L’iperico (Hypericum perforatum), noto anche come erba di San Giovanni o scacciadiavoli, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia della Clusiacee; ha un fusto eretto e legnoso, molto ramificato, che può raggiungere l’altezza di circa un metro e foglie opposte di forma ovale od oblunga.
L’iperico fiorisce nel periodo che va da giugno a settembre e i suoi fiori, di un intenso colore giallo, sono piuttosto grandi e numerosi, radunati in gruppi di cinque; i petali, se strofinati, secernono un liquido dal colore rossastro, colarazione dovuta alla presenza di ipericina. I frutti sono capsule ovali che si aprono a maturità liberando semi di colore brunastro.
L’iperico è di origine euroasiatica, ma è stato naturalizzato in quasi tutto il resto del mondo. È piuttosto comune trovarlo nei terreni asciutti e assolati, lungo i cigli delle strade, nelle radure e ai bordi dei campi, ma lo si può rinvenire anche fino a circa 1.600 m di altezza.
Iperico – Usi in fitoterapia
Le parti della pianta che sono utilizzate a scopi fitoterapici, generalmente sotto forma di estratto secco o tintura madre, sono le foglie e i fiori; la raccolta viene fatta in estate e l’essiccatura dovrebbe essere effettuata in luoghi asciutti, ombrosi e ben ventilati. I prodotti trasformati dovrebbero essere conservati a una temperatura di circa 20 °C.
I costituenti principali dell’iperico sono olio essenziale, naftodiantroni, flavonoidi, floroglucinoli e derivati, tannini, aminoacidi, cumarine, xantoni, carotenoidi ecc. sono attribuite alla pianta proprietà antiflogistiche, vulnerarie (cicatrizzanti), astringenti ed emmenagoghe (stimolanti l’afflusso di sangue nella zona pelvica).
Le modalità di preparazione dei rimedi fitoterapici a base di erba di San Giovanni sono diverse (infuso, vino, tintura, olio ecc.).
L’iperico viene consigliato dai fitoterapeuti quale rimedio applicabile in numerose situazioni, tra l’altro molto diverse fra loro; si va dalle contusioni alla depressione, dalla dispepsia all’emicrania, dall’enuresi notturna alla fibromialgia per poi passare alla gastroenterite non infettiva, ai geloni, all’herpes zoster, nevralgie, sciatica, AIDS (!), scottature ecc.
Iperico e depressione – Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sulle (invero presunte) proprietà antidepressive dell’iperico; sembra, per esempio, che in Germania questa pianta sia il rimedio naturale prescritto con più frequenza per trattare forme depressive leggere o moderate; l’impiego di iperico in queste situazioni sarebbe giustificato dalla sua efficacia che sarebbe pari a quella degli antidepressivi di sintesi con in più il vantaggio di minori effetti collaterali.

L’iperico (erba di san Giovanni) è un sopravvalutato antidepressivo naturale
In realtà la medicina ufficiale non è concorde con questa ottimistica visione sulle proprietà dell’iperico e non ha confermato l’efficacia antidepressiva dell’iperico, mancando dati a lungo termine e mettendo in guardia dall’automedicazione in quanto l’utilizzo di tale pianta potrebbe essere causa di un aggravamento di depressioni di seria entità; tra l’altro l’utilizzo dell’iperico in caso di depressioni di lieve entità può essere controproducente perché potrebbe verificarsi un rallentamento della guarigione rispetto ai tempi ottenibili con farmaci convenzionali.
L’iperico è quindi il tipico caso di ottimismo fitoterapico, ottimismo che fa scegliere una cura naturale in quanto molti sono irrazionalmente portati a pensare che ciò che è naturale faccia sempre bene.
Effetti collaterali, interazioni e controindicazioni – Tra le altre cose è doveroso ricordare che l’utilizzo dell’erba di San Giovanni è tutt’altro che scevro da interazioni farmacologiche ed effetti collaterali per quanto ci si sforzi spesso di dire che in generale è una pianta sicura; questo atteggiamento è dovuto anche al fatto che spesso i soggetti che utilizzano rimedi naturali sono abbastanza restii a segnalare, o comunque portati a minimizzare, gli effetti avversi dei prodotti che stanno assumendo; comunque sia, il rischio di serie interazioni farmacologiche è ampiamente documentato.
Fra gli effetti collaterali vengono segnalati la fotosensibilizzazione (la comparsa di macchie sulla pelle per l’esposizione alla luce solare), ansia e irrequietezza; vi sono anche alcune segnalazioni relative ad anorgasmia e a sindrome serotoninergica la cui tipica sintomatologia è costituita da ipertensione arteriosa, tachicardia, forte sudorazione, problemi neuromuscolari ecc.
In letteratura è stata registrata un’apparente sindrome da sospensione dopo assunzione di forti dosi di iperico (5.400 mg giornalieri) per un periodo di circa un mese.
Per quanto riguarda le interazioni farmacologiche sono stati pubblicati studi che mostrano come l’iperico induca il sistema enzimatico citocromo P450 riducendo i livelli plasmatici di quei farmaci che sono metabolizzati da tale sistema; ciò può ovviamente portare a serie conseguenze di tipo clinico.
L’assunzione di iperico è quindi controindicata in tutti quei soggetti che assumono determinati farmaci quali immunosoppressivi, anticoagulanti orali, contraccettivi orali, digossina, teofillina, inibitori della proteasi dell’HIV, inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa ecc.
Si deve inoltre tener conto che l’iperico può potenziare in modo indesiderato gli effetti dei farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina (i cosiddetti SSRI); va quindi evitata l’associazione di iperico con tali prodotti farmaceutici; lo stesso discorso è valido per il linezolid (un antibiotico appartenente alla classe degli oxazolidinoni) e i farmaci inibitori delle monoaminoossidasi (i cosiddetti IMAO).