Il Tribulus terrestris è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zygofillacee; ha steli ramificati la cui altezza può toccare il metro; ha piccole foglie e fiori con i petali gialli.
Originario di India e Africa, il Tribulus terrestris è molto diffuso anche in Europa e in Australia, in particolar modo nelle zone più calde. Nell’America del Nord questa pianta viene considerata un’erba infestante e come tale rimossa.
Nel nostro Paese il Tribulus terrestris è presente in tutto il territorio; tipicamente lo si trovava negli ambienti sassosi costieri, ma più recentemente ha mostrato una tendenza a diffondersi seguendo le linee ferroviarie.
Il Tribulus terrestris è una pianta da secoli utilizzata tradizionalmente. In India, per aumentare la fertilità maschile e femminile e nella medicina cinese per la protezione del fegato, dei reni e per trattare le disfunzioni del tratto urinario.
Oggi si sa che può innalzare il tasso di LH (Luteinizing Hormone, ormone luteinizzante) nell’uomo e di FSH nella donna con aumento di testosterone nel primo e di ormoni femminili nella seconda. Ciò ha fatto sì che verso questa pianta si rivolgesse un notevole interesse da parte del mondo dell’integrazione e da quello delle palestre.
Nota – Il Tribulus terrestris è conosciuto anche come tribolo comune, caciarello e vite puntura.

La proprietà che più ha attirato l’attenzione verso il Tribulus terrestris è la sua azione stimolante la produzione di ormoni androgeni
L’attività ormonosimile del Tribulus terrestris
Come accennato nel paragrafo iniziale, la proprietà che più ha attirato l’attenzione verso il Tribulus terrestris è la sua azione stimolante la produzione di ormoni androgeni.
Gli effetti ormonosimili del Tribulus terrestris sono legati alla presenza nella pianta di alcune sostanze dette saponine; nei semi della pianta è infatti presente una notevole quantità di protodioscina, una saponina steroidea che avrebbe la capacità di innalzare la produzione endogena di vari ormoni (testosterone, diidrotestosterone, LH, DHEA, DHEA-S ecc.).
La conseguenza dell’aumento di tali ormoni dovrebbe essere un aumento della massa muscolare e della libido. Le cose però non stanno esattamente in questi termini.
Purtroppo nel mondo delle palestre e dell’integrazione le informazioni sono state diffuse senza spirito critico e senza conoscere fino in fondo i meccanismi degli androgeni. Gli 8 punti seguenti aiuteranno a fare chiarezza sulla questione.
1) Il testosterone esiste per il 98% circa in forma inattiva (cioè senza la capacità di innescare processi biologicamente interessanti) legato a proteine. Solo l’1-2% è in forma attiva, cioè libera.
2) Le analisi rilevano il testosterone totale, non quello libero (la cui analisi è molto rara perché molto costosa). Sicché avere il testosterone totale basso o alto non significa nulla (a meno che non siano valori talmente bassi da far pensare a una patologia): un soggetto potrebbe avere meno testosterone totale di un altro, ma più testosterone libero e quindi una miglior condizione androgenica.
3) Alcune patologie (alcolismo, ipotiroidismo ecc.) e l’età fanno diminuire la percentuale di testosterone libero.
4) Se si immette testosterone libero, l’organismo reagisce convertendolo in parte in diidrotestosterone e in gran parte in estradiolo, un ormone femminile, contrastando l’aumento della condizione androgena e ristabilendo l’equilibrio. Per questo motivo l’assunzione di un precursore del testosterone (androstenedione) provoca un picco che si esaurisce nel giro di qualche ora.
5) Diverse ricerche riportano incrementi del testosterone libero di una frazione che va dallo 0 al 50% dopo somministrazione opportuna di Tribulus terrestris. Poiché il testosterone libero è solo l’1-2% del testosterone totale, è evidente come il parlare di aumenti del 50% possa essere inficiato da errori sperimentali, visto che si lavora con quantità piccolissime.
6) La variabilità delle ricerche è spiegata dal fatto che tanto più basso è il livello di testosterone libero e tanto più il Tribulus sembra funzionare. È necessario ricordare che l’aumento della produzione endogena, in modo naturale, degli ormoni è legata alla presenza di un determinato numero di cellule specifiche che modulano la sintesi ormonale e possono, di fatto, costruire una protezione da effetti collaterali pericolosi. È pertanto ottimistica la speranza di alzare livelli di testosterone libero già normali.
7) Anche ammesso che il testosterone libero aumenti veramente del 50%, tale aumento è temporaneo perché parte la conversione in estradiolo per ristabilire una condizione androgenica che sembra tipica del soggetto, probabilmente su base genetica. Quest’ultimo punto distrugge le speranze anche di ha un testosterone totale basso, spera che anche il testosterone libero sia basso e confida che il Tribulus possa alzarlo. Può farlo temporaneamente, ma la quota in più viene convertita in ormoni androgeni antagonisti (femminili) per ristabilire l’equilibrio.
Probabilmente prima della fase di conversione esiste un minimo effetto androgenico, ma le controindicazioni di un quadro ormonale completamente innaturale consigliano una certa cautela.
8) Inoltre l’azione dell’ormone (per esempio l’anabolismo con costruzione di massa muscolare) dipende dai recettori (dell’ormone) presenti nella cellula bersaglio. Se perdura una concentrazione troppo elevata dell’ormone, il numero di recettori diminuisce (downregulation), di fatto vanificando l’alta concentrazione.
Funziona?
Chi ha letto con attenzione gli 8 punti illustrati nel paragrafo precedente dovrebbe aver capito i motivi per cui i risultati che si ottengono assumendo integratori a base di Tribulus terrestris sono decisamente inferiori alle attese. La verità è che il Tribulus terrestris
- o non funziona
- o, se funziona, lo fa innalzando temporaneamente il livello di testosterone libero che viene poi riabbassato per la conversione in estradiolo; per il fenomeno della downregulation non è poi detto che anche l’aumento temporaneo del testosterone libero si traduca in un aumento della massa muscolare.
Insomma, in altri termini, non è facile “ingannare” il nostro corpo assumendo sostanze che dovrebbero favorire determinate reazioni.
Tribulus terrestris: effetti collaterali
L’assunzione di Tribulus terrestris non è peraltro priva di effetti collaterali; quelli più noti sono acidità gastrica, ipertrofia prostatica e ipertensione arteriosa (pressione alta). In letteratura medica è stato segnalato un caso di ginecomastia in seguito ad assunzione prolungata di prodotti a base di Tribulus terrestris; il problema si è risolto soltanto dopo l’interruzione del consumo di tali prodotti.
Tribulus terrestris e sport di potenza
Alcune fonti legano il Tribulus terrestris ai successi dei sollevatori di pesi bulgari (soprattutto negli anni ’80 del XX secolo). Una domanda è però lecita: ma se fosse vero che il Tribulus funziona, che bisogno avevano gli atleti dell’Est di ricorrere al doping con anabolizzanti proibiti?
Gli articoli Metabolismo degli androgeni e Testosterone (ne consigliamo vivamente la lettura) approfondiscono e spiegano le conclusioni che qui ci siamo limitati a riportare brevemente.