Il caryopteris è una pianta arbustiva perenne caducifoglie; il termine Caryopteris indica un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Lamiacee (Labiate); la specie più famosa è l’ibrido spontaneo più coltivato e più diffuso nei giardini, il Caryopteris x clandonensis.
Classificazione – Genere: Caryopteris; famiglia: Lamiacee.
Origine – Il caryopteris è originario dell’Asia centrale.
Usi – Il caryopteris è molto apprezzato come pianta ornamentale.
Etimologia – Il nome del genere, Caryopteris, deriva dal termine greco káryon, termine con si indica ogni frutto con il guscio duro (come per esempio le noci) e da pterόn che significa piuma, ala; il significato è quindi “dai frutti alati”; l’epiteto specifico clandonensis, fa riferimento al fatto che l’ibrido fu creato nel West Clandon (il significato è “della zona di Clandon”).
Altri nomi – Il Caryopteris x clandonensis è italianizzato in cariopteride di Clandon.

Dall’ibrido Caryopteris x clandonensis sono state selezionate molte cultivar: nella foto, fiori di ‘Worcester Gold’, tra le più apprezzate per il colore verde-giallo delle foglie e i fiori blu lavanda
Caryopteris – Coltivazione
Il caryopteris è un arbusto a portamento eretto e alto fino a 1 metro. Ha fusti arcuati con foglie piccole, ovali, ricoperte da una sottile peluria e di colore grigio-verde, che spuntano a primavera inoltrata, mentre dalla fine dell’estate e per tutto l’autunno produce piccoli fiori blu-viola raccolti a grappolo all’apice dei rami. Esistono poi ibridi con i fiori bianchi o con le foglie dorate o striate di bianco.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Il Caryopteris x clandonensis raggiunge un’altezza di circa un metro; lo stesso può dirsi per la larghezza.
Tempo altezza massima – 8 anni circa.
Esposizione – Il caryopteris viene utilizzato soprattutto nei giardini rocciosi o per creare bordure miste con altre piante, ideali per i giardini a bassa manutenzione in cui si voglia ottenere un effetto disordinato naturale e armonico. Anche le sue dimensioni ridotte lo rendono molto adatto a questo scopo. Non ha inoltre molte esigenze, perciò è di facile coltivazione.
L’esposizione ideale è in pieno sole, ma può tollerare la mezz’ombra. Resiste bene al freddo, ma in inverno è bene eseguire una pacciamatura per proteggere la base della pianta. Temperature troppo rigide possono far seccare i rami più alti di questo arbusto. Non ci sono problemi invece con il caldo e i venti salmastri.
Temperatura – Tollera temperatura comprese tra -8 e 40 °C.
Terreno – Sia in vaso sia in piena terra il terreno ideale è sempre ben drenato, per questo è consigliabile aggiungervi sabbia nel caso sia troppo pesante.
Fioritura – Dalla fine della stagione estiva fino a tutto il periodo autunnale.
Annaffiatura – Il caryopteris sopporta bene anche brevi periodi di siccità, ma se questa si prolunga, è necessario intervenire con annaffiature abbondanti. Durante il periodo vegetativo, dalla primavera all’autunno, annaffiature sporadiche favoriscono la fioritura.
Concimazione – In primavera, la concimazione è preferibile aggiungendo un concime granulare all’acqqua di annaffiatura. Questo arbusto può essere coltivato anche in vaso, ma in questo caso richiede annaffiature più frequenti.
Potatura – La potatura può favorire lo sviluppo di rami più rigogliosi e di conseguenza una fioritura più abbondante, dato che i fiori sbocciano sui rami nuovi; per questo, in autunno o a inizio primavera, si può recidere il caryopteris fino alla base, ed è necessario eliminare eventuali rami bruciati dal gelo
Moltiplicazione e impianto – Il metodo più usato per la moltiplicazione è la semina, da effettuare a fine inverno in un contenitore protetto e caldo. A primavera inoltrata i nuovi germogli saranno robusti a sufficienza per essere trapiantati in vaso o in piena terra per la messa a dimora definitiva.
Malattie – Come è tipico di molti arbusti, si tratta di una pianta molto rustica, che non teme molto malattie e parassiti ma soltanto il marciume radicale provocato da annaffiature eccessive e ristagno idrico.

Le foglie del caryopteris emanano un delicato aroma quando vengono strofinate
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, caryopteris ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.