I berberis sono piante arbustive appartenenti alla famiglia delle Berberidacee; il termine Berberis identifica un genere che conta circa 500 specie diffuse in tutte le zone del mondo a clima temperato, accomunate da dimensioni ridotte e una ramificazione fitta e disordinata. La specie di berberis più diffusa in Italia, anche allo stato spontaneo, è il Berberis vulgaris, che si trova soprattutto sulle Alpi e può raggiungere i 3 metri di altezza. Arbusto deciduo, è conosciuto anche come crespino comune, possiede foglie semipersistenti e di colore verde brillante, alternate sui rami o raccolte in fascette, mentre i frutti sono rosso acceso e allungati, dal sapore acidulo. Rimandiamo all’articolo corrispondente sul crespino per i dettagli.
Altre specie di berberis piuttosto note sono la Berberis aristata e la Berberis thunbergii.
Classificazione – Genere: Berberis; famiglia: Berberidacee.
Origine – I berberis sono originari delle regioni temperate e subtropicali di Europa, Asia, Africa, Nord America e Sud America.
Habitat in Italia – Zone collinari e montane.
Usi – A seconda delle specie si hanno usi ornamentali, ma anche fitoterapici.
Etimologia – L’etimologia del termine Berberis è controversa, secondo la tesi maggiormente diffusa deriverebbe dal nome arabo del frutto, barbaris, ma non tutti gli autori sono concordi.
Altri nomi – Crespino.
Indice

Berberis vulgaris (crespino comune)
Berberis aristata
Detta anche crespino indiano, è una pianta originaria delle zone montane di India, Nepal e nelle zone umide dello Sri Lanka. La pianta di Berberis aristata è un arbusto spinoso eretto, alto circa 2,5 m, legnoso, con corteccia di colore che varia dal giallo al marrone. Le spine a tre rami sono foglie modificate, mentre le normali foglie sono di colore verde intenso su una faccia e verde chiaro sull’altra; sono disposte in ciuffi da cinque a otto e sono lunghe circa 5 cm e larghe 2 cm.
La stagione della fioritura inizia a metà marzo e dura per tutto il mese di aprile. I fiori gialli in un’infiorescenza racemosa si sviluppano completi ed ermafroditi con una struttura riproduttiva maschile, l’androceo, e una femminile, il gineceo.
La pianta produce grappoli di bacche succulente, acide e commestibili di colore rosso vivo e con proprietà medicinali. I frutti iniziano a maturare dalla seconda settimana di maggio e continuano a maturare per tutto giugno.
Le radici possono essere utilizzate anche per preparare una bevanda alcolica.
La pianta è una buona fonte di coloranti e viene utilizzata per la tintura dei vestiti e per la concia del cuoio.

Foglie e frutti di Berberis aristata sulle alture indiane dell’Uttarakhand
Da tempo utilizzata nell’ambito della medicina ayurvedica, come nelle altre piante della specie Berberis, anche nella Berberis aristata è contenuta la berberina, sostanza che viene usata soprattutto contro il colesterolo elevato.
Berberis thunbergii
Il Berberis thunbergii è anche detto crespino giapponese, crespino di Thunberg, o crespino rosso.
Originaria del Giappone e dell’Asia orientale, si è diffuso rapidamente anche in Cina e in Nord America. Non è molto grande, arrivando al massimo a un metro, preferendo uno sviluppo in larghezza (circa 2,5 m).
Arbusto deciduo, il Berberis thunbergii ha rami spinosi, marroni e profondamente scanalati con una singola spina, ha foglie verdi che diventano rosse in autunno e fiori giallo pallido in primavera.
Il frutto commestibile ha una bacca ovoidale di circa un centimetro il cui colore va dal rosso brillante lucido al rosso arancio, contenente un singolo seme. Maturano durante la fine dell’estate e l’autunno e persistono durante l’inverno.
Sono disponibili numerose cultivar come piante ornamentali con foglie dal giallo, al rosso scuro, al viola o variegate, con piante con crescita eretta (per uso siepe) o dimensione nana.

Un cespuglio di Berberis thunbergii
Curiosità – Il Berberis thunbergii è considerata negli USA una specie invasiva e in alcuni Stati è vietata la vendita dei semi. Inoltre, la pianta può aumentare il pH del terreno e influenzare i livelli di azoto del suolo. A differenza di altre specie di berberis (come il crespino comune) il Berberis thunbergii non funge da ospite per la Puccinia graminis (ruggine nera), una ruggine del grano.
Il crespino giapponese fornisce un ambiente eccezionalmente favorevole per le zecche a causa dell’elevata umidità presente nel denso fogliame del crespino. Si ipotizza che la diffusione del crespino sia correlata alla diffusione della malattia di Lyme.
Berberis – Coltivazione
Vita – Piante perenni
Dimensioni – Altezza: da 50 cm a 2 m circa; larghezza: 1-2,5 m circa; le dimensioni possono variare molto a seconda delle varie specie.
Tempo altezza massima – 5 anni.
Esposizione – Il berberis predilige l’esposizione in pieno sole; se coltivato in ombra parziale avrà una produzione di fiori e frutti più ridotta.
Temperatura – La maggior parte delle specie sono rustiche e resistono anche a temperature rigide.
Terreno – Può essere coltivato in tutti i tipi di terreno, purché ben drenato.
Fioritura – Dagli inizi di aprile fino alla fine di maggio.
Annaffiatura – Pianta molto rustica, non ha bisogno di annaffiature regolari se non nei primi mesi d’impianto.
Concimazione – Non ha particolari esigenze di concimazione: è sufficiente una concimazione a lenta cessione in autunno.
Potatura – Le specie sempreverdi si potano una volta l’anno, dopo la fioritura, accorciando di poco i rami sporgenti e per dare un aspetto ordinato all’arbusto. I fiori possono essere tolti non appena seccano per stimolarne la produzione (se non si vogliono avere i frutti). Le specie decidue si potano dopo la fioritura accorciando i rami che hanno fiorito all’altezza della prima o seconda gemma robusta. I rami vecchi si accorciano alla base per stimolare la produzione di nuovi getti.
Moltiplicazione e impianto – Le diverse specie di berberis si possono coltivare partendo dal seme, da interrare in vasi a inizio primavera. La moltiplicazione può avvenire anche per talea legnosa a fine estate.
Malattie – Il berberis è una pianta robusta e soggetta solo a possibili attacchi di oidio o di afidi.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, berberis ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.