L’agatea (Felicia amelloides) una pianta erbacea semiarbustiva appartenente al genere Felicia, facente parte della famiglia delle Asteracee.
Classificazione – Genere: Felicia; famiglia: Asteracee.
Origine – La Felicia amelloides è originaria del Sudafrica.
Habitat in Italia – È una pianta molto diffusa, in particolar modo nelle zone costiere, in pianure sabbiose o rocciose, fino a circa 1.000 m di altitudine.
Usi – Grazie all’appariscente fioritura, è utilizzata nei giardini per abbellire le aiuole e per realizzare vivaci bordure; può comunque essere tranquillamente coltivata in vaso; nelle zone caratterizzate da un clima mite e in cui le gelate si verificano in modo sporadico, può essere coltivata come pianta perenne; nelle zone con un clima più rigido, invece, in cui le gelate sono più frequenti è necessario gestirla come pianta annuale; è comunque una pianta piuttosto resistente.
Etimologia – Svariate sono le ipotesi sull’origine del nome del genere e su quello specifico; per quanto riguarda il primo, alcuni ritengono che il riferimento sia alla fioritura particolarmente brillante delle piante appartenenti a questo genere, altri ritengono che derivi dal nome di un ufficiale tedesco vissuto nel XIX sec., altri ancora da quello di Fortunato Bartolomeo Felice, uno scrittore italiano vissuto nel XVIII sec. Non è del tutto nota nemmeno l’origine del nome specifico (amelloides); alcuni ritengono derivi dalla somiglianza dell’agatea con l’Aster amellus, un’altra erbacee della famiglia delle Asteracee; altri ipotizzano che faccia riferimento – per la forma delle foglie – alle piante appartenenti al genere Amellus.
Altri nomi – L’agatea è chiamata anche felicia, felisia o margherita blu; in effetti, a parte il colore, i suoi fiori ricorda molto la classica margherita (Leucanthemum vulgare).

Fiori di agatea (Felicia amelloides)
Agatea – Coltivazione
L’agatea è caratterizzata da una radice molto robusta dalle quale si dipartono numerosi steli ramificati che formano cespugli che hanno un’altezza variabile fra i 30 e i 50 cm circa, anche se in alcuni casi possono arrivare quasi a un metro.
L’agatea ha foglie, di forma ovale e con margini dentellati, sono di color verde scuro nella pagina superiore e di color verde chiaro in quella inferiore; i fiori, come detto, ricordano molto quelli della classica margherita, i petali sono di un colore celeste che può presentarsi con gradazioni che vanno dall’azzurro pallido fino ad arrivare al blu scuro; al centro c’è un bottone di colore giallo oro che crea un notevole contrasto cromatico. I frutti sono acheni appiattiti che contengono i semi della pianta.
L’agatea è sicuramente la pianta più coltivata del genere Felicia; i motivi sono diversi: la fioritura, sicuramente appariscente e davvero stupenda, la notevole velocità di crescita, la resistenza alle avversità e al caldo, la capacità di adattamento a vari terreni, il portamento molto compatto.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 30-50 cm; larghezza: 70 cm.
Tempo altezza massima – 3 anni.
Esposizione – L’esposizione ideale per una fioritura molto copiosa è quella in una zona soleggiata per diverse ore al giorno; cresce comunque piuttosto bene anche se posizionata in zone a mezz’ombra per quanto la fioritura sarà meno appariscente; teme le basse temperature e le correnti gelide (può non resistere a temperature che scendono sotto i -5 °C); sopporta bene il caldo intenso ed è molto resistente ai venti salmastri; non a caso è abbondantemente presente nelle zone costiere. Nelle zone meridionali può restare all’aperto praticamente per tutto l’anno; nelle zone settentrionali deve essere posizionata in serra fredda; nelle zone alpine può essere sistemata in veranda.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra -5 e 40 °C.
Terreno – Ama i terreni misti, ben drenanti e caratterizzati da una buona umidità; il substrato ideale è un terreno da giardino misto a sabbia e arricchito da compost.
