I bonsai di acero giapponese (Acer palmatum) sono un “must” per chi pratica il bonsaismo; la forma delle foglie e la loro colorazione che cambia a seconda del periodo rendono questa pianta davvero affascinante e bellissima da vedere. Rispetto ad altre piante però sono piuttosto delicate e, forse, non sono la pianta da bonsai più adatta per chi si è avvicinato da poco alla pratica dei bonsai. Esistono diverse cultivar reperibili in commercio, tutte esteticamente interessanti; in genere quelle più ricercate sono quelle con le foglie di dimensione più ridotta.
Fra le varie possibilità di acero bonsai si possono citare le seguenti:
- Acer palmatum corallinum ‘Deshojo’
- Acer palmatum ‘Yamamomiji’
- Acer palmatum ‘Katsura’
- Acer palmatum ‘Kiyohime’.

Bonsai di acero palmato (Acer palmatum)
Bonsai di acero giapponese – Cura
Esposizione – La primavera è il periodo in cui spuntano le foglie per cui è il momento in cui la pianta deve essere esposta ai raggi solari diretti; la crescita sarà più vigorosa e le foglie assumeranno un colore verde molto intenso. D’estate l’acero va sistemato in una zona ombreggiata perché l’esposizione diretta ai raggi del sole danneggerebbe le foglie; in questo periodo, per favorire un microclima favorevole alla pianta, è opportuno sistemare la pianta in un sottovaso con ghiaia umida. Nella stagione autunnale, la pianta può essere di nuovo posizionata in pieno sole a meno che le giornate non siano ancora “estive”, come può capitare soprattutto nelle regioni meridionali. Arrivato l’inverno, il bonsai può essere mantenuto all’aperto; nelle regioni caratterizzate da inverni molto rigidi è consigliabile però una postazione che protegga dalle gelate; se si temono gelate particolarmente intense è bene proteggere la pianta con un cappuccio di TNT (tessuto non tessuto); nelle regioni centro-meridionali la pianta può essere tenuta alla luce del sole diretta.
Terreno – Come tutte le piante, bonsai o no, anche l’acero giapponese teme i ristagni idrici; occorre quindi scegliere un substrato di coltivazione che abbia un buon drenaggio; una combinazione adatta è quella costituita per il 50% da terriccio universale, per il 25% da argilla e per il 25% da sabbia. Va bene anche un terriccio costituito interamente da akadama.
Annaffiatura – Il terreno di coltivazione deve essere fresco e umido, ma mai “zuppo”; si eviti anche di far essiccare completamente il terreno, in particolarmente durante la stagione estiva. Diversamente da quanto suggeribile per altre piante di bonsai, durante il periodo estivo può essere opportuno nebulizzare le foglie; questa operazione aiuta a creare un microclima gradito alla pianta e, inoltre, previene le infestazioni da ragnetto rosso.
Riproduzione – La riproduzione dell’acero giapponese può essere effettuata per seme (ma molti lo sconsigliano) oppure per talea o per margotta.
Rinvaso – Le piante più giovani si rinvasano ogni 2-3 anni; in seguito si può dilatare la periodicità a 4-5 anni. Si può rinvasare a partire da novembre (mese in cui avviene la caduta delle foglie) sino alla fine del mese di febbraio, prima che spuntino le foglie nuove. L’apparato radicale deve essere ridotto (di un terzo circa); devono essere rimosse le radici più grosse, ma conservate quelle capillari che, al limite, vanno solo un po’ accorciate. Se il rinvaso è effettuato in pieno inverno ci si assicuri di proteggere bene la pianta perché il rinvaso, pur essendo necessario, è comunque un’operazione traumatica che inizialmente la indebolisce.
Concimazione – Arrivati alla stagione primaverile si può effettuare una concimazione abbastanza leggera che possiamo praticare fino agli inizi dell’estate. A luglio e ad agosto le concimazioni vanno sospese. Si riprende poi a settembre e si termina a ottobre. Si possono utilizzare fertilizzanti liquidi per bonsai a lento rilascio reperibili nei negozi specializzati; per la periodicità delle fertilizzazioni si seguano le istruzioni del produttore.
Potatura – La potatura di formazione si effettua annualmente durante la stagione invernale, quando la pianta è priva di foglie e, quindi, la sua struttura è ben visibile; vanno rimossi i rami secchi, quelli danneggiati, i rami che si sviluppano in verticale, quelli che si incrociano e, ovviamente, quelli che non si ritengono adatti al proprio progetto di bonsai. Le ferite da taglio più grandi devono essere medicate con l’apposita pasta cicatrizzante. Quest’ultima è un’operazione da non trascurare perché protegge la pianta da pericolose infezioni.
Durante la primavera si può effettuare una pinzatura dei nuovi germogli; vanno accorciati quei rami che hanno dato vita ad almeno cinque internodi; si eliminino 3-4 internodi partendo dopo il primo o il secondo internodo.
All’inizio dell’estate si può procedere con una defogliazione che può essere parziale o totale (se si opta per la prima, si lascino le foglie che si trovano sui rami più deboli). Se la pianta non gode di buona salute è opportuno non effettuare la defogliazione.
Filatura – Il periodo più idoneo per la filatura dei bonsai di acero giapponese – da effettuarsi con il filo in alluminio ramato – è la primavera. Il filo deve essere avvolto con un’angolazione di 45 gradi; si parte dai rami più grossi per arrivare poi a quelli più sottili. Si faccia attenzione a non applicare troppa pressione perché si potrebbe danneggiare la corteccia.
Malattie – Non sono poche le possibili avversità che possono interessare l’acero giapponese; meritano di essere ricordate la verticillosi, una malattia fungina che provoca il disseccamento dei rami e delle branche, e l’oidio, che attacca le foglie; la pianta può anche essere vittima di attacchi parassitari (afidi, il ragnetto rosso e la cocciniglia farinosa). Nei negozi specializzati sono disponibili prodotti specifici per difendersi da queste avversità; la migliore strategia è comunque quella preventiva; a tale scopo si può fare ricorso a trattamenti preventivi bisettimanali con prodotti insetticidi e anticrittogamici. Per le modalità di utilizzo si seguano attentamente le istruzioni del produttore.

Bonsai di acero palmato (Acer palmatum)