L’ailanto (Ailanthus altissima) è una pianta erbacea dal fusto legnoso della famiglia delle Simaroubacee. Il genere Ailanthus raggruppa cinque specie di alberi e arbusti diversi, tutti decidui, originarie delle foreste della Asia sudorientale, dell’Australia e della Cina. La specie Ailanthus altissima e quella più comunemente coltivata e si può trovare anche allo stato spontaneo in tutte le regioni d’Italia nelle aree planiziali o collinari fino a duecento metri di altezza circa.
L’ailanto è una pianta molto invasiva considerata aliena nel nostro ecosistema e per questo motivo gli esperti botanici ne sconsigliano l’impianto nel giardino. Fu importato in Europa nel 1740 dalla Cina a scopi commerciali: doveva, infatti, servire per l’allevamento di un lepidottero utilizzato per la produzione della seta. Tuttavia, è molto comune trovare delle piante di ailanto propagate in modo spontaneo, visto la sua presenza massiccia nelle campagne, nelle aree rurali o nei terreni incolti e trascurati delle città. Inoltre un tempo era messa a dimora nei giardini per la sua rusticità, la resistenza alle malattie e agli inquinanti atmosferici. Si ricorda che l’ailanto è una specie tossica e anche nelle sue applicazioni fitoterapiche (più comuni in realtà nella medicina cinese che in nella fitoterapia occidentale) viene prescritto con molta attenzione e a dosi particolarmente basse.
Da ricordare anche la specie Ailanthus excelsa, una pianta dalle caratteristiche simili originaria dell’India, specie esotica segnalata per ora nella sola regione della Campania.
Tutte le parti della pianta hanno un odore fortemente sgradevole e per questo motivo viene spesso indicato come “l’albero che puzza”.

Ailanthus altissima (albero del paradiso)
L’albero del paradiso
Il nome ailanto deriverebbe da dal termine aillanitol, con cui nelle isole Molucche viene indicata la pianta, e che significa “che raggiunge il cielo”, da cui anche il nome volgare Tree of Heaven o albero del paradiso. L’ailanto infatti è in grado di raggiungere un’altezza fino a venticinque metri e una larghezza di quindici metri, misure molto ragguardevoli per una pianta erbacea arbustiva. La specie più diffusa in Italia è originaria della Cina ed è un albero espanso con grandi foglie lunghe fino a sessanta centimetri, rosse da giovani che virano verso un verde chiaro da adulte. Anche i fiori sono verdi e sono raccolti in pannocchie terminali larghe fino a trenta centimetri: i frutti sono samare di colore rosso-marrone, simili a quelli del frassino.
Coltivazione dell’ailanto
Anche se oggi la messa a dimora dell’ailanto in giardino non è una pratica molto consigliata, visto l’invasività della specie, un tempo era coltivato per la bellezza del fogliame e dei frutti colorati. La pianta presenta separatamente fiori maschili o femminili pertanto sono necessarie entrambi per produrre frutti. Pianta molto rustica non necessita di particolare cure, ma solo di un terreno fertile e ben drenato, profondo, con un’esposizione al sole o anche all’ombra parziale. La pianta è particolarmente esuberante quindi necessità di operazioni di potatura annuali molto importanti, soprattutto se si vuole mantenere un comportamento arbustivo e limitarne lo sviluppo.
Come eliminare l’ailanto?
Come detto precedentemente, gli esperti di botanica non considerano l’ailanto una specie pregiata, anzi tutt’altro, ma una pianta aliena invasiva. Questa sua caratteristica è dovuta al fatto anche che presenta dei polloni alla base che si diffondono rapidamente nel terreno circostante e quindi possono rappresentare un grosso problema. Oltre ai polloni la pianta ha una notevole capacità di riproduzione per seme; inoltre produce una sostanza che inibisce la crescita delle piante vicine. Chi possiede degli esemplari di ailanto in giardino si è spesso posto la domanda di come si possa eliminarlo definitivamente. Visto la vigoria dei suoi vuoi polloni, il taglio alla base dell’ailanto è praticamente inutile dal momento che la pianta ricaccia velocemente in poco tempo.
Volendo eliminare definitivamente l’ailanto dal giardino è necessario sradicarlo completamente facendo attenzione a togliere tutte le radici e gli eventuali polloni o piccoli esemplari nati intorno alle piante più grandi. È necessario quindi l’intervento in profondità, meglio se effettuato con dei mezzi meccanici soprattutto per gli esemplari più alti. Assolutamente sconsigliato e inutile poi qualunque tentativo di diserbo chimico, per sua natura con un limitato raggio d’azione: dopo poco tempo le radici e i polloni riprenderebbero a vegetare.

L’ailanto è una pianta particolarmente invasiva
Il miele di ailanto
Nonostante invasività delle piante, l’ailanto possiede anche una caratteristica positiva: il suo miele, prodotto dalla fioritura che avviene a giugno, è molto apprezzato per il gusto fruttato, di fico o uva moscata. Ha un sapore deciso che si sposa bene con frutta e gelato.