Il materasso rappresenta un elemento indispensabile della camera da letto. Se si considera che una persona trascorre dormendo quasi un terzo della propria esistenza, si comprende quanto sia fondamentale il ruolo del materasso per un riposo ottimale. Del resto, nessuno si sognerebbe di mettere in dubbio il fatto che un’ottima qualità del sonno incide in modo decisamente positivo sul livello della nostra qualità di vita, tant’è che si può affermare, senza tema di smentita, che riposare in modo ottimale è condizione necessaria, ancorché non sufficiente, per una buona qualità di vita.
Scegliere un ottimo materasso è quindi fondamentale per cercare di rendere le nostre ore di riposo il più possibile confortevoli.
In commercio, le tipologie di materasso sono numerose, anche se, nel nostro Paese si riducono sostanzialmente a quattro:
- materassi in lana
- materassi in schiuma di poliuretano
- materassi a molle
- materassi in lattice (più correttamente in schiuma di lattice).
Prima di vedere i vari tipi, analizziamo le caratteristiche del materasso perfetto.
Il materasso perfetto
Elasticità e supporto – Il grado di elasticità e quello di supporto sono parametri che hanno un ruolo di primo piano.
Un soggetto molto robusto, per esempio, tende a “sprofondare” nel materasso; è ovvio che a soggetti con queste caratteristiche deve essere offerto un supporto piuttosto sostenuto allo scopo di ottenere un’adeguata risposta elastica; una persona minuta, al contrario, tende a sprofondare di meno. Fortunatamente oggi vi sono materassi che consentono di far dormire sullo stesso materasso persone dalla struttura fisica molto diversa; vi sono infatti modelli di materasso che permettono di accostare all’interno del materasso due anime con un grado di sostegno diverso.
Grazie alla ricerca c’è quella che viene chiamata la “risposta progressiva in verticale”. Il peso del corpo infatti esercita una pressione verticale, quindi sotto ci dev’essere una risposta elastica. Viene quindi costruito un materasso con tutta una serie di strati con elementi che sono in grado di interagire fra loro in modo diverso fornendo un concetto di elasticità progressiva: il soggetto leggero troverà un certo tipo di risposta, quello pesante ne troverà un’altra. Ciò si ottiene, in definitiva, con la sovrapposizione di strati differenti tra di loro.
Rigidità – Secondo vari studi il grado di rigidità ottimale è quello medio-rigido. Se il materasso è troppo morbido il soggetto sprofonda, assumendo posture scorrette che alla lunga finiscono per procurare dei danni. Si fa anche una certa fatica a sollevarsi, si pensi, per esempio, a una persona anziana che ha bisogno di una spinta, senza contare che è possibile avvertire un eccesso di sudorazione. D’altra parte, anche un materasso molto rigido non è certo l’ideale. Quando ci si mette sul fianco, per esempio, c’è il rischio di avvertire formicolii, perché la circolazione non è agevolata.
Traspirazione corporea – La traspirazione corporea è fondamentale, anche perché si perdono molti liquidi durante le ore di sonno. È quindi necessario un materasso in grado di favorire la traspirazione e di cedere molto velocemente questo eccesso di accumulo, negativo per la nostra salute, attraverso una ventilazione costante. Gli eccessi di umidità portano infatti a continui, fastidiosi e dannosi microrisvegli. Non si deve poi dimenticare che un materasso umido è l’habitat ideale per la proliferazione di acari e batteri.
Temperatura costante – Esistono materassi in grado di tenere costante la temperatura corporea? La risposta è sì. Sono stati infatti sviluppati materiali capaci di incamerare calore quando fa particolarmente caldo e viceversa. Si tratta di materiali ai quali vengono aggiunti attraverso la nanotecnologia degli elementi che mutano la loro fase, passando dallo stato solido a quello liquido (tecnicamente si parla di phase change material) e in questo modo la temperatura del corpo è sempre costante. Può essere applicata ai tessuti di rivestimento, ma anche ai materiali preposti per le parti più morbide.
Igiene: come comportarsi – Per una corretta igiene del nostro materasso è necessario innanzitutto osservare le indicazioni di manutenzione che sono riportate per legge. Si deve poi aerarlo quotidianamente lasciandolo scoperto con la finestra aperta dieci minuti un quarto d’ora.
Importante anche la periodica rotazione testa-piedi che serve a migliorare l’assestamento delle imbottiture.
Si dovrebbe poi evitare di bagnarlo, magari nel tentativo di cancellare macchie. L’acqua, infatti, penetra e ristagna. Assolutamente vietato usare il vapore per pulirlo. Bisogna invece utilizzare l’aspirapolvere a bassa frequenza e poi si possono lavare le coperture.
