Artemisia è il nome (che significa pianta di Artemide, dea protettrice della natura, degli animali e delle partorienti) di piante erbacee anche molto differenti; il genere infatti raggruppa circa 150 specie. Quelle più note sono l’artemisia annua (Artemisia annua, quella più usata in fitoterapia, di origine cinese), l’assenzio (Artemisia absinthium), il dragoncello (Artemisia dracunculus, usato in cucina), mentre il genepì (Artemisia genipi) è una pianta di montagna, utilizzata dall’industria dei liquori. Spontanea in Italia è invece l’artemisia comune (Artemisia vulgaris).
L’artemisia comune è una pianta perenne cespitosa della famiglia delle Asteracee (Composite) che può raggiungere il metro e mezzo d’altezza. Le foglie sono profondamente incise, verdi superiormente e argentate nella pagina inferiore. I fiori compaiono in estate e a piena fioritura sono gialli-rossastri, disposti a pannocchie. Viene detta anche assenzio selvatico o amarella.
Come habitat cresce in incolti erbosi con terreni ricchi di sostanze azotate fino a 1.000 m (in alcune zone fino a 1.800 m).
L’etimologia del genere deriverebbe (Plinio) da Artemide, dea della caccia e della luna che presiedeva i parti, poiché curava le donne durante il parto o un aborto; un’altra ipotesi è che il termine derivi da Artemisia, la regina di Caria che fece costruire il mausoleo di Alicarnasso, una delle sette meraviglie del mondo.
Veniva utilizzata anche come rimedio contro la stanchezza, portandone in mano un rametto nel corso di una lunga camminata; raccolta prima dell’alba, il 24 giugno, serviva come amuleto contro il malocchio; la polvere delle sue radici avrebbero curato l’epilessia. Nel medioevo era addirittura come antagonista dell’oppio.
Il suo significato nel linguaggio dei fiori è “serenità, felicità, salute”.
Si tratta di una pianta interessante sia per il giardinaggio (dove però si usa la specie Artenisia arborescens), sia nella fitoterapia popolare (in quella professionale il suo uso è stato sostituito dall’artemisia annua).
Indice

Particolare dei fiori dell’Artemisia vulgaris: spuntano a fine estate raccolti in pannocchie
Artemisia arborescens
La pianta coltivata in giardino non è la stessa specie usata in fitoterapia. Infatti si usa mettere a dimora nei giardini arbusti di Artemisia arborescens, che è un vero e proprio piccolo albero che raggiunge l’altezza di uno-due metri. Arbusto sempreverde, eretto, ha foglie simili a quelle delle felci, molto aromatiche e ornamentali. Il colore è bianco-argento e quindi è perfetta per illuminare un punto del giardino poco appariscente.
In estate produce piccoli fiori gialli raccolti in pannocchie. Questa pianta è apprezzata per la fioritura e il fogliame elegante.

La specie Artemisia arborescens è tra quelle più utilizzate in giardino: è un piccolo arbusto che può raggiungere l’altezza di un metro
Vita – Perenne semi-sempreverde
Altri nomi – Assenzio arbustivo
Dimensioni – Fino a 2 metri di altezza, arbusto cespuglioso. Alcune cultivar come la ‘Poquerolles’ arrivano al massimo a 60 cm.
Tempo altezza massima – 4-5 anni
Esposizione – Preferibile la scelta di metterla a dimora nel sole pieno, ma cresce bene anche a mezz’ombra.
Habitat – Spontaneamenete in Italia è tipicamente mediterranea dei litorali rocciosi e delle pendici sassose fino a 1.000 m.
Temperatura – L’artemisia in giardino è resistente al freddo anche se nelle zone fredde per avere migliori risultati conviene piantarla a ridosso di un muro caldo, come si fa per il rosmarino. Preferibile però la scelta di metterla a dimora nel sole pieno. La cultivar ‘Powis Castle’ è leggermente meno rustica, e può soccombere al freddo intenso di inverni particolarmente freddi.
Terreno – Può essere messa a dimora in qualunque tipo di terreno (con preferenza per quelli calcarei) tranne quelli troppo pesanti.
Fioritura – Estiva con piccoli fiori di 2 mm, di color giallo brillante, successivamente brunastri
Annaffiatura – Non necessita di molta acqua e a parte i primi mesi dell’impianto, è sufficiente l’acqua piovana.
Moltiplicazione e impianto – Si può propagare per seme in autunno o per talea erbacea.
Concimazione – Si tratta di una pianta rustica e non necessita di concimazioni particolari.
Potatura – La potatura non è strettamente necessaria, se non per mantenere un portamento compatto della pianta.
Malattie – Pianta in genere resistente a parassiti o malattie, ma a volte può essere oggetto di attacco di afidi od oidio. Una delle cultivar più comuni, l’Artemisia arborescens ‘Powis Castle’, è maggiormente sensibile ad afidi e a galle.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
L’Artemisia vulgaris in fitoterapia
Molto meno usata dell’artemisia annua, dell’artemisia comune sono utilizzate foglie e radici. Da queste si ricava l’olio essenziale o un estratto. La fitoterapia le attribuisce proprietà diuretiche, sedative e antispastiche. Vi si attribuiscono inoltre capacità di indurre il flusso mestruale.
Pertanto, le indicazioni per l’utilizzo di prodotti a base di questa pianta sono:
- amenorrea
- irregolarità del ciclo mestruale
- ansia
- disturbi della digestione
- tosse
In letteratura sono riportati effetti collaterali come nausea, vomito ed eruzioni cutanee. Va pertanto utilizzata con attenzione. Sono note possibili interazioni con farmaci neurostimolanti o terapie ormonali. Non andrebbe assunta dalle donne in gravidanza.