Come ogni anno, col sopraggiungere della stagione invernale, arriva sempre il momento della revisione degli impianti di riscaldamento. La manutenzione dei nuovi modelli di caldaie, e in generale di tutti gli impianti di riscaldamento, non è soltanto una buona pratica per assicurarsi di stare al caldo in tutta sicurezza nei mesi più freddi e garantirsi un maggiore risparmio energetico, ma è anche un obbligo di legge.
La legge ne prescrive l’obbligatorietà con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica, ma anche per ridurre al minimo gli incidenti legati all’invecchiamento degli impianti di riscaldamento.
Se non si provvede alla manutenzione ordinaria e regolare del proprio impianto di riscaldamento e al controllo dei fumi nelle scadenze stabilite dalle direttive locali, o comunque dalla normativa nazionale, si rischia di incorrere in sanzioni anche piuttosto salate.
In caso di ispezioni da parte del Comune di appartenenza, infatti, si rischia di dover pagare una multa che può andare da un minimo di 500 fino a 3.000 euro.
A chi spetta l’obbligo di fare “il tagliando” della caldaia?
In base alla legge, la responsabilità e quindi il pagamento della manutenzione ordinaria della caldaia e del controllo dei fumi spettano al proprietario di casa o agli affittuari titolari di un contratto di locazione. Nel caso di riscaldamento centralizzato e di caldaie condominiali, invece, la responsabilità è a carico degli amministratori condominiali.
La normativa stabilisce che la revisione delle caldaie debba avvenire in maniera regolare, ma questo non significa, come molti credono, che debba avere una cadenza annuale. La regola, infatti, ha diverse declinazioni a seconda del modello installato, della categoria di appartenenza e prevede controlli più frequenti se l’impianto è vecchio o per particolari tipologie di generatori. La revisione deve avvenire in base alle scadenze segnalate dal libretto. A partire dal 2014 chi ha installato in casa un impianto di riscaldamento deve obbligatoriamente avere in casa il libretto dell’impianto, ovvero un documento nel quale vengono registrati tutti gli interventi effettuati all’impianto, dalla prima accensione agli interventi ordinari o di manutenzione straordinaria.
La prima compilazione del libretto è responsabilità dell’installatore, gli interventi e i controlli successivi devono essere registrati unicamente dai tecnici stessi che li effettuano i quali indicheranno anche il periodo in cui dovranno essere eseguiti i prossimi controlli di manutenzione. La conservazione del libretto spetta al responsabile dell’impianto, ovvero il proprietario dell’immobile o l’amministratore del condominio.
Più complicata è la situazione che riguarda la frequenza degli interventi per il controllo dei fumi, frequenza che varia da regione a regione. La prova va infatti eseguita secondo i tempi stabiliti dalle norme locali, ma generalmente dovrebbe avvenire ogni due anni.
Gli interventi di verifica e di manutenzione dovranno essere ovviamente eseguiti da tecnici specializzati, certificati dalla Camera di Commercio, i quali, una volta terminato il controllo, rilasceranno il bollino blu di qualità. Si tratta di una sorta di tagliando di garanzia che viene rilasciato dopo i controlli mirati a certificare non solo il corretto funzionamento dell’impianto, ma anche la non emissione di agenti inquinanti. Questo bollino blu, dunque, fornisce una doppia certificazione, sia quella sulla sicurezza dell’impianto che quella sul rispetto dell’ambiente.

La manutenzione della caldaia è un obbligo di legge
Quali sono i rischi che si corrono se non si provvede a effettuare i controlli necessari?
Uno dei rischi è che la caldaia vada in blocco proprio nel momento del bisogno, ovvero al momento della riaccensione, quando ricominciano ad abbassarsi le temperature. Un altro rischio da non sottovalutare è quello della fuoriuscita di gas, in particolare quello della formazione di monossido di carbonio che nei casi più estremi può portare a incendi (anche se questa possibilità si presenta soltanto nei casi in cui si possiedano delle caldaie a gasolio).
Un altro rischio è quello legato ai costi di inefficienza della caldaia che comporta maggiori consumi e di conseguenza maggiori spese. Infine, come già accennato, un altro rischio è quello di incorrere in multe salate in seguito ai controlli a campione eseguiti dagli ispettori del Comune.
I costi della manutenzione
Per quanto riguarda invece i costi previsti per gli interventi di manutenzione si può dire che non esiste una cifra fissa che valga per l’intero territorio nazionale, il prezzo standard solitamente si aggira intorno ai 100-120 euro, ma molto dipende anche dall’eventuale richiesta di analisi dei fumi e di altri interventi di manutenzione di piccola o media entità.
L’effettiva spesa, inoltre, varia in base al modello della caldaia, alla categoria di appartenenza e agli anni di vita dell’impianto e soprattutto differisce da regione a regione in quanto molte Regioni e Comuni hanno previsto una serie di incentivi e bonus per coloro che rispettano l’adempimento degli obblighi di legge in materia di manutenzione e Bollino Blu.
Prima di scegliere le ditte e gli artigiani specializzati negli interventi di manutenzione e controllo degli impianti di riscaldamento è possibile controllare se siano effettivamente abilitati e quindi siano iscritti al loro specifico Albo presso la CCIAA, ovvero la Camera di Commercio, secondo il D.M. 37/2008 del 22.01.2008 per la loro specializzazione.