L’artemisia annua (Artemisia annua) è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Asteracee (o Composite), è originaria della Cina; nel nostro Paese non è particolarmente diffusa; la si ritrova soprattutto in zone aperte al sole di boschi in ambienti, umidi, scarpate, rive fiumi fino a 500 m. Non è una pianta particolarmente grande; la sua altezza varia infatti generalmente dai 50 ai 150 cm, anche se in alcune zone si trovano esemplari che raggiungono i 3 metri circa. Ha piccole foglie felciformi di colore marrone e verde scuro; i fiori sono gialli.
Durante la guerra in Vietnam era utilizzata dai vietcong nelle zone umide e paludose delle foreste come antimalarico, mentre gli americani avevano a disposizione il chinino. Solo nel 1982 si diffuse tale conoscenza grazie a una relazione di una ricercatrice cinese che rivelò l’efficacia del succo fresco, capace di debellare la malaria (mentre il principio attivo se preso in decotto perdeva quasi tutta la sua potenzialità).
La pianta è nota anche come assenzio cinese, assenzio annuale o dolce assenzio; ricordiamo che l’assenzio propriamente detto è l’Artemisia absynthium, pianta erbacea appartenente alla stessa famiglia. Molto usato in cucina, il dragoncello è invece l’Artemisia dracunculus, mentre il genepì (Artemisia genipi) è una pianta di montagna, utilizzata dall’industria dei liquori. Spontanea è invece l’Artemisia vulgaris.

L’artemisia annua è originaria della provincia di Hunan in Cina
Artemisia annua: le proprietà
È sicuramente degno di nota l’utilizzo della pianta per il trattamento della malaria: la diidroartemisinina è un derivato dell’artemisinina, il principio attivo dell’Artemisia annua, scoperto nel 1971; insieme alla piperachina tetrafosfato è alla base dell’Eurartesim, un farmaco impiegato con una certa efficacia nella terapia della malaria; entrambe le sostanze, infatti, sono attive contro il Plasmodium falciparum, parassita che provoca la malattia).
L’impiego del principio attivo contenuto nella pianta viene inoltre suggerito per la terapia di molte altre condizioni, quali per esempio infezioni batteriche e micotiche; dal momento che alla pianta sono attribuite anche proprietà antiossidanti, fra le indicazioni vi sono la prevenzione e il trattamento delle patologie cardiovascolari di natura aterogena (aterosclerosi).
Sotto forma di tisana, l’artemisia viene spesso consigliata a coloro che accusano problemi digestivi nonché per alleviare i dolori mestruali e i disturbi legati alla sindrome premestruale.
La tintura madre viene indicata nel trattamento dell’amenorrea, delle irregolarità del ciclo mestruale, della verminosi intestinale, della parassitosi intestinale e dell’inappetenza.
Alcuni studi compiuti su animali hanno evidenziato che uno dei derivati sintetici dell’artemisinina, l’artesunato, ha proprietà antiallergiche e potrebbe valere la pena valutare la sua efficacia nel trattamento dell’asma allergica.
Artemisia annua: dove comprarla?
In ambito fitoterapico dell’artemisia si utilizzano varie parti: radici, foglie e sommità fiorite. I preparati sono disponibili sotto diverse formulazioni: capsule, polvere, olio essenziale, tintura madre (estratto idroalcolico) e foglie essiccate per la preparazione di infusi e decotti. Il principio attivo specifico dell’artemisia è l’artemisinina.
Va precisato che nel nostro Paese, l’artemisia annua non è particolarmente diffusa; la formulazione più comunemente disponibile è quella delle foglie essiccate; per quanto riguarda le capsule e la tintura madre, se ne può fare richiesta, dietro richiesta medica, alle farmacie attrezzate con laboratorio per le preparazioni fitoterapiche (le cosiddette farmacie galeniche).
Artemisia e cancro
Su molti siti Internet viene diffusa, con molta avventatezza, la notizia che l’Artemisia annua è una pianta utilizzabile nel trattamento di alcune forme tumorali. A contribuire alla diffusione della notizia è stata probabilmente la strumentalizzazione di alcune dichiarazioni fatte dall’Istituto Nazionale dei Tumori che, per fare chiarezza, e non ingenerare illusioni, ha pubblicato sul proprio sito alcune dichiarazioni sull’argomento. Le riassumiamo brevemente di seguito.
In merito all’utilizzo dell’Artemisia annua come farmaco antineoplastico, l’Istituto milanese ha dichiarato che si può affermare con certezza che, in alcuni esperimenti in vitro (e non sull’uomo!) l’artemisinina e i suoi derivati hanno mostrato un effetto tossico sulle cellule tumorali; alcuni risultati sono incoraggianti (ma questo, sottolineiamolo con chiarezza, accade spesso) e si ritiene che valga la pena di continuare gli studi.
I dati disponibili in letteratura relativamente all’uso clinico sono limitatissimi (un solo studio cinese su soggetti colpiti da tumore polmonare non a piccole cellule; studio che, peraltro, non ha dimostrato che il ricorso a uno dei derivati dell’artemisinina, l’artesunato, in aggiunta ad altri chemioterapici, sia in grado di modificare in meglio la durata della sopravvivenza dei malati).
Fra le varie affermazioni dell’Istituto Nazionale dei Tumori vale la pena citare le seguenti:
“non sappiamo quale sia la vera percentuale del principio attivo presente nelle differenti formulazioni di Artemisia Annua disponibili online o nelle erboristerie”
“non esistono studi clinici validi che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di questi preparati nell’essere umano”.
“…nessun medico oncologo e ricercatore può consigliare una dose, un preparato specifico e una schedula di somministrazione dell’Artemisia annua che possa essere, su solide basi scientifiche, efficace e sicuro. Inoltre, le interazioni con alcuni farmaci biologici o chemioterapici non sono completamente note quindi si sconsiglia vivamente, ai pazienti che fossero in trattamento con terapie standard, l’assunzione di parafarmaci o prodotti erboristici a base di Artemisia Annua senza informare i medici curanti”.
Controindicazioni all’utilizzo
L’utilizzo della pianta è controindicato in varie circostanze; in particolare non dovrebbero utilizzarla coloro che sono affetti da anemia sideropenica (da carenza di ferro), sindrome del colon irritabile, disturbi della coagulazione, disturbi gastrici (gastrite, ulcera ecc.), diabete mellito, ittero, epilessia ecc.
Va evitato l’uso anche in caso di diarrea e vomito e nel caso, ovviamente, di allergia alla pianta o ai suoi pollini.
L’Artemisia annua non deve essere assunta dalle donne in stato interessante e da quelle che allattano.
La pianta è altresì sconsigliata a coloro che si sottopongono a terapie ormonali.
L’uso è sconsigliato anche agli alcolisti.
Un sovradosaggio di artemisia può essere causa di nausea, vomito, dissenteria, orticaria e danni al sistema nervoso. Anche l’utilizzo prolungato nel tempo può essere molto pericoloso; è compito del medico stabilire la durata del trattamento.
Artemisia annua: interazioni con farmaci e altre sostanze
L’artemisia deve essere evitata da coloro che assumono farmaci antiaritmici; sono poi possibili interazioni con i bloccanti del canale del calcio (per esempio, nifedipina, amlodipina, diltiazem e verapimil).
L’utilizzo di artemisia va evitato in concomitanza a farmaci antimicotici quali griseofulvina, nistatina, ketoconazolo, fluconazolo e itraconazolo.
L’artemisia, infine, non deve essere utilizzata se si stanno assumendo i seguenti rimedi fitoterapici: rabarbaro, angelica cinese, remannia e pompelmo.