L’acero campestre (Acer campestre) è una pianta del genere Acer, della famiglia delle Sapindacee (o Aceracee). Il genere comprende alberi decidui o sempreverdi, provenienti dall’Europa, dall’Asia e dall’Africa settentrionale e dal Nord e Centro America. Il nome acero deriva probabilmente dal latino acer, acris, a punta, pungente, con riferimento ai lobi appuntiti delle foglie o dal fatto che in passato il suo legno serviva per realizzare le punte delle lance.
L’acero campestre è presente in Italia in tutte le regioni allo stato selvatico fino a un’altitudine di 1.400 metri sul livello del mare. Si tratta, infatti, di una pianta tipica dei nostri boschi o del sottobosco. Vista la sua diffusione, possiede tanti nomi comuni a seconda delle aree geografiche: per esempio è chiamato chioppo in Toscana e opice in Liguria.
L’acero campestre è un albero decido colonnare o dal portamento espanso, con una chiama folta, che può raggiungere anche gli 8-10 metri di altezza, fino a quindici metri nel suo habitat naturale, cioè i boschi del nord Africa e dell’Asia sud occidentale.

L’acero campestre (Acer campestre) perde il fogliame durante l’inverno
Nel giardinaggio gli aceri sono apprezzati per il loro fogliame che assume colorazioni di una gamma incredibilmente vasta, dal giallo al rosso, fino all’arancione. Le foglie hanno la tipica forma lobata con cinque lobi, a forma di cuore alla base del picciolo. In primavera e in estate sono di colore verde scuro nella parte superiore e più pallido in quella inferiore, dove presentano una leggera peluria.
Anche i fiori inizialmente verdi virano verso un colore rosso acceso: i fiori sono raccolti in racemi eretti di un colore giallo chiaro. Assieme ai fiori si sviluppano anche le giovani foglie. La corteccia è di colore marrone pallido e può fessurarsi negli esemplari più vecchi. I frutti sono detti samare: sono dotate di due “ali” aperte per facilitare la diffusione con il vento.
La coltivazione dell’acero campestre
Visto la zona di vegetazione naturale della pianta l’acero prospera bene nei giardini di pianura e collina. Preferisce terreni non acidi, con un pH compreso tra 6 e 8, ed è una delle poche piante che si adatta bene ai terreni argillosi. Sa adattarsi bene a differenti condizioni di umidità del suolo: è in grado di sopportare i ristagni idrici per brevi periodi o la carenza idrica nei mesi più siccitosi.
L’acero campestre, oltre che un’ottima scelta come pianta di media grandezza, ha anche una valenza come coltivazione forestale: si usa per abbellire i parchi e i viali alberati, visto il suo sviluppo contenuto (molto di più che altre piante come il tiglio o il castagno) e la sua grande adattabilità a sopportare drastiche potature. Il suo valore economico è legato al fatto che si può utilizzare come legna da ardere: in passato il suo legno era usato per costruire arnesi da cucina o per sostenere i filari di vite.
Se messo a dimora, vegeta bene in piena luce o in mezz’ombra, e tollera anche la copertura parziale di altri alberi o di edifici. In giardino, favorisce l’attività della fauna selvatica.
Le varietà di acero campestre selezionate per i nostri giardini e che si possono acquistare nei vivai sono molte, e si differenziano per la vigoria, cioè l’altezza massima che possono raggiungere. Il più compatto è il Carnival (fino a 2,5 m), mentre Queen Elisabeth ed Elegant le varietà più alte (fino a 12 m).
L’impianto dei giovani esemplari si effettua in autunno o a inizio primavera. Nei vivai si trovano generalmente piante già ben formate, altre circa 3 metri, che vanno sostenute con due tutori nei primi anni di vita. L’unica avvertenza è quella di ricordare, scegliendo la buca d’impianto, che le radici si diffondono nel terreno ben oltre la dimensione della chioma, quindi due esemplari vanno piantati a quattro – sei metri di distanza l’uno dall’altro (o dalla casa). La potatura sugli esemplari cresciuti ad albero non è strettamente necessaria e si pratica a inizio primavera solo per riordinare la chioma e togliere rami secchi o malati. Se invece si usa l’acero per creare una siepe, occorre potarlo a inizio primavera e a fine estate per contenere lo sviluppo orizzontale e dare la forma di siepe ordinata.
L’acero campestre è soggetto ad attacchi fungini, come l’oidio. Nel caso di attacco di cancro rameale non esiste un rimedio efficace e l’unica soluzione purtroppo è l’eliminazione della pianta. Per la verticilliosi, altra malattia fungina, la strategia migliore è quella preventiva con applicazioni di ossicloruro di rame o poltiglia bordolese a inizio primavera.
L’acero campestre è uno degli alberi che ben si presta alla pratica della coltivazione a bonsai.

L’acero campestre è una pianta molto sfruttata per le siepi