Quando cambiarlo – Indicativamente un materasso andrebbe cambiato ogni sette-dieci anni per evidenti questioni igieniche. Esternamente può sembrare ancora perfetto o quasi, ma all’interno, dopo che sono trascorsi molti anni, l’usura è evidente.
Materassi in lana
I materassi in lana appartengono alla tradizione italiana e ancora oggi vengono confezionati in modo artigianale. Hanno diversi pregi: sono morbidi, caldi, durano molto a lungo, assicurano un’ottima traspirazione e assorbono in modo ottimale l’umidità corporea (anche se ciò, nel lungo termine si rivela essere uno svantaggio perché alla lunga fa sì che la lana si appiattisca e si infeltrisca). Sono molti coloro che non cambierebbero mai il proprio materasso di lana con quelli realizzati con materiali più moderni. Ma i materassi di lana presentano anche diversi svantaggi: non si adattano alla colonna vertebrale, hanno la tendenza a deformarsi molto rapidamente e la loro manutenzione è decisamente frequente e onerosa perché perlomeno ogni due anni è necessario lavare, cardare (sbrogliare le fibre tessili rendendole parallele e rimuovendo le varie impurità) e integrare la lana. Peraltro i materassi di lana sono decisamente poco consigliabili a coloro che soffrono di allergia agli acari; la lana, infatti, è un materiale particolarmente soggetto alla colonizzazione da parte di acari (microrganismi appartenenti alla classe degli aracnidi). Pertanto, i soggetti affetti da allergia agli acari che non vogliono orientarsi su altre tipologie di materasso sono costretti a pulire ed esporre frequentemente all’aria aperta i propri materassi di lana; ovviamente è consigliabile l’utilizzo di fodere anti-acaro oppure di materiali sintetici impermeabili.
Materassi in schiuma di poliuretano
I materassi in schiuma di poliuretano si caratterizzano, oltre che per la loro notevole leggerezza, anche per la loro non eccessiva traspirabilità e per la loro buona ergonomicità (si adattano piuttosto bene alle forme del corpo riducendo pressioni indesiderate). Non esiste un solo tipo di schiuma poliuretanica; in commercio, infatti, sono disponibili materassi imbottiti con schiume poliuretaniche dalla composizione variabile. Vediamo le schiume principali che vengono utilizzate nell’industria dei materassi.
Una delle tipologie di poliuretano più utilizzate per la produzione di materassi di qualità medio-alta è la schiuma ad alta resilienza, un materiale molto flessibile ed elastico che peraltro è facilmente riciclabile. Interessante è anche il poliuretano visco-elastico, materiale noto anche come schiuma a lento ritorno o memory foam; si caratterizza soprattutto per il fatto che garantisce un’omogenea distribuzione della pressione del corpo; per contro gli affossamenti causati dal peso del corpo possono ostacolare la libertà di movimento; questo tipo di schiuma ha la tendenza a indurirsi nel caso che la temperatura della camera da letto sia piuttosto bassa.
Altro tipo di poliuretano è quello a base di acqua; si tratta di un materiale facilmente riciclabile che garantisce una buona traspirazione e che disperde calore e umidità. Altri due tipi di schiuma sono quella a base di soia e quella a base di gel; la prima è una schiuma realizzata con sostanze estratte dai semi di soia, acqua e aria; è un materiale atossico ed è molto resistente agli attacchi di batteri e muffe. Il poliuretano gel, infine, è un tipo di poliuretano atossico dotato di notevole elasticità; garantisce una buona distribuzione del peso corporeo e favorisce un’ottimale dispersione del calore.
I materassi in poliuretano si compongono di un tessuto di rivestimento, di uno strato di imbottitura e di uno strato interno, la vera e propria anima del materasso, realizzato con una lastra di poliuretano (in monoblocco oppure in moduli combinati dai diversi profili e dalla diversa rigidità). Lo spessore dello strato interno dovrebbe essere compreso fra i 18 e 25 cm circa.
Materassi a molle
I materassi a molle sono ancora la tipologia di materasso più venduta nel nostro Paese. Esistono vari tipi di molle, ma le tipologie più diffuse sono tre: molle Bonnell, molle LFK e molle indipendenti. Le Bonnell (dal nome del loro inventore) sono molle a forma di clessidra, le LFK sono molle particolarmente leggere e molto flessibili mentre le molle indipendenti sono molle avvolte in singoli sacchetti di TNT (tessuto non tessuto).
