La Calluna vulgaris è una pianta arbustiva perenne di piccole dimensioni della famiglia delle Ericacee. È l’unica specie del genere Calluna, ma al suo interno comprende diverse cultivar o varietà con colori dei fiori di diverse sfumatue fino al rosso porpora e alcune particolari color bronzo o crema.
Classificazione – Genere: Calluna; famiglia: Ericacee.
Forma biologica – Camefite fruticose.
Origine – Europa e Asia.
Habitat – È una pianta comune dell’habitat delle lande, delle brughiere e dei cespuglieti in genere. La si può trovare da 0 a 2.500 m di altitudine. In Italia è presente nel Nord e nel Centro fino a 2.500 m.
Usi – Oltre a essere una pianta utilizzata per scopi alimentari, costituisce una preziosa fonte alimentare per gli animali che vivono in quota quando la neve ricopre le piante più basse.
Etimologia – Il nome del genere, Calluna, deriva dal greco kallúno, pulire, spazzare: in passato, infatti, i suoi rami venivano usati per fabbricare scope; l’epiteto specifico, vulgaris, deriva da vulgus, volgo; il riferimento è alla sua notevole diffusione.
Altri nomi – Brugo; falsa erica; Talvolta viene erroneamente chiamata “erica selvatica” perché molto simile all’erica per portamento e aspetto e colore dei fiori. Può essere distinta dall’erica grazie al fatto che la calluna ha il fiore tetramero, cioè diviso in quattro parti, e non pentamero.
Curiosità – È il fiore nazionale della Scozia e della Norvegia.

La Calluna vulgaris (erica selvatica) è una pianta molto rustica che teme solo il caldo
Calluna vulgaris – Coltivazione
Il fusto della Calluna vulgaris è legnoso, molto ramificato, glabro, generalmente di scarsa altezza (raramente arriva al metro). Le foglie sono piccole, aghiformi con dimensioni millimetriche, opposte e con ogni coppia inserita in posizione alterna rispetto alla precedente. I piccolissimi fiori rosa, bianchi o rossi, fioriscono tra la fine dell’estate e l’autunno. Il frutto, racchiuso dal calice e dalla corolla. è una capsula setticida, divisa internamente in quattro loculi con semi ovoidali.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 40 cm; larghezza: 40 cm.
Tempo altezza massima – 5 anni.
Esposizione – Questo arbusto non supera i 40 cm di altezza e larghezza ed è di facile coltivazione, perciò è l’ideale per scopi decorativi e per essere tenuto in vaso, preferibilmente in balcone o in giardino. Quando le radici si sviluppano eccessivamente, va effettuato il rinvaso, rigorosamente in primavera. L’esposizione ideale è in un luogo sempre luminoso ma fresco, con temperature non superiori ai 20°. In caso di caldo intenso la Calluna vulgaris va messa al riparo all’ombra, mentre non teme il gelo, purché non sia esposta al vento.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra -28 e 35 °C.
Terreno – È una pianta acidofila, quindi richiede un terriccio specifico a ph acido (il terriccio tipico per azalee), per questo è molto diffusa nell’ambiente vegetale della brughiera. Il vaso in cui viene messa a dimora deve essere sufficientemente profondo, visto lo sviluppo radicale della pianta.
Fioritura – Da fine giugno a fine ottobre.
Annaffiatura – Il terriccio va annaffiato ogni volta che è asciutto e ha assorbito completamente l’acqua fornita in precedenza, evitando i ristagni idrici. L’acqua delle annaffiature deve essere a temperatura ambiente e priva di calcare.

La Calluna vulgaris è un ingrediente molto usato nelle tisane diuretiche
Concimazione – In primavera e in autunno va concimato ogni 10 giorni circa (meno se si usa un concime solido). La concimazione va poi sospesa in inverno.
Potatura – La Calluna vulgaris è tendenzialmente una pianta stagionale e non richiede potatura, ma se alla fine dell’inverno è ancora vitale è sufficiente tagliare alla base gli steli appassiti. Se questa operazione non viene fatta, è possibile che da questi steli germoglino rametti verdi: vanno eliminati e la pianta va mantenuta vitale con acqua e concimazione frequenti e una luce sufficiente, affinché possa rifiorire nella stagione autunnale successiva.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione della Calluna vulgaris si effettua per seme in primavera e per talea a fine estate, in entrambi i casi in contenitore protetto fino alla comparsa dei primi germogli, dopo la quale si può procedere con la messa a dimora. La talea, però, è il metodo preferibile, perché garantisce esemplari identici alla pianta madre.
Malattie – Gli unici rischi per questo arbusto sono l’aridità del terreno e il calore eccessivo, che fanno seccare facilmente i fiori se non si interviene tempestivamente spostando la pianta in un luogo più fresco e annaffiando a sufficienza. Va però evitato il ristagno idrico, pericoloso per le radici perché causa di marciume e malattie fungine. Utile per contrastarlo è uno strato di materiale sabbioso nel terriccio, per garantire il drenaggio. Raramente, invece, la Calluna vulgaris è oggetto di attacchi di parassiti.

Il vantaggio di coltivare la Calluna vulgaris in vaso è di poterla spostare agevolmente nella stagione calda
La Calluna vulgaris nelle varie lingue
Inglese – Common Ling
Spagnolo – Brezo
Francese – Bruyère commune
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, calluna ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.