Fioritura – La fioritura dell’agatea, bellissima, inizia nella stagione primaverile e si prolunga per tutto il mese di ottobre; in alcune zone, quando il clima è particolarmente favorevole, può durare addirittura fino al mese di dicembre.
Annaffiatura – Le annaffiature dell’agatea devono essere effettuate regolarmente, per tutto il periodo che va da aprile a ottobre; nei periodi molto caldi le irrigazioni devono garantire alla pianta una costante umidità del terreno; devono però essere evitati i ristagni idrici che potrebbero danneggiarla. Nella stagione autunnale e in quella invernale le irrigazioni andranno diradate e, a seconda dei casi, addirittura sospese.
Moltiplicazione e impianto – L’agatea può essere riprodotta sia per semina che tramite talea. La semina può essere effettuata in piena terra nel corso della stagione primaverile; in alternativa, la si può effettuare fra ottobre e novembre in semenzaio a letto caldo, mettendo i semi sul terriccio per poi ricoprirli con altro terriccio che dovrà essere mantenuto leggermente inumidito fino ad avvenuta germinazione che, se tutto procede adeguatamente, dovrebbe verificarsi nel giro di poche settimane. Quando le piante saranno sufficientemente robuste, potranno essere impiantate in vaso o in piena terra.
La moltiplicazione può essere effettuata anche per talea; si può procedere prelevando alcune talee (circa 15 cm di lunghezza) da quei rami che non hanno prodotto fiori; si tolgono le foglie a partire dal basso e si lasciano solo quelle apicali; a questo punto si possono interrare le varie talee (circa 5 cm) in un substrato composto dal 50% di torba e dal 50% di sabbia. Il contenitore va poi sistemato in una zona ben luminosa; il substrato di coltivazione dovrà sempre essere mantenuto lievemente umido fino a quando le radici non avranno attecchito. Una volta che le nuove piantine saranno abbastanza robuste si potrà effettuare il trapianto in vaso oppure in piena terra; questa è la fase più delicata e si dovrà prestare una certa attenzione perché si potrebbero danneggiare le radici.
Il periodo dell’impianto per le piantine di agatea ottenute da seme o da talea è indicativamente il mese di maggio. È consigliabile, una volta che le piante arrivano a un’altezza di circa 15-20 cm, effettuare una cimatura; ciò favorirà una maggiore sviluppo della pianta.
Concimazione – La concimazione dell’agatea può essere effettua ogni tre settimane circa ricorrendo a concime granulare per piante da fiore a lento rilascio. In alternativa, si può utilizzare anche del fertilizzante liquido per piante da fiore.
Potatura – Non occorrono interventi drastici; si proceda cimando quegli steli che presentano fiori appassiti e si eliminino le foglie secche e le parti della pianta che risultano danneggiate.
Malattie – L’agatea è una pianta piuttosto rustica e resistente; l’avversità più temibile è rappresentata dal marciume radicale, un problema che spesso è causato da irrigazioni eccessive che determinano ristagni idrici; raramente si possono avere attacchi da parte degli afidi.
Coltivazione in vaso – La coltivazione in vaso dell’agatea non è particolarmente complessa. Come substrato è consigliabile ricorrere a un terriccio a medio impasto misto a sabbia eventualmente arricchito con un po’ di sostanza organica. Per il resto si possono seguire le informazioni elencate in precedenza; la principale raccomandazione è quella di tenere il vaso riparato dal freddo durante la stagione invernale perché l’agatea non sopporta le temperature troppo rigide.
Il rinvaso dovrà essere effettuato quando si nota che le radici tendono a fuoriuscire dai fori di drenaggio per l’acqua delle irrigazioni o comunque quando le dimensioni sono visivamente eccessive per il contenitore.
L’agatea nel linguaggio dei fiori
Per quanto riguarda il linguaggio dei fiori, l’agatea simboleggia l’amore per la propria famiglia.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.