Il calicanto è una pianta arbustiva caduca a portamento eretto di cui esistono diverse specie, ma solo una di queste è coltivata in Italia, il Chimonanthus praecox, originario della Cina. Comunemente si usa il nome generico calicanto per riferirsi a questo nello specifico. I suoi fusti eretti hanno una ramificazione molto fitta e intricata e foglie allungate che compaiono in primavera, solo dopo la fioritura. I fiori infatti sono la vera particolarità del calicanto: sbocciano in pieno inverno, tra dicembre e febbraio, direttamente dal legno, senza alcun picciolo, gialli, piccoli e molto profumati. Per questo motivo la pianta è anche chiamata “calicanto d’inverno”; la denominazione “calicanto estivo” è invece riservata a una pianta appartenente al genere Calycanthus; entrambi i generi Chimonanthus e Calycanthus appartengono alla famiglia delle Calicantacee.
Calicanto invernale – Coltivazione
La coltivazione del calicanto d’inverno non è particolarmente complessa. Di seguito le indicazioni necessarie.
Esposizione – Dalla particolare fioritura si intuisce che si tratta di un arbusto piuttosto rustico, resistente al gelo e anche alla neve, ma non teme il caldo, anzi è preferibile piantarlo in un luogo in pieno sole. Il calicanto è anche fra le poche piante che resistono bene all’inquinamento, quindi fiorisce senza problemi anche in piena città. Bisogna però tenere presente che non fiorisce subito: gli esemplari giovani impiegano qualche anno prima di iniziare a produrre fiori, perciò si può considerare di acquistarlo coltivato e già fiorito.
Terreno – Il terreno in cui mettere a dimora il calicanto può essere sia acido sia alcalino, ma la buca deve essere sufficientemente profonda e ricca di stallatico, oltre al terriccio, e priva di depressioni che potrebbero causare ristagno idrico.
Annaffiatura – Si deve avere cura di annaffiarlo regolarmente in primavera e in estate nei primi anni di vita; in autunno e in inverno, invece, al calicanto basta l’acqua piovana sin dall’inizio dell’impianto.
Moltiplicazione e impianto – La propagazione del calicanto si ottiene tramite la semina, da effettuare a inizio primavera in vassoio con terriccio umido e al riparo dalla luce diretta, o per talea, a fine primavera o inizio estate, utilizzando le sommità dei rami. Si può propagare anche con la tecnica della propaggine.
Concimazione – Oltre alla concimazione in fase d’impianto, un’ulteriore concimazione va fatta con lo stallatico durante ogni autunno per potenziare la crescita dei rami, molto lenta.
Potatura – L’altezza di questo arbusto può raggiungere al massimo i 4 metri. La potatura deve essere leggera e non è indispensabile, se non si ha necessità di guidare o limitare lo sviluppo della pianta in altezza, ma è consigliabile eliminare i rami secchi dopo la fioritura, facendo attenzione a praticare tagli netti, senza slabbrature che favorirebbero la comparsa di parassiti.
Malattie – Le foglie e i germogli del calicanto sono soggette agli attacchi di afidi e cocciniglia, da prevenire o debellare tempestivamente con appositi antiparassitari per evitare che infestino anche altre piante del giardino. La minaccia principale alla salute di questo arbusto è però il marciume radicale, da scongiurare evitando il ristagno idrico nel terreno.

Il nome del calicanto d’inverno deriva dal greco “keimon”, inverno e “anthos”, fiore
Calicanto estivo
All’interno del genere Calycanthus esiste anche un arbusto che fiorisce d’estate, il Calycanthus floridus, originario del Nord America, con fiori rossi a coppa molto profumati. A differenza del Chimonanthus praecox, non sopporta bene la siccità, quindi deve essere annaffiato regolarmente e collocato a mezz’ombra, in modo che riceva la luce diretta del sole solo al mattino.

Un esemplare di Calycanthus floridus, che fiorisce d’estate: i fiori rosso scuro, appassendo, diventano marroni sulle punte
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, calicanto ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.