La calla (Zantedeschia aethiopica) è una pianta erbacea sempreverde sudafricana della famiglia delle Aracee con grandi fiori bianchi a forma di imbuto con al centro uno spadice giallo acceso, simile a una spiga.
Classificazione – Genere: Zantedeschia; famiglia: Aracee.
Origine – Questa pianta è originaria di Sudafrica, Lesotho e Swaziland; è naturalizzata nell’Europa meridionale e nell’Europa occidentale e lungo la costa nord della California.
Habitat – Predilige aree umide ed ombrose con abbondanza d’acqua.
Usi – In generale questi fiori si prestano molto all’uso ornamentale, in casa in vaso oppure in giardino in bordure, e quelli bianchi sono spesso usati per le decorazioni delle location nuziali.
Etimologia – Il nome comune, calla, fu attribuito da Linneo; il nome del genere, Zantedeschia, fu invece attribuito dal botanico italiano Francesco Zantedeschi (1797-1873); l’epiteto specifico aethiopica significa etiopica (deriva da Aethiopia, Etiopia) e, per estensione, africana.

La calla viene chiamata anche “giglio del Nilo”
Varietà
La Zantedeschia aethiopica è la calla bianca, considerata la calla per eccellenza, ma esistono diverse specie, varietà e ibridi, con fiori di altri colori: rosa, rosso, giallo, con varie sfumature, e varietà bicolore. Queste sono di solito di dimensioni ridotte rispetto a quella bianca, e molto utilizzate per i bouquet.
Calla – Coltivazione
I fiori della calla crescono da maggio a settembre su steli molto alti e sono molto resistenti, tanto che possono durare anche diverse settimane recisi e posti in vaso. Alla base dello stelo la calla possiede grandi foglie triangolari.
La calla può essere coltivata sia in piena terra, sia in vaso. Nel primo caso, il periodo migliore è l’autunno, nel secondo invece si può procedere fino a primavera. Per entrambi i metodi è necessario acquistare un bulbo e interrarlo in posizione di mezz’ombra, perché la terra deve essere umida e fresca.
Vita – Pianta perenne sempreverde.
Dimensioni – Altezza: 1 m; larghezza: 1 m.
Tempo altezza massima – 3 anni.
Esposizione – Se si posiziona la calla in un luogo soleggiato, bisogna annaffiarla più spesso. A seconda della specie, la calla può essere resistente alle basse temperature oppure sensibile. Si si acquista una calla di una specie delicata, occorre ricordare che non sopporta temperature inferiori a 10 gradi centigradi, pertanto nelle zone più fredde è più conveniente piantarle in un vaso da ricoverare in inverno.
Temperatura – Sopporta temperature comprese tra -10 e 40 °C.
Terreno – Prima della messa a dimora di un nuovo bulbo, il terreno va arricchito con compost e letame per garantire sostanze nutritive alla pianta. In inverno, può essere necessario proteggere i bulbi dalle gelate con una pacciamatura di foglie secche e paglia. I primi germogli spunteranno in primavera.
Fioritura – Da maggio a settembre.
Annaffiatura – In generale, essendo una pianta abituata a crescere vicino a fiumi o specchi d’acqua, ha bisogno di annaffiature regolari in primavera ed estate e nel primo anno di vita. In autunno, quando le foglie iniziano a ingiallire, per gli esemplari adulti si sospendono le annaffiature.
Concimazione – Si può stimolare la produzione di fiori con un concime per pianta fiorite, liquido, da aggiungere all’annaffiatura.
Potatura – La potatura non è necessaria: è sufficiente eliminare le foglie morte e i fiori appassiti.
Moltiplicazione e impianto – Il metodo migliore per la moltiplicazione delle calle è la talea, da effettuare circa due mesi dopo la fioritura separando bulbi ben sviluppati piantati l’anno prima, tenendo per ciascuna parte radici e qualche germoglio. I tuberi così ottenuti vanno trapiantati in un misto di terriccio, foglie, torba e sabbia, a una distanza di almeno 30-50 centimetri uno dall’altro, e annaffiati regolarmente.
Le calle inoltre si auto-seminano, sviluppando sullo spadice un’escrescenza verde scuro, costituita dai semi che, una volta maturi, cadono nel terreno e germinano. Le piante nate dalla semina però non produrranno fiori per i primi tre anni di vita. Per evitare l’auto-semina, basta eliminare i fiori secchi rimasti sulla pianta a fine fioritura, infatti questo fenomeno di verifica solo in tale periodo.
Malattie – Questa pianta è piuttosto rustica e difficilmente attaccata da malattie e parassiti, fra i quali teme solo il ragnetto rosso e le cocciniglie.
Coltivazione in vaso
Se coltivata in vaso, la calla va rinvasata ogni 2 anni con vasi via via più grandi e rinnovando il terreno, avendo cura di cospargere il fondo del vaso di argilla per evitare il ristagno idrico, che provoca il marciume radicale. Il vaso va protetto dal vento e dalle temperature troppo rigide, quindi in inverno va collocato in una zona protetta se non si vive in un luogo con clima mite.
La calla selvatica
Esiste una pianta detta calla selvatica (Arum italicum), sempre della stessa famiglia, ma appartenente a genere diverso di quello delle altre calle, comunemente impiegate nei giardini. La calla selvatica, conosciuta anche con il nome di gigaro, è velenosa sia per gli uomini che per gli animali, ma si distingue dalle calle tradizionali per il colore verdastro dei fiori.

La calla selvatica (Arum italicum) è una pianta perenne diffusa in tutta Italia che cresce fino a 800 m di altitudine