Arctotis è il nome di un genere botanico comprendente circa una trentina di specie diverse di piante erbacee, della famiglia delle Asteracee (Composite).
Classificazione – Genere: Arctotis Famiglia: Asteracee (Composite)
Origine – Sudafrica.
Habitat – Spontaneamente, le specie non sono diffuse in Italia, in quanto specie originarie dell’Africa meridionale che non si sono mai naturalizzate.
Usi – Si coltivano per la bellezza dei fiori solitari, con capolini molto colorati.
Etimologia – Il termine Arctotis è di origine greca e significa “orecchio di orso”. Il riferimento etimologico non è chiaro; potrebbe alludere alle forme delle scaglie presenti sui frutti.
Altri nomi – Il nome del genere ha come sinonimo Venidium. In italiano, le piante di questo genere sono tra quelle indicate con la locuzione di margherite africane.
Curiosità – I capolini delle specie originarie, a differenza di alcune cultivar recenti, si chiudono a metà pomeriggio se il sole è coperto.
Indice

Un fiore di Arctotis fastuosa, specie chiamata anche “Monarca del Veld”.
Arctotis – Specie
Le specie usate nel giardinaggio sono la Arctotis fastuosa (sin. Venidium fastuosum) e la Arctotis venusta (sin. A. stoechadifolia).
- Arctotis fastuosa: ha la chioma espansa con foglie color bianco-argento ricoperte da peluria. I capolini sono arancioni con il centro (disco) nero o rosso porpora.
- Arctotis venusta: ha anch’essa un portamento espanso con fogliame verde scuro sulla lamina superiore e color argento su quella inferiore. Il colore dei capolini è bianco-crema con il centro blu.
Arctotis – Coltivazione
Le specie di Arctotis possono trovare posto nei vasi o nelle aiuole rocciose ben esposte al sole, come bordura arbustiva colorata.
Vita – Tutte le piante viste precedentemente sono perenni, ma per la loro sensibilità al freddo, sono spesso trattate come annuali in Italia.
Dimensioni – Altezza: 30-60 cm; larghezza 40 cm.
Esposizione – Le piante vanno poste in pieno sole.
Temperatura – Sono delicate non tollerando temperature inferiori a 5 gradi centigradi.
Terreno – Le specie del genere Arctotis non hanno preferenze di terreno, adattandosi a tutti i tipi di substrato (acido, neutro o alcalino), purché ben drenato e leggero.
Fioritura – La fioritura avviene da metà estate e si protrae fino all’autunno.
Annaffiatura – Le varie specie sono resistenti alla siccità e vanno annaffiate con parsimonia.
Concimazione – Non è strettamente necessaria, ma si può intervenire durante la stagione vegetativa con un concime liquido per piante fiorite ogni quindici, venti giorni.
Potatura – Le piante in genere non vanno potate se non dopo la fioritura per dare un aspetto ordinato alla pianta, se non usata come annuale.
Moltiplicazione e impianto – Si semina a primavera a temperature intorno ai 16 gradi. La semina va fatta quando la temperatura è stabile ed è passato il rischio di gelate tardive. Le piante del genere Arctotis si possono anche riprodurre per talea erbacea.
Malattie – Le piante possono essere colpite a afidi e minatrici fogliari.

Dalle varie specie di Arctotis, sono stati creati ibridi e cultivar dai colori più diversi
Coltivazione in vaso
La coltivazione in vaso è possibile anche se le piante tenute in vaso andranno annaffiate più frequentemente rispetto a quelle in piena terra, mantenendo costantemente umido il terreno senza ristagni idrici. I vasi devono essere capienti perché l’apparato radicale è sviluppato e il terreno dev’essere profondo, anche se leggero.
Arctotis – Cultivar e ibridi
Alla ricerca di nuovi colori e fioriture più appariscenti, sono state selezionate alcune cultivar, come la A. fastuosa ‘Zulu Prince’, con i capolini bianco crema con il disco nero e alla base di ogni petalo un caratteristico triangolo arancione e nero. Sono stati inoltre prodotti molti ibridi tra specie diverse, come quelli della serie Arctotis Harlequin, con capolini che possono essere rosa, arancio, rosso e giallo, anche con striature. Molte cultivar di ibridi si moltiplicano spontaneamente per seme come la cultivar ‘Bacchus’, con capolini rosso porpora, la ‘China Rose’, con capolini rosa antico e la ‘Flame’, con fiori rosso-arancione.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (arctotis, rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Arctotis fastuosa. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.