La Calluna vulgaris, o brugo, è una pianta di piccole dimensioni della famiglia delle Ericacee. È l’unica specie del genere Calluna, ma al suo interno comprende diverse cultivar o varietà con colori dei fiori di diverse sfumatue fino al rosso porpora e alcune particolari color bronzo o crema. Talvolta viene erroneamente chiamata “erica selvatica” perché molto simile all’erica per portamento e aspetto e colore dei fiori.
In Italia è presente nel Nord e nel Centro fino a 2.500 m e costituisce una preziosa fonte alimentare per gli animali che vivono in quota quando la neve ricopre le piante più basse. È il fiore nazionale della Scozia e della Norvegia.
Forma biologica – Camefite fruticose
Carattere distintivo – Arbusto sempreverde perenne
Descrizione – Il fusto è legnoso, molto ramificato, glabro, generalmente di scarsa altezza (raramente arriva al metro). Le foglie sono piccole, aghiformi con dimensioni millimetriche, opposte e con ogni coppia inserita in posizione alterna rispetto alla precedente. I piccolissimi fiori rosa, bianchi o rossi, fioriscono tra la fine dell’estate e l’autunno. Il frutto, racchiuso dal calice e dalla corolla. è una capsula setticida, divisa internamente in quattro loculi con semi ovoidali.

La Calluna vulgaris (erica selvatica) è una pianta molto rustica che teme solo il caldo
Calluna vulgaris – Coltivazione
Esposizione – Questo arbusto non supera i 40 cm di altezza e larghezza ed è di facile coltivazione, perciò è l’ideale per scopi decorativi e per essere tenuto in vaso, preferibilmente in balcone o in giardino. Quando le radici si sviluppano eccessivamente, va effettuato il rinvaso, rigorosamente in primavera.
L’esposizione ideale è in un luogo sempre luminoso ma fresco, con temperature non superiori ai 20°. In caso di caldo intenso la Calluna vulgaris va messa al riparo all’ombra, mentre non teme il gelo, purché non sia esposta al vento.
Terreno – È una pianta acidofila, quindi richiede un terriccio specifico a ph acido (il terriccio tipico per azalee), per questo è molto diffusa nell’ambiente vegetale della brughiera. Il vaso in cui viene messa a dimora deve essere sufficientemente profondo, visto lo sviluppo radicale della pianta.
Annaffiatura – Il terriccio va annaffiato ogni volta che è asciutto e ha assorbito completamente l’acqua fornita in precedenza, evitando i ristagni idrici. L’acqua delle annaffiature deve essere a temperatura ambiente e priva di calcare.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione della Calluna vulgaris si effettua per seme in primavera e per talea a fine estate, in entrambi i casi in contenitore protetto fino alla comparsa dei primi germogli, dopo la quale si può procedere con la messa a dimora. La talea, però, è il metodo preferibile, perché garantisce esemplari identici alla pianta madre.

La Calluna vulgaris è un ingrediente molto usato nelle tisane diuretiche
Concimazione – In primavera e in autunno va concimato ogni 10 giorni circa (meno se si usa un concime solido). La concimazione va poi sospesa in inverno.
Potatura – La Calluna vulgaris è tendenzialmente una pianta stagionale e non richiede potatura, ma se alla fine dell’inverno è ancora vitale è sufficiente tagliare alla base gli steli appassiti. Se questa operazione non viene fatta, è possibile che da questi steli germoglino rametti verdi: vanno eliminati e la pianta va mantenuta vitale con acqua e concimazione frequenti e una luce sufficiente, affinché possa rifiorire nella stagione autunnale successiva.
Malattie – Gli unici rischi per questo arbusto sono l’aridità del terreno e il calore eccessivo, che fanno seccare facilmente i fiori se non si interviene tempestivamente spostando la pianta in un luogo più fresco e annaffiando a sufficienza. Va però evitato il ristagno idrico, pericoloso per le radici perché causa di marciume e malattie fungine. Utile per contrastarlo è uno strato di materiale sabbioso nel terriccio, per garantire il drenaggio. Raramente, invece, la Calluna vulgaris è oggetto di attacchi di parassiti.

Il vantaggio di coltivare la Calluna vulgaris in vaso è di poterla spostare agevolmente nella stagione calda
La Calluna vulgaris nelle varie lingue
Inglese – Common Ling
Spagnolo – Brezo
Francese – Bruyère commune
Il nome deriva deriva dal greco kalluno (scopare, infatti i fusti erano usati per fare scope); vulgaris dal latino (comune).
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, calluna ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.