare che i rami interni vengano soffocati e privati di luce solare.

Chaenomeles japonica

La Chaenomeles japonica viene chiamata anche “cotogno giapponese” o “cotogno da fiore”

La moltiplicazione della Chaenomeles japonica può avvenire per seme o per talea, ma solo il secondo metodo garantisce esemplari identici alla pianta madre, perciò va preferito se si vuole riprodurre un ibrido specifico. La semina va fatta in primavera, prelevando i semi dai frutti raccolti maturi e tenuti nella sabbia umida per tutto l’inverno, all’aperto o in frigorifero se si vive in regioni calde. La germinazione sarà lenta e la prima fioritura avverrà nel secondo anno di vita. Per la talea, invece, a fine estate si prelevano rami adulti laterali per circa 10 cm di lunghezza, si cospargono di ormoni radicanti in corrispondenza del taglio e si interrano in un composto ben drenato ma mantenuto sempre umido e a una temperatura mite. Verso fine ottobre le nuove piantine possono essere messe in vasi singoli e poi a dimora la primavera successiva.

La messa a dimora delle piante acquistate in vaso può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, tranne in quelli troppo freddi o troppo caldi. Il periodo migliore è però l’autunno, così che in primavera possa già germogliare.

La Chaenomeles japonica può essere soggetta a monilia e ticchiolatura, che causano il disseccamento di fiori e foglie e possono essere contrastate con il rame, e soprattutto al colpo di fuoco batterico, batterio tipico delle Rosaceae che provoca l’annerimento e il disseccamento di tutte le parti della pianta fino alla morte. Non c’è una cura, quindi è una malattia che va individuata tempestivamente per eliminare gli esemplari infetti ed evitare che si diffonda.

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