Diversi materassi a molle si caratterizzano per la presenza di zone di sostegno diversificate (struttura multizona) studiate in modo da sostenere in modo ottimale la parte del corpo che vi si appoggia. Di norma, questo tipo di materassi ha il bordo perimetrale rinforzato affinché, quando si è seduti sul bordo del letto, sia garantito un maggior sostegno. Questi materassi sono provvisti di tessuto di rivestimento (che ha funzioni estetica e antiusura), strato di imbottitura (vengono usati vari tipi di materiali, generalmente anallergici; di solito è previsto un lato estivo e invernale; le funzioni di questo strato sono essenzialmente due: isolamento e assorbimento della sudorazione), strato ammortizzante (di norma si tratta di uno strato che può avere diverso spessore e che può essere costituito di poliuretano o di lattice), strato isolante (è quello che isola le molle e ripartisce il peso del corpo; di norma viene realizzato con falde di feltro), il molleggio (ovvero la struttura che ha funzioni di sostegno) e le fasce laterali (che hanno il compito di isolare il sostegno e di rendere più robusti i bordi del materasso). Un buon materasso a molle dovrebbe avere almeno 480 molle.

Struttura interna di un materasso a molle
Materassi in lattice
I materassi in lattice (più propriamente in schiuma di lattice) sono sempre più diffusi. Il motivo è probabilmente dovuto al fatto che il lattice è un materiale che è in grado di offrire sia comfort che sostegno; gli altri materiali utilizzati per la realizzazione di materassi offrono invece o l’uno o l’altro e quindi per ottenere entrambe queste caratteristiche è necessario abbinarli. I materassi in lattice si caratterizzano per le loro ottime doti di elasticità, resilienza e traspirazione senza contare che il lattice è un materiale particolarmente igienico. Per approfondimenti su questo materiale si veda l’articolo Schiena e lattice.
I materassi in lattice sono solitamente costituiti da un tessuto di rivestimento, uno strato esterno e da uno strato interno (anima) in lattice; per garantire un certo sostegno, lo strato di lattice deve avere uno spessore di almeno 16 cm.
Chi è interessato all’acquisto di un materasso di lattice dovrebbe fare una certa attenzione alla terminologia utilizzata; peraltro, diversi anni fa, nel 2001 per la precisione, il Ministero delle Attività Produttive diramò una circolare nella quale, fra le altre cose, si definiva quale fosse il corretto utilizzo del termine lattice in materia di materassi e mobili imbottiti. La dicitura lattice naturale può essere riferita soltanto al lattice prodotto attraverso la dispersione di polisoprene generato dalla pianta Hevea brasiliensis; la dicitura lattice sintetico fa invece riferimento al lattice ottenuto tramite dispersione di polimeri sintetici; con schiuma di lattice si intende invece una sostanza ottenuto per coagulazione e vulcanizzazione di un’emulsione di lattice sintetico e/o naturale miscelata con aria; infine con agglomerato di fiocchi di lattice-polietere si fa riferimento a un prodotto ricostituito partendo da residui di lattice e polietere. È bene tenere presente che non è consentito indicare semplicemente con il termine lattice un prodotto ricostituito.
La dicitura interamente di (oppure 100%) lattice può essere utilizzata soltanto per quei materassi con un’anima unicamente di lattice di almeno 10 cm di spessore; nel caso in cui l’anima includa almeno l’85% di lattice di origine naturale si può utilizzare soltanto la dicitura supplementare origine naturale. Le varie diciture devo essere impresse sul materasso in modo che siano permanentemente visibili.
Queste quattro tipologie di materasso sono, come detto, quelle più comunemente commercializzate in Italia; ovviamente è possibile avere anche altri tipi di materasso, ma la loro diffusione è alquanto limitata; ci riferiamo, per esempio, ai materassi ad acqua, ai materassi in futon e a quelli a strati pressati. Una tipologia di materassi affacciatasi recentemente sul mercato e che sembra destinata ad avere un certo successo è quella dei materassi realizzati dall’unione di materiali diversi (lattice e memory foam, lattice e crine o lattice e cocco, poliuretano e gel ecc.).

Interno di un materasso in lattice
Come stabilire se un materasso è adeguatamente rigido?
L’ergonomicità di un materasso è importante ed la scelta deve tenere in debito conto le caratteristiche delle persone che andranno a utilizzarlo; nel caso di persone piuttosto robuste, è opportuno orientarsi su materassi leggermente più rigidi.
Ma come stabilire se un materasso è adeguatamente rigido?
È necessario effettuare alcune prove; se sdraiandosi su un lato non si riesce a rotolare facilmente da una parte all’altra, probabilmente si tratta di un materasso eccessivamente morbido; lo stesso si può dire di un materasso nel quale, sempre sdraiandosi su un fianco, si ha l’impressione di “sprofondare”.
Al contrario, invece, un materasso è troppo rigido se, una volta sdraiatisi in posizione supina, si è in grado di far passare la mano sotto la schiena a livello della regione lombare. Si tenga conto che, se un materasso è troppo rigido, la colonna e le spalle ne risulterebbero eccessivamente affaticate.
Quale rete?
Avere un materasso di qualità è importante; lo stesso può dirsi della rete destinata a sostenerlo.
Se si acquista un materasso nuovo è importante verificare anche le condizioni della vecchia rete (se presente); nel caso si sia in possesso di una rete a doghe, per esempio, si deve verificare che i listelli non siano curvi o appiattivi.
La rete deve essere rigida, in modo tale da sostenere il materasso senza che si creino affossamenti. Nel caso di materassi piuttosto sottili, è opportuno orientarsi su reti più rigide; si tenga poi conto che in commercio sono disponibili reti modulabili che possono essere regolate in base alle esigenze del momento o della tipologia di materasso.
Le proposte in commercio sono comunque veramente numerose; si possono infatti trovare reti con telaio in ferro, con telaio in legno, a doghe fisse, anatomiche, doghe ortopediche ecc.
Il rivenditore cui ci si rivolge dovrebbe essere in grado di consigliare la rete in base al materasso che si è scelto.
E per i bambini?
Secondo la norma UNI 11036 (Materassi per letti destinati ai bambini – Requisiti dimensionali, requisiti di sicurezza e metodi di prova) che vale per i materassi d’uso domestico per bambini, ma non include quelli per le culle, i materassi devono possedere determinate caratteristiche; per quanto riguarda le dimensioni, la norma precisa che la lunghezza deve essere compresa tra 90 e 140 cm, mentre la larghezza deve essere compresa tra 50 e 70.
I materiali usati per la realizzazione di questi materassi devono essere atossici e antiallergici. Sulla superficie di riposo non devono essere presenti né maniglie, né fiocchi o lacci, né bottoni e nemmeno fori. Le cuciture devono essere laterali e non devono essere tagliati. Se sono presenti etichette applicate esternamente alla copertura, esse devono essere cucite per tutto il loro perimetro.
Questi materassi devono inoltre avere determinati requisiti di resistenza, anch’essi stabiliti dalla norma. Il materasso deve essere venduto corredato da una scheda con varie informazioni: modalità d’utilizzo, avvertenze, istruzioni per la manutenzione e per la pulizia ecc.
Nei primi mesi di vita, i materassi utilizzati nelle culle dovrebbero essere realizzati in lattice oppure in lana o anche con fibre anallergiche. Per i bambini più grandicelli, ma di età inferiore ai 3 anni è importante che il materasso sia strutturato per sostenere uniformemente il corpo del bambino. Lo spessore dovrebbe essere di almeno 12 cm. Visto i soggetti a cui sono destinati è consigliabile che questi materassi siano dotati di tessuti di rivestimento facilmente lavabili in lavatrice.
Per i bambini dai tre anni in su è bene assicurarsi che il materasso fornisca il giusto sostegno garantendo un buon riposo e una postura ottimale; non devono quindi essere eccessivamente morbidi.
L’utilizzo di una soprafodera antiusura, anallergica e antiacaro è decisamente consigliabile.

Per i bambini dai tre anni in su è bene assicurarsi che il materasso fornisca il giusto sostegno garantendo un buon riposo e una postura ottimale
Un materasso particolare: l’antidecubito
I materassi antidecubito sono dispositivi medici che, in base a quanto stabilito dal D.L. 46/97, vanno utilizzati per la prevenzione e/o la terapia di lesioni cutanee corporee a seguito di malattie che costringono il soggetto a una lunga permanenza a letto in una posizione di stasi obbligata. Come è noto, le piaghe da decubito sono lesioni tissutali che si formano con maggiore frequenza in quelle parti del corpo dove è minore o addirittura assente lo strato muscolare sottocutaneo tra le prominenze ossee e la superficie di appoggio.
I materassi antidecubito vengono progettati in modo da ridistribuire e/o scaricare la pressione di contatto che il corpo esercita sulla superficie di appoggio.
La spesa relativa a questa particolare tipologia di materasso rientra fra le cosiddette spese detraibili; ovviamente il materasso deve essere a uso terapeutico e il consumatore deve essere in possesso di prescrizione medica o comunque di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attestante la necessità di un tale dispositivo medico.
Ovviamente, per usufruire della detrazione, è necessario essere anche in possesso o di scontrino o di fattura attestante l’acquisto.