Il legno in pellet (o più semplicemente pellet) è un materiale combustibile che viene ottenuto dalla segatura proveniente dagli scarti di lavorazione dell’industria del legno (fondamentale è che la materia prima non contenga sabbia o composti chimici come vernici e impregnanti) o, in piccola parte, in base a precisi piani di gestione forestale, dalla segatura della legna dei boschi. La segatura viene prima essiccata e poi pressata in forma di piccoli cilindri il cui diametro si aggira sui 6-7 mm.
In virtù della capacità legante della lignina (il costituente del legno più abbondante dopo la cellulosa), è possibile ottenere dalla legna un prodotto di notevole compattezza senza che sia necessario aggiungere additivi o sostanze estranee al legno. Il combustibile che si ottiene è caratterizzato da una notevole resa; infatti, a parità di volume (ma non di peso), il potere calorifico del pellet è circa il doppio di quello del legno. La qualità del pellet (alto potere calorifico e ridotti valori di emissioni) dipende in larga misura dalla presenza di umidità residua minima; non a caso, affinché la combustione tramite pellet sia ottimale è necessario conservarlo in luoghi ben asciutti.
Di norma, il materiale utilizzato per la produzione del pellet ha un contenuto di umidità eccessivo, a seconda dei casi si va infatti dal 25 al 55%; per un prodotto di buona qualità è necessario che tale percentuale sia decisamente inferiore, diciamo intorno al 9-10% al massimo (in commercio sono però disponibili pellet con percentuali di umidità molto più basse). È per questo motivo che, in molte occasioni, la materia prima deve essere sottoposta a un processo di essiccazione.
Pellet: qualche numero
Il mercato mondiale del pellet è in notevole espansione; la domanda sta crescendo, ma la capacità produttiva non è ancora adeguata. In Italia i numeri sono interessanti, ma secondo gli esperti del settore si potrebbe fare molto di più con importanti ricadute in ambito ambientale ed economico. In parte può consolarci il fatto che l’Italia è uno dei maggiori produttori di sistemi di riscaldamento a pellet (camini, caldaie e stufe).
Secondo i dati più recenti si prevede che nel 2020, il consumo sarà di circa 60 milioni. Attualmente i maggiori esportatori a livello mondiale sono la Russia, gli USA, il Canada, la Lettonia e la Lituania.
La produzione europea (il riferimento è ai 28 Paesi della Comunità Europea) è di poco inferiore ai 14 milioni di tonnellate; i principali Paesi produttori sono Germania, Svezia, Lituania e Lettonia (40% della produzione europea). L’Italia risulta fra i primi quattro Paesi consumatori (gli altri tre sono Svezia, Germania e Danimarca); questi quattro Paesi consumano poco meno di tutta la metà del pellet utilizzato in ambito europeo. I maggiori importatori di pellet sono il Regno Unito, la Svezia, l’Italia e l’Olanda.
La produzione italiana si aggira sulle 550.000 tonnellate. La quota di produzione italiana che viene esportata è minima (0,5%).
Il nostro consumo interno è di circa 2,2 milioni di tonnellate; nel 2020 dovrebbe aggirarsi sui 4,3 milioni.
I principali fornitori di pellet utilizzato in Italia, ma prodotto all’estero, sono Austria e Germania.
Le motivazioni che hanno incentivato il consumo di questo materiale sono essenzialmente di carattere ambientale ed economico.
Un materiale ecologico
Il pellet è considerato un materiale ecologico; si tratta, in effetti, di una biomassa ottenuta da scarti della lavorazione del legno; bruciando produce emissioni molto limitate di anidride carbonica di ossidi di azoto; peraltro i residui della combustione possono venire utilizzati come fertilizzante agricolo. Il fatto che la materia prima dalla quale si ottiene il pellet sia priva di additivi, leganti, vernici, collanti ecc. fa sì che esso risulti meno tossico e meno inquinante di altre tipologie di combustibile. Se gli impianti utilizzati per bruciare il pellet sono di buona qualità e vengono utilizzati correttamente, le emissioni di fumi e odori sono praticamente inesistenti.
Il pellet è poi un materiale che può essere trasportato e stoccato molto più facilmente della legna.
