Il camino (spesso anche caminetto) è un impianto che, all’interno di un’abitazione, è destinato all’accensione del fuoco e popolarmente questo ultimo termine viene spesso utilizzato come suo sinonimo.
Possiamo senz’altro dire che il camino è stato il primo impianto di riscaldamento delle abitazioni, un elemento al quale era difficile rinunciare; oggi le cose stanno un po’ diversamente perché spesso il camino, in molte case, è poco più che un semplice pezzo d’arredamento.
Negli ultimi anni però, la sua figura come generatore di calore è stata rivalutata e non sono pochi coloro che lo scelgono non soltanto per abbellire il salotto o altre stanze della casa, ma anche per affiancare (e talvolta sostituire) un impianto di riscaldamento di altro tipo.
Sostanzialmente il camino è un impianto costituito da diverse parti; quella principale è senz’altro il focolare, la parte dove avviene la combustione; a prescindere dal fatto che il camino sia in muratura o si tratti di un prefabbricato, il rivestimento deve garantire la resistenza a temperature elevate e a tale scopo si ricorre o alla ghisa o a materiali refrattari la cui resistenza al calore arriva a toccare temperature superiori ai 1.200 °C, un margine più che sicuro per un camino destinato a un’abitazione. Sotto il focolare si trova il cassetto destinato a raccogliere la cenere; il pavimento del focolare è anche provvisto di griglie che tengono sollevato il materiale combustibile (legna o altro).
All’interno del camino troviamo la cosiddetta cappa; questa serve sia alla raccolta dei fumi prodotti dalla combustione, fumi che la stessa cappa convoglia, tramite il tiraggio, verso la canna fumaria da dove vengono espulsi esternamente attraverso il cosiddetto comignolo.
Il focolare può funzionare a convezione naturale (il calore viene ceduto attraverso i flussi d’aria naturale) oppure a convezione forzata, ovvero tramite ventole esterne che lo trasmettono ai diversi ambienti.
Camino: a fuoco aperto e a fuoco chiuso
Esistono due grandi tipologie di camini: camini a fuoco aperto e camini a fuoco chiuso; di entrambe le tipologie esistono poi la versione normale e quella ventilata.
I camini a fuoco aperto sono quelli più tradizionali, sono particolarmente decorativi e, oltre a erogare aria calda, possono essere sfruttati anche per cucinare a legna.
I camini a fuoco chiuso invece funzionano necessariamente a sportello chiuso; rispetto ai precedenti hanno il vantaggio di maggiori rese termiche e possono essere strutturati per riscaldare più stanze.
I camini a fuoco aperto ventilati sono esteticamente simili ai normali camini aperti, ma al loro interno si trovano delle intercapedini dove l’aria viene riscaldata dalla combustione e successivamente diffusa nell’ambiente tramite dei condotti d’aerazione. Mentre il normale camino aperto sfrutta appena il 20% delle calorie, quello ventilato è in grado di sfruttarne circa il doppio.
Il camino chiuso è invece un impianto decisamente più efficiente dei camini aperti, ventilati o no che siano; i camini chiusi, infatti, sono in grado di utilizzare dal 60 all’80% delle calorie provenienti dalla combustione. Generalmente questi camini sono chiusi da un vetro ceramico che è in grado di resistere a temperature decisamente elevate (800 °C circa). In molti casi questa tipologia di camino è dotata di doppia combustione (ovvero vengono bruciati anche i residui incombusti provenienti dalla normale combustione); l’autonomia dei caminetti a fuoco chiuso è decisamente elevata (anche 10 ore) e tra gli aspetti positivi non va tralasciato il fatto che grazie a essi scompare il problema delle scintille che possono schizzare sui tappeti o sulla mobilia.
I caminetti a fuoco chiuso vengono generalmente realizzati in ghisa o in acciaio (o con entrambi) e con mattoni refrattari. Di fatto, si tratta di vere e proprie stufe rivestite alla stregua di un normale caminetto dal quale si differenziano per le modifiche necessarie a sfruttare al meglio la maggiore potenza termica che sono in grado di offrire.
Attualmente i camini chiusi maggiormente diffusi in commercio sono quelli dotati di canalizzatori d’aria che consentono, attraverso un sistema di tubazioni, il convogliamento dell’aria calda nelle varie stanze dell’abitazione. Come nel caso delle stufe esistono numerose tipologie di camini chiusi che possono differenziarsi sia per potenza e volume di riscaldamento, per la durata della combustione, per il consumo e per il tipo di combustione.
Chi si orienta verso questa tipologia di camino dovrebbe scegliere un modello monoblocco che di norma ha una resa migliore ed è anche più gradevole esteticamente.
Chi ha nella propria abitazione un camino aperto e desidera modificarlo rendendolo chiuso può farlo grazie ai cosiddetti focolari d’inserimento. Questi sono monoblocchi di ridotte dimensioni che possono essere incassati nella bocca del camino da trasformare.
L’ultima tipologia è quella del camino chiuso ventilato. Si tratta sostanzialmente di un mix fra camino aperto ventilato e camino chiuso e ne migliora efficienza e durata; la resa termica di questi camini è piuttosto elevata (si arriva all’80% circa). Normalmente sono camini a ventilazione forzata associata a dei raccordi atti canalizzare l’aria in più stanze; esistono però anche modelli a ventilazione naturale.
Quando si può costruire un camino
La possibilità di effettuare l’installazione di un camino dipende molto dalla situazione di partenza e dal tipo di abitazione ovvero, in altri termini, se stiamo parlando di una casa singola oppure di un condominio.
Nel caso non sia già presente deve esserci la possibilità di installare la canna fumaria; in una casa singola di norma questo è quasi sempre possibile, mentre se si abita in un condominio è necessario ottenere un’autorizzazione dell’assemblea condominiale, sempre che l’installazione di un camino non sia già espressamente vietata dal regolamento del condominio. Se la canna fumaria è esterna, deve obbligatoriamente essere realizzata in modo da non compromettere l’estetica della costruzione. Inutile poi ricordare che qualsiasi opera effettuata non deve ledere i diritti degli altri condomini.
Se invece l’installazione del camino è un intervento di sostituzione (per ragioni estetiche o di malfunzionamento), si può ricorrere al già citato focolare d’inserimento.
Si ricorda che i camini non possono venire installati né nelle camere da letto né nei bagni né in qualsiasi altro locale ove siano presenti altri apparecchi a fiamma libera (per esempio i piani di cottura a gas). È inoltre obbligatoria la predisposizione di una presa d’aria esterna.
Ovviamente, al fine di ottimizzarne il funzionamento, il camino deve essere posto in un locale che permetta un adeguato afflusso d’aria necessaria alla combustione.
La posa in opera di un camino deve essere effettuata da personale qualificato che possa rilasciare, una volta terminati i lavori, la certificazione di conformità alla normativa vigente (Uni 10683).
Particolarmente importante, sia per la sicurezza che per il funzionamento del camino, è la canna fumaria; questo elemento, infatti, è quello ai cui viene demandato lo smaltimento dei fumi.
Tutti i camini devono essere collegati a un proprio condotto di evacuazione che permetta lo scarico dei fumi nel punto più elevato dell’edificio. A uso esclusivo del camino devono essere inoltre realizzati sia la presa d’aria (che deve essere realizzata prima dell’installazione del camino) sia il comignolo.
I raccordi collegati alla canna fumaria devono avere un’inclinazione che al massimo può toccare i 45 gradi per far sì che l’evacuazione dei fumi sia agevolata e vengano evitati eccessivi depositi di condensa.