Altri aspetti di cui tenere conto sono il fatto che i riscaldamenti a pellet non richiedono tubi del gas oppure bombole; le stufe, poi, non emettono monossido di carbonio, un pericolosissimo prodotto della combustione che molti tradizionali impianti emettono e che deve essere regolarmente disperso o espulso tramite cappe e camini.

Pellet di legno
Un materiale economico
Molte persone hanno scelto di utilizzare il pellet non soltanto per fini ecologici, ma anche per questioni di carattere economico. Il risparmio energetico derivante dall’utilizzo di una stufa a pellet, in riferimento a una stufa a legna, è essenzialmente legato al diverso potere calorifico dei due combustibili; quello della legna, infatti, è inferiore; si deve poi considerare che i costi del pellet sono decisamente più bassi di quelli relativi ai combustibili di origine petrolifera.
Nella seguente tabella un utile confronto fra i costi dei vari combustibili (fonte: Centro Consumatori Tutela Utenti): Secondo alcuni siti specializzati, basandosi sui prezzi attuali del combustibile, una stufa a pellet in una stagione può consentire un risparmio delle spese di riscaldamento per una cifra che va da un minimo di 100 a oltre 1.200 euro a seconda del tipo di impianto che va a integrare.
La qualità del pellet: una guida per sceglierlo
Il pellet viene suddiviso in tre categorie qualitative basate sulle sue caratteristiche chimico-fisiche:
- A1; è il prodotto di prima categoria, il più pregiato in assoluto; contenuto di ceneri massimo dello 0,7%;
- A2; è un prodotto di seconda categoria, di qualità media; contenuto di ceneri pari a 1,5%;
- A3; è il prodotto più scadente ed è adatto soltanto per utilizzi industriali; contenuto di ceneri massimo pari al 3%.
È importante, affinché siamo in grado di scegliere al meglio, poter verificare la presenza di certificazione e la provenienza; la certificazione ENplus, introdotta dalla norma EN 14961-2: 2011, ha l’obiettivo di rendere operativo il nuovo standard europeo, garantendo che il prodotto commercializzato soddisfi i requisiti indicati.
Le confezioni devono riportare una scheda con un numero identificativo formato da due lettere (che indicano il Paese di provenienza) e da tre cifre (indicano i produttori); i numeri da 0 a 299 identificano i produttori, mentre quelli oltre 300 identificano gli importatori; sul sito http://www.enplus-pellets.it/ è possibile verificare che il codice indicato corrisponda al produttore o all’importatore effettivo. Molto del pellet reperibile in commercio è privo di certificazione (in Italia, come detto, molto pellet viene importato dall’estero). In questi casi è opportuno verificare perlomeno il nome e i riferimenti del produttore o dell’azienda che commercializza il prodotto.
La materia prima ha un’importanza relativa sull’aspetto qualitativo; la cosa fondamentale (come del resto prevedono le norme in materia) è che il pellet deve essere ottenuto da legno vergine che non abbia subito alcun trattamento, fatti salvi quelli meccanici; non deve essere quindi ottenuto da scarti di falegnameria verniciati o trattati con altri prodotti chimici. Il legno di origine non ha un’importanza fondamentale; puro pellet di castagno o di quercia non si trovano in commercio; in genere questi legni si trovano sempre mischiati ad altre specie legnose come l’abete o il faggio.
La qualità non può essere desunta, come alcuni affermano, dal colore (si trovano pellet chiari e scuri); il colore dipende da tanti fattori, in primis dalla specie di legno e dal tipo di essiccatoio (alcuni essiccatoi “tostano” maggiormente la materia prima); visivamente parlando è molto più importante verificare che il prodotto presente nel sacco sia compatto e integro; se si notano molti residui sbriciolati significa che il pellet non è qualitativamente il massimo.
In linea generale possiamo dare queste indicazioni per acquistare un pellet di ottima qualità: potere calorifico intorno a 5 kWh/kg, residuo di cenere intorno allo 0,5-0,6%, contenuto di umidità entro la soglia del 6-7%.
Il prezzo del pellet è legato a diversi fattori (essenza di legno, purezza, certificazione del marchio e alla quantità di acquisto); in linea generale si va da un minimo di 3 a un massimo di 5 euro per un sacchetto di 15